mercoledì 27 novembre 2019

Ritardo nel pagamento del mutuo, quando scatta il pignoramento?



Se non si pagano le rate del mutuo, la banca può prendersi la casa? Ecco cosa dice la legge in merito.
Se il mutuatario ritarda nel pagamento delle rate del mutuo, la banca può in effetti prendersi la casa, ma ad alcune condizioni. Se inizialmente era previsto un intervento esecutivo dopo sette rate non pagate, ora il numero di ritardi nel pagamento è salito a 18. Solo dopo 18 rate non pagate, quindi, può profilarsi un intervento della banca.
Non solo: ma occorre che nel contratto di mutuo sia esplicitamente inserita una clausola che prevede la vendita diretta della casa (senza asta immobiliare) da parte della banca in caso il mutuatario non riesca a soddisfare il debito con l’Istituto di credito. In questo modo la banca non dovrà attendere i tempi del tribunale per rientrare del proprio finanziamento.
In caso la vendita dell’immobile frutti anche un valore inferiore alla somma oggetto del finanziamento, se la banca ha acquisito la casa, il debito si considera comunque estinto, senza ulteriori pendenze in carico al debitore. Se invece il ricavato sarà superiore, l’eccedenza potrà essere incassata dal debitore. Questo per spronare la banca a instaurare trattative dirette che avvicinino l’immobile in vendita al prezzo di mercato, senza le inefficienze di prezzo tipiche delle aste. Tutto il processo deve avvenire con l’appoggio di un consulente.

Da "Idelista"
Agenzia Farini
059 454227

lunedì 25 novembre 2019

Riconsegna dell'immobile locato alla fine di un contratto, come funziona?

Cosa deve fare l'inquilino per evitare contestazioni

La riconsegna delle chiavi di un immobile locato



La riconsegna dell'immobile locato al termine di un contratto di locazione è un tema molto delicato. I nostri collaboratori di condominoweb ci spiegano cosa debba fare l'inquilino per evitare di andare incontro a eventuali problemi.
Articolo scritto dall'avv. Alessandro Gallucci
La Cassazione nella sentenza n. 1887 del 28 gennaio 2013 specifica, confermando il proprio consolidato orientamento, che cosa debba fare l'inquilino per riconsegnare effettivamente l'unità immobiliare e quindi per evitare di andare incontro al così detto danno da ritardata restituzione (art. 1590 c.c.).

I tempi per riconsegnare l'immobile locato

La Cassazione dice che "l'obbligo di riconsegnare la cosa locata al locatore (art. 1570 c.c.) non si esaurisce in una semplice messa a disposizione delle chiavi ma richiede, per il suo esatto adempimento, una attività consistente in una incondizionata restituzione del bene e, dunque, in una effettiva immissione dell'immobile nella sfera di concreta disponibilità del locatore". Non è quindi sufficiente dire "le chiavi sono disponibili prendile quando vuoi". E' necessario consegnarle effettivamente in modo che il proprietario dell'appartamento possa effettivamente utilizzarlo. E se il locatore se la prende comoda? L'inquilino deve solamente aspettare, oppure può fare qualcosa per evitare ulteriori grattacapi?
Se il proprietario tarda a ritirare le chiavi e la situazione inizia ad essere strana, ossia incomprensibile nell'ambito di un normale e fisiologico ritardo nella conclusione pratica del rapporto locatizio, il conduttore, per evitare di incappare in errore, farebbe bene a mettere in mora il locatore dicendogli, più o meno, per iscritto: "io ti voglio consegnare le chiavi e ti invito a prenderle in data x alle ore x" e far notificare quest'atto tramite ufficiale giudiziario.

Verbale di sopralluogo e consegna chiavi

Nell'ambito degli adempimenti connessi alla riconsegna dell'appartamento concesso in locazione, assumono fondamentale rilievo il sopralluogo e il relativo verbale di constatazione dello stato dei luoghi. Con questa attività e la connessa documentazione si accerta qual è lo stato dei luoghi. È bene che il verbale sia firmato da entrambe le parti e che, se vi sono piccoli interventi da fare, stabilisca tempi, modi e onere economico.
Si badi: in mancanza di accordo e di rifiuto di una delle due parti di firmare il verbale è bene fare seguire il sopralluogo da una lettera di contestazione. Il pieno rispetto della legalità, poi, impone al proprietario di restituire il deposito cauzionale, eventualmente accompagnando la restituzione con una comunicazione nella quale specifica che si riserva la facoltà di chiedere il risarcimento del danno per le condizioni dell'immobile.
È bene ricordare che non si può considerare danno l'usura ed il degrado connessi al normale uso. Un parquet usato è diverso da uno nuovo. Certo, il parquet dev'essere utilizzato con particolare attenzione, non è normale che dopo l'uso sia pieno di righe profonde. Insomma, si sarà capito, quella della riconsegna è la classica fattispecie ad alto rischio di litigiosità, difficile da prevenire se non grazie alla buona volontà e ragionevolezza delle parti coinvolte, nell'uso dell'immobile, nel corso della locazione e nella valutazione del suo stato al momento della riconsegna.


Fonte : "Idealista"
Agenzia Immobiliare Farini 
059454227 

giovedì 21 novembre 2019

Risparmiare sul riscaldamento

Come risparmiare sul riscaldamento domestico: il decalogo dell’Enea

L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile dà consigli per abbassare la bolletta




Con il freddo, puntuale, arriva anche l’aumento delle bollette energetiche. Eppure, risparmiare sul riscaldamento, non solo è possibile, ma può essere anche più facile del previsto. Tra i trucchi per consumare meno gas, ad esempio, è impostante sapere come impostare la caldaia per mantenere la temperatura costanteEnea ha raccolto tutti i consigli da seguire in un unico decalogo.

1 - Effettuare la manutenzione degli impianti

È la regola numero uno, per avere sicurezza e per risparmiare. Un impianto correttamente mantenuto, con i filtri puliti, senza incrostazioni di calcare e ben regolato, consuma e inquina meno.

2 - Controllare la temperatura degli ambienti

Avere in casa, in inverno, temperature estive è uno spreco, basta l’usuale abbigliamento a proteggerci; l’aria calda e secca, inoltre, nuoce alla salute. La normativa autorizza a mantenere in casa una temperatura che non superi i 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado in più comporta consumi anche notevolmente maggiori, in dipendenza del grado di isolamento delle pareti esterne.

3 - Attenti alle ore di accensione

È inutile tenere acceso giorno e notte l’impianto termico, di giorno spesso non si è in casa e di notte si è sotto le coperte; in entrambi i casi, basta che la temperatura non scenda al di sotto dei 12-13 gradi ad evitare la formazione di eventuali condense. In una casa ben costruita il calore che le strutture accumulano quando l’impianto termico è acceso garantisce un sufficiente grado di confort anche nel periodo di spegnimento.
Per questo motivo, la Legge prevede un tempo massimo di accensione giornaliero dell’impianto. Il numero di ore cambia naturalmente a secondo della zona climatica. Nelle fasce costiere del sud Italia, classificate come zone climatiche “B”, ad esempio, nel periodo di riscaldamento, che va dal 1º dicembre al 31 marzo, l’impianto non può venire accesa per più di 8 ore al giorno, mentre nella zona “E” di gran parte dell’Italia del Centro Nord, l’impianto potrà venire acceso dal 15 ottobre al 15 aprile e per un massimo di 14 ore giornaliere.

4 - Schermare le finestre durante la notte

Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

5 - Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni

Collocare tende, mobili o schermi estetici davanti ai termosifoni o usarli come stendi biancheria ostacola la diffusione di calore ed è fonte di sprechi. È invece opportuno ed efficace, inserire un pannello riflettente tra parete e termosifone, specie nei casi in cui il calorifero è incassato nella parete riducendone spessore e grado di isolamento.
Anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno. Attenzione inoltre a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti e si evitano inutili dispersioni di calore.

6 - Fare il check-up alla propria casa

Chiedere a un tecnico di valutare il grado di efficienza di un immobile è l’unico modo per misurare oggettivamente consumi e costi, e per determinare interventi per risparmiare energia tecnicamente efficaci ed economicamente convenienti. L’elaborazione di una diagnosi energetica o di un attestato di prestazione energetica (APE) ha un costo alla portata di tutti e, se condotte da esperti certificati, rappresentano lo strumento indispensabile quando si vuol ristrutturare casa investendo i soldi in modo più oculato.
E intervenire diventa ancora più conveniente se si sfruttano le detrazioni fiscali IRPEF od IRES dell’Ecobonus, che vanno dal 50% fino all’85% nel caso di Sismabonus dei condomini, o quello per la ristrutturazione edilizia del 50% o gli incentivi a fondo perduto del “Conto termico”.

7 - Impianti di riscaldamento innovativi

È sempre opportuno valutare se non sia il caso di sostituire la vecchia caldaia. I nuovi generatori di calore, oggi in commercio, presentano soluzioni tecniche, accorgimenti costruttivi e sistemi di controllo, che assicurano rendimenti davvero molto elevati. Anche per questo motivo la legge impone, ad esempio, l’installazione delle cosiddette “caldaie a condensazione” e delle pompe di calore ad alta efficienza.
Ove possibile si potrà anche installare sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) specie in connessione con collettori solari per l’acqua calda o fotovoltaici per l’energia elettrica. Si potrà anche valutare di installare caldaie alimentate a biomassa, in questo caso facendo molta attenzione ad assicurare la manutenzione e la pulizia del bruciatore, per assicurare una buona combustione e ridurre al massimo le emissioni.

8 - Regolazione della temperatura e soluzioni tecnologiche innovative

È indispensabile dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione automatica della temperatura ambiente. Tale strumento, rilevando i gradi effettivi all’esterno e all’interno della casa, riesce infatti ad ottimizzare i consumi fornendo la quantità di energia necessaria per mantenere la temperatura impostata ed evitando inutili picchi o sbalzi di potenza.
La possibilità di programmazione oraria, giornaliera e settimanale, della centralina garantisce inoltre un ulteriore risparmio energetico, permettendo di riscaldare solo nei periodi di tempo in cui l’immobile risulta abitato. Anche la domotica aiuta a risparmiare.
Cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici consentono di regolare, adesso anche a distanza tramite il cellulare, la temperatura delle singole stanze e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, in modo da regolarli, mantenerli in funzione o di attivarli preventivamente, quando necessario.

9 - Applicare valvole termostatiche

Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, consentendo di non superare, negli ambienti dove sono installate, la temperatura impostata in media per l’intero appartamento, specie nelle stanze esposte verso sud, spesso riscaldate già dal sole.

10 - Contabilizzazione del calore

Nei condomini dove è presente una utenza centralizzata di teleriscaldamento o una semplice caldaia condominiale, è necessaria l’installazione di un sistema di contabilizzazione di calore, in molti casi, addirittura obbligatoria per legge.
La contabilizzazione del calore rappresenta una concreta possibilità di risparmio in quanto consente di gestire in autonomia e indipendenza, il riscaldamento del proprio appartamento e permette, al singolo utente, di pagare al condominio solo in base al proprio consumo e non secondo una quota forfettaria derivante dai consumi dell’intero palazzo.
In questo caso è ancora più importante prevedere l’installazione di valvole termostatiche e di sistemi domotici: il risparmio di combustibile e quindi di soldi, sono di chi li fa.

Da "Idealista"
Agenzia Farini 
059 454227