Approvato un decreto lampo nel Consiglio dei Ministri
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stop cessione del credito e sconto in fattura
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Stop totale dello sconto in fattura e della cessione del credito per il superbonus e tutti gli altri bonus fiscali. La clamorosa decisione, che ha già generato tantissima preoccupazione da parte delle imprese, è stata presa dal CDM che ha approvato un decreto legge, pubblicato anche in Gazzetta Ufficiale, destinato a "risolvere il nodo dei crediti" arrivati ormai a 110 miliardi, secondo le parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che ha difeso la misura. Due soli articoli che prevedono anche il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti incagliati, una pratica avviata nelle ultime settimane. Ma attenzione il blocco è valido solo per le nuove operazioni di cessione del credito, salve quelle già avviate (il decreto infatti ha previsto degli specifici casi di esclusione dallo stop)

Lo stop totale del CDM alla cessione del credito

Il decreto legge "Misure urgenti in materia di cessione dei crediti d'imposta relativi agli incentivi fiscali" è uno stop totale a tutte le nuove operazioni di cessione del credito e di sconto in fattura. Per chi avvia nuovi lavori rientranti nel superbonus o negli altri bonus fiscali per cui l'articolo 121 del decreto Rilancio prevede la possibilità di optare per queste due vie alternative, rimarrà solo la possibilità di chiedere la detrazione in dichiarazione dei redditi. Si tratta oltre del superbonus 110 o 90%, del

  • bonus ristrutturazione
  • ecobonus tradizionale
  • bonus facciate
  • detrazione per impianti fotovoltaici
  • detrazione per le colonnine di ricarica
  • bonus barriere architettoniche.

Come affermato nel comunicato stampa che ha accompagnato l'approvazione del decreto si abrogano le norme che prevedevano la possibilità di cedere crediti relativi a

  • spese per interventi di riqualificazione energetica e di interventi di ristrutturazione importante di primo livello (prestazione energetica) per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro;
  • spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.

Superbonus, divieto per le pubbliche amministrazioni

Viene introdotto anche il divieto per le pubbliche amministrazioni di diventare cessionari dei crediti di imposta per i bonus fiscaliuna pratica che stava prendendo piede nelle ultime settimane.

Superbonus, responsabilità solidale del cessionario

Il decreto interviene anche nel capitolo spinoso della responsabilità solidale del cessionario. Fermo restando le ipotesi di dolo, si esclude infatti la responsabilità in solido per il fornitore che ha applicato lo sconto o per i cessionari che hanno acquistato i crediti nel caso in cui siano in possesso di tutta la documentazione necessaria a dimostrare l'effettività delle opere realizzate.

L'esclusione è anche per i correntisti delle banche che abbiano acquistato i crediti dalla stessa nel caso si facciano rilasciare un'attestazione di possesso, da parte della banca, di tutta la documentazione. Il decreto inoltre prevede che il solo mancato possesso della documentazione non costituisce causa di responsabilità solidale per dolo o colpa grave del cessionario, perché questi può apportare qualsiasi prova della sua diligenza o non gravità della negligenza.

Giorgetti sul superbonus 110

A difendere lo stop alla cessione del credito del superbonus 110 e degli altri bonus fiscali è stato il ministro dell'economia Giorgetti. Il minsitro in una conferenza stampa in cui la grande assente è stata Meloni, ancora bloccata dall'influenza, ha detto infatti che tutto l'intervento si sia reso necessario "per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata" che è finita per costare a 2mila euro a ciascun italiano. Ora l'urgenza è "riattivare la possibilità per gli intermediari nell'acquisto di questi crediti" . Nel mirino, ha spiegato Giorgetti non c'è il superbonus, "ma la cessione dei crediti d'imposta: una montagna da "110 miliardi", che deve essere gestita. Di qui l'appello alle banche per un'azione di sistema per coprire questo "bucone". 

Superbonus, allarme rosso dalle imprese

Intanto l'approvazione del decreto ha fatto scattare l'allarme rosso da parte delle imprese. Nel corso del Cdm, la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, aveva infatti affermato: "Se, come sembra in queste ore, il Governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese". Confedilizia si è detta perplessa per l'eliminazione della cessione del credito ed attende fiduciosa, ma dice "buttare il bambino con l'acqua sporca, non sarebbe la scelta saggia".

Fortemente critica l'opposizione. Il presidente del Movimento 5Stelle Giuseppe Conte, in un'intervista a La Stampa, ha infatti dichiarato "un colpo letale all'edilizia, si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si prendono in giro gli italiani, considerando le promesse elettorali del centrodestra" ma anche "un tradimento a orologeria, confezionato non a caso un minuto dopo le elezioni regionali"

Cessione del credito, la reazione delle banche

Di diverso avviso l'associazione delle banche. In un comunicato infatti l'Abi ha affermato" ll decreto legge sulla cessione dei crediti dei bonus sull'edilizia e del "superbonus" "fornisce un chiarimento e un utile contributo per la maggiore certezza giuridica delle cessioni e contribuisce a riattivare le compravendite di tali crediti di imposta". 

Secondo l'associazione bancaria è previsto un importante chiarimento, fortemente auspicato dalla stessa Abi, per semplificare e rendere più fluidi i procedimenti: in caso di mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto ai benefici fiscali, il fornitore che ha applicato lo sconto e i cessionari che hanno acquisito il credito, in possesso della documentazione che dimostra l'effettività dei lavori realizzati, non saranno responsabili in solido, a meno che ci sia dolo.

Anche i soggetti diversi dai consumatori o utenti che acquistano i crediti di imposta da una banca non saranno responsabili in solido, aggiunge l'Abi, se possiedono la documentazione necessaria e le attestazioni della banca. Comunque, il mancato possesso della documentazione non costituisce più una causa di responsabilità solidale per il cessionario che può dimostrare con ogni mezzo di aver agito con diligenza o della non gravità della negligenza.