domenica 27 febbraio 2022

Cessione del credito Superbonus e altri bonus: ecco le nuove regole!

 

Cessione del credito nuove regole

Cessione del credito Superbonus e altri bonus: ecco le nuove regole!

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Le nuove regole sulla cessione del credito per bonus edilizi: cessioni qualificate, stop alla frammentazione e bollino per il tracciamento

Il Consiglio dei ministri del 18 febbraio ha approvato le nuove regole sulla cessione del credito per Superbonus e altri bonus edili.

Le nuove regole mirano a superare l’impasse creato dal decreto sostegni ter, che aveva introdotto l’impossibilità di cedere il credito dopo la prima cessione. Da allora molti cantieri si sono bloccati, le pratiche avviate per la cessione del credito sono rimaste in stallo e tutti gli operatori del settore si sono trovati in una grave incertezza.

Cessione del credito, quanti passaggi?

Le misure d’urgenza approvate modificano nuovamente l’art. 121 del DL 34/2020 (oramai ho perso il conto delle modifiche che hanno subito gli articolo 119 – Superbonus – e 121 – cessione del credito).

Saranno possibili fino a 3 cessioni del credito oppure sconto in fattura, una cessione e ulteriori 2 cessioni del credito. Le ultime 2 cessioni dovranno essere di tipo ‘qualificato’, ossia a banche o istituti di credito (iscritti in appositi albi tenuti dalla Banca d’Italia – art. 106 testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia – o altre società).

Le nuove regole sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura sono contenute nella nuova formulazione dell’art. 121 comma 1.

Ecco il testo.

Cessione del credito e sconto in fattura: il nuovo testo del comma 1 dell’art. 121

I soggetti che sostengono, negli anni 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024, spese per gli interventi elencati al comma 2 possono optare, in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione spettante, alternativamente:

  1. per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante, cedibile dai medesimi ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia ovvero imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, ferma restando l’applicazione dell’articolo 122-bis, comma 4, del presente decreto per ogni cessione intercorrente tra i predetti soggetti, anche successiva alla prima;
  2. per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare senza facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia ovvero imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, ferma restando l’applicazione dell’articolo 122-bis, comma 4, per ogni cessione intercorrente tra i predetti soggetti, anche successiva alla prima.

 

Cessione del credito multipla

Cessione del credito multipla

In pratica, il committente potrà cedere il credito d’imposta a un soggetto terzo, che potrà utilizzarlo come credito di imposta o cederlo a un istituto bancario o altro soggetto abilitato. Quest’ultimo potrà utilizzare o cedere ulteriormente il credito a altro istituto. Questi non potrà più cedere il credito, ma dovrà necessariamente utilizzarlo.

Lo sconto in fattura è molto simile: il committente riceve una fattura per i lavori eseguito scontata (fino al 100%). Il credito viene automaticamente acquisito dal fornitore che ha emesso la fattura. Questi può cedere ad altro soggetto (anche banca) che a sua volta può cedere  altre 2 volte (cessioni qualificate) solo a banche.

Sconto in fattura e cessione

Sconto in fattura e cessione

Con lo sconto in fattura, in pratica il fornitore si sostituisce al beneficiario originale in termini di cessioni.

No a cessioni del credito parziali: comma 1-quater (parte 1)

Cessione del credito parziali

Cessione del credito parziali

Viene introdotto il comma 1-quater:

I crediti derivanti dall’esercizio delle opzioni di cui al comma 1, lettere a) e b), non possono formare oggetto di cessioni parziali successivamente alla prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate effettuata con le modalità previste dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate di cui al comma 7. […]

Non sarà dunque più possibile frazionare i crediti: se fino ad oggi era possibile scegliere di volta in volta (e di anno in anno) quanto utilizzare direttamente e quanto cedere a terzi, le nuove norme impongono di cedere per intero il credito d’imposta ricevuto.

Solo il committente potrà decidere di esercitare l’opzione su parte del credito e di utilizzare l’altra in compensazione diretta.

Cessione del credito e codice univoco: comma 1-quater (parte 2)

Cessione del credito codice univoco

Cessione del credito codice univoco

La seconda parte del nuovo comma 1-quater recita:

[…] A tal fine, al credito è attribuito un codice identificativo univoco, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni, secondo le modalità previste dal provvedimento di cui al periodo precedente. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022.

Al credito sarà attribuito un bollino, un codice univoco, che consentirà di tracciarne la sua storia. Il meccanismo dovrebbe essere analogo a quello adottato negli appalti pubblici (codici CIG e CUP) per la tracciabilità dei flussi finanziari.

Per quanto riguarda le disposizioni del comma 1-quater (crediti parziali e codice identificativo), queste entreranno in vigore solo a partire dal primo maggio 2022.

Per conoscere tutti i dettagli sui bonus edilizia, ti consiglio 2 strumenti utilissimi:

La mappa dei quartieri dove sono cresciuti di più i prezzi delle case nell’ultimo anno

 

La mappa dei quartieri dove sono cresciuti di più i prezzi delle case nell’ultimo anno

Autore:Flavio Di Stefano

prezzi delle case in Italia, a gennaio 2022, hanno fatto segnare una variazione annuale in terreno negativo (-2,9% e 1.684 euro al metro quadro di prezzo medio). Per capire cosa è successo, nel dettaglio, nei principali Comuni italiani, idealista/news vi offre un focus sull’andamento specifico di tutti i quartieri italiani, tramite una mappa delle zone che hanno fatto registrare i balzi maggiori in ognuna delle principali città dello Stivale e una tabella in cui figurano i valori di tutti i quartieri d’Italia.

Il quartiere italiano i cui valori sono cresciuti maggiormente negli ultimi 12 mesi (secondo la media dei prezzi riscontrata dagli annunci pubblicati su idealista) è quello di Ortles a Milano, che fa registrare un balzo addirittura del 62,1% con una media dei prezzi di vendita che si attesta intorno ai 4.400 euro/mq.

A completare il podio dei quartieri in rialzo c’è un’altra zona milanese al secondo posto, Boffalora-Torretta (+56,5% e 1.889,67 euro/mq), e una di PadovaSalboro (+49,2% e 1.776,36 euro/mq). La città lombarda e quella veneta sono le più rappresentate in top 10, rispettivamente con 3 e 4 quartieri. Fa parte delle prime 10 posizioni anche il quartiere romano di Tor San Giovanni (+30,7% e 3.116,45 euro/mq).

Più in generale, sono 284 i quartieri dei principali Comuni italiani che hanno fatto registrare un aumento dei prezzi di case in vendita. Mentre i quartieri più cari d’Italia, per media dei prezzi di vendita, si concentrano per lo più a Milano (9 su 10 in top ten si trovano nel capoluogo lombardo. L’unico “intruso” in classifica è il centralissimo quadrante Piazza del Popolo-Piazza Navona-Quirinale a Roma.

Capovolgendo il punto di vista, il quartiere italiano che ha visto diminuire maggiormente i prezzi nell’ultimo anno è Campagnola a Bergamo, dove i valori sono scesi del 41% attestandosi a 872,72 euro/mq. A poca distanza, seguono San Pietro a Patierno a Napoli (-39,4% e 751,52 euro/mq) e Bruzzano a Milano (-39,2%  e 1485,05 euro/mq). Il quartiere con la performance peggiore degli ultimi 12 mesi a Roma invece è Galeria (-20,6% e 1427,07 euro/mq).

Le ultimissime novità sul Superbonus: sanzioni, assicurazioni, contratti collettivi

 

Superbonus ultime novità

Le ultimissime novità sul Superbonus: sanzioni, assicurazioni, contratti collettivi

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Nuove regole Superbonus: cessione del credito, sanzioni per i professionisti, assicurazione professionale, sui requisiti delle imprese

Ci sono una serie di novità approvate dal Consiglio dei ministri del 18 febbraio che riguardano i benefici fiscali. In questo articolo facciamo una sintesi delle novità di principale rilievo.

Ricordiamo ai lettori che per conoscere tutti i dettagli sui bonus edilizia, sono disponibili 2 strumenti utilissimi:

Cessione del credito

Il consiglio dei ministri del 18 febbraio ha definito le nuove regole sul limite massimo di cessioni del credito fissato a tre volte, con la seconda e terza cessione consentita solamente tra banche e istituti di credito.

Superbonus: sanzioni e arresto per i tecnici

Comma 13-bis.1. art. 119 DL 34-2020

Comma 13-bis.1. art. 119 DL 34-2020

Tra le novità introdotte dal decreto spicca la norma finalizzata a scoraggiare le frodi da parte dei tecnici che dovranno asseverare la congruità delle spese. In particolare per i tecnici impegnati nelle asseverazioni del Superbonus sono previste pesanti pene e salate multe; il nuovo comma 13-bis dell’art. 119 del DL 34/2020 è il seguente:

Il tecnico abilitato che, nelle asseverazioni di cui al comma 13, espone informazioni false o omette di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione dello stesso ovvero attesta falsamente la congruità delle spese, è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 50.000 a 100.000 euro. Se il fatto è commesso al fine di conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri la pena è aumentata.

Tra l’altro ricordiamo che stando ai dati diffusi dalla Guardia di Finanza, le truffe legate al Superbonus sarebbero solo il 4% del totale; la maggior parte risulta abbinata al bonus facciate nella formulazione degli scorsi anni (tetto illimitato al 90% senza asseverazione sulla congruità della spesa).

Assicurazioni professionali e Superbonus

Il comma 14 dell’art. 119, così come modificato, prevede che i tecnici debbano stipulare per ogni intervento che comporti asseverazione un’apposita polizza assicurativa,

con massimale pari agli importi dell’intervento oggetto delle predette attestazioni o asseverazioni.

Bonus edili e contratti collettivi nazionali per i lavoratori

Prevista anche una nuova norma per salvaguardare le condizioni di sicurezza e trasparenza nei cantieri privati finanziati dai bonus fiscali. E’ possibile concedere i bonus edilizi solo se le imprese applicano i contratti collettivi nazionali di settore stipulati dalle organizzazioni più rappresentative.

Inoltre il contratto collettivo applicato deve essere indicato nell’atto di affidamento dei lavori e riportato nelle fatture emesse in relazione all’esecuzione dei lavori.

L’Agenzia delle Entrate, per la verifica dell’indicazione del contratto collettivo applicato, si avvale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’Inps e delle Casse edili.

La disposizione non si applicherà ai lavori avviati alla data di entrata in vigore del decreto legge.

domenica 20 febbraio 2022

In soli due Paesi al mondo comprare una casa è più conveniente che affittarla (e uno è l'Italia)

 

In soli due Paesi al mondo comprare una casa è più conveniente che affittarla (e uno è l'Italia)

Creative commons
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Decidere se affittare o acquistare casa non dipende solo dalle circostanze personali, ma anche dal Paese in cui si vive. Secondo il comparatore inglese di prezzi comparethemarket.com ci sono solo due Paesi al mondo dove affrontare la rata di un mutuo è più conveniente che pagare un canone: la Finlandia e l'Italia. Basandosi sui dati OCSE, il sito web ha stilato una classifica dei Paesi più cari al mondo per affittare casa o comprarla e quelli dove maggiore è il gap tra i prezzi dell'affitto e quelli dell'acquisto

Paesi più costosi al mondo

comparethemarket.com
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Piccolo, ma molto ricco, Il Lussemburgo registra i prezzi medi più alti tra i Paesi Ocse oggetto dell'analisi. Per una proprietà con tre camere da letto si spendono in media più di 3000 dollari (2640 euro) per l'affitto e 4558 dollari (4000 euro) per la rata del mutuo. Proprio a causa del costo della vita elevato, molte persone che lavorano qui preferiscono vivere nei Paesi confinanti, Francia, Germania e Belgio, e fare i pendolari.

Spesso considerato un paradiso fiscale, la Svizzera è un altro dei Paesi ricchi con prezzi alti tanto per affittare che per comprare un immobile. Per un quadrilocale in media si spendono circa 2599 dollari (22874 euro) per l'affitto e 2961 dollari (2606 euro) per la rata del muto. Nonostante sia uno dei Paesi più costosi al mondo, è anche considerato uno dei luoghi dove migliore è la qualità della vita.

Anche per affittare una casa con tre camere da letto in Islanda si spendono in media 2036 dollari (1.791 euro), mentre per acquistare 2.610 dollari (2.297 euro). Nonostante ciò, offre ai suoi abitanti un'assistenza sanitaria e un'istruzione eccelente, tasse relativamente basse e funziona quasi interamente con energie rinnovabili.

Gap maggiore tra affitto e acquisto di una casa

comparethemarket.com
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Oltre ad essere il Paese più costoso sia per l'affitto che per i prezzi delle case, il Lussemburgo registra anche il divario maggiore tra affitto e acquisto: 51,1%. Il Lussemburgo è rinomato per il suo alto costo della vita, che si riflette chiaramente nel costo della proprietà e dell'affitto.

I valori delle case in Lettonia sono molto più bassi di quelli del Lussemburgo, ma ha un gap altrettanto importante tra il costo dell'affitto e quello dell'acquisto: 42,5%. Ciò significa che, con un canone mensile medio di 582 dollari (512 euro), le rate mensili medie del mutuo sono stimate in circa 830 dollari (730 euro) 

Ancora una nazione europea nel podio dei Paesi dove è maggiore il gap tra acquisto e affitto. Si tratta della Slovacchia, con un divario del 42,3%, di poco inferiore a quello della Lettonia. I prezzi delle case sono aumentati in Slovacchia negli ultimi anni e con un affitto medio di 771 (678 euro), la rata mensile media del mutuo è stimata in poco più di 1.000 dollari (880 euro).

comparethemarket.com
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Dove è più conveniente comprare casa che affittare

Secondo l'analisi esistono solo due Paesi al mondo dove il rapporto tra la rata del mutuo e il canone d'affitto è negativo, ovvero dove è più economico comprare casa che affittarla. Il primo è la Finlandia, dove i prezzi delle case sono solo del 2.1% in meno rispetto all'affitto. Prendendo come riferimento una casa con tre camere da letto, infatti, la media mensile è di circa 1.285 dollari usa (1130 euro al cambio attuale) per l'affitto e 1.258 dollari (1.110 euro) per le rata del mutuo.

Al secondo posto troviamo il nostro Paese, ma anche in questo caso la differenza non è molto significativa. Vi sono infatti meno di 10 dollari americani  di differenza (8,80 euro) tra l'affitto medio e la rata del mutuo, 1.006 dollari (884, 86 euro)  per l'affitto e 997 dollari (876, 95 euro) per i mutui.

Di solito la classifica dove minore è il gap tra affitto e acquisto (o il rapporto è negativo come il caso di Finlandia e Italia) e dove è quindi, in teoria, più conveniente comprare casa che affittarla.

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Nota metodologica

Il rapporto tra prezzo e affitto delle case per ciascun paese è stato ricavato dai dati OCSE ed è calcolato dividendo l'indice dei prezzi nominali delle case per l'indice dei prezzi degli affitti delle abitazioni. Ad esempio, un rapporto di 151,1 significa che i prezzi delle case sono il 51,1% più costosi dell'affitto.

L'affitto medio di una proprietà con tre camere da letto in ciascun Paese è stato calcolato facendo la media del costo medio dell'affitto di una proprietà con tre camere da letto sia dentro che fuori dal centro città. Le rate mensili medie del mutuo sono state quindi stimate moltiplicando il rapporto tra prezzo e affitto della casa per l'affitto medio.