mercoledì 30 settembre 2015

Tasse casa, Padoan: “In Italia, il taglio della Tasi è più efficiente di quello sul lavoro”

Tasse casa, Padoan: “In Italia, il taglio della Tasi è più efficiente di quello sul lavoro”

Tagliare le tasse sulla casa è più utile che tagliare le tasse sul lavoro.
Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo alla Festa Civica a Salerno. Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha spiegato: “La critica degli economisti è che abolire le tasse sulla casa sia meno efficiente che abbattere le tasse sul lavoro. E’ vero in generale, ma nel caso specifico italiano, l’abbattimento della Tasi è relativamente più efficiente perché riguarda l’80% degli italiani”.

Sostegno alla fiducia

Secondo Padoan “l’abbattimento della Tasi è relativamente più efficiente perché dà un sostegno alla fiducia ed è un elemento fondamentale per la ripresa dei consumi”. In particolare, ha sottolineato il ministro dell’Economia, la specificità italiana è legata alla grande presenza di proprietari, a cui sarà restituita fiducia, ma anche alla necessità di “sostenere l’industria delle costruzioni, uno tra i pezzi dell’economia italiana che risulta ancora in ritardo”.

Strategia pluriennale di riduzione della pressione fiscale

Padoan ha poi ricordato che il governo ha attivato una strategia pluriennale di riduzione della pressione fiscale e, prima di intervenire sulla Tasi, ha già operato due tagli sul costo del lavoro, puntando poi a concentrarsi dalla finanziaria dell’anno prossimo su “altri tipi di tagli” a favore della competitività delle imprese.
Articolo visto su
Padoan: «Il taglio della Tasi più utile del taglio su lavoro» (corriere)

martedì 29 settembre 2015

Impianti termici - norme per l'accensione e lo spegnimento

Impianti termici - norme per l'accensione e lo spegnimento

Periodo:
Nel Comune di Modena l'esercizio degli impianti di riscaldamento (comunque alimentati e compresi gli impianti individuali) è consentito esclusivamente dal 15 ottobre al 15 aprile e nella misura massima di 14 ore giornaliere, comprese tra le ore 5,00 e le ore 23,00 di ciascun giorno.
Al di fuori di tali periodi gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e comunque con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime (7 ore).
Valori massimi della temperatura ambiente
Durante il periodo in cui è in funzione l'impianto di climatizzazione invernale, la media aritmetica delle temperature dell'aria nei diversi ambienti di ogni singola unità immobiliare, definite e misurate come indicato al comma 1 lettera w dell'art. 1, non deve superare i seguenti valori con le tolleranze a fianco indicate:
18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici rientranti nella categoria E.8 (Edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili come indicato dall'articolo 3 del D.P.R. 412/1993 coordinanto con il D.P.R. 551/1999);
20°C + 2°C di tolleranza per gli edifici rientranti nelle categorie diverse da E.8 (Edifici civili come indicato dall'articolo 3 del D.P.R. 412/1993 coordinanto con il D.P.R. 551/1999.
Il mantenimento della temperatura dell'aria negli ambienti entro i limiti fissati deve essere ottenuto con accorgimenti che non comportino spreco di energia.
Per gli edifici classificati E.3, ed E.6 (1), le autorità comunali, con le procedure di cui al comma 5, possono concedere deroghe motivate al limite massimo del valore della temperatura dell'aria negli ambienti durante il periodo in cui è in funzione l'impianto di climatizzazione invernale, qualora elementi oggettivi legati alla destinazione d'uso giustifichino temperature più elevate di detti valori.
Per gli edifici classificati come E.8 sono concesse deroghe al limite massimo della temperatura dell'aria negli ambienti, durante il periodo in cui è in funzione l'impianto di climatizzazione invernale, qualora si verifichi almeno una delle seguenti condizioni:
a) le esigenze tecnologiche o di produzione richiedano temperature superiori al valore limite;
b) l'energia termica per il riscaldamento ambiente derivi da sorgente non convenientemente utilizzabile in altro modo.
Normativa di riferimento

DPR 74 del 16 aprile 2013
DPR 551 del 21 dicembre 1999
Data dell'ultimo aggiornamento:
21/07/2014

lunedì 28 settembre 2015

Cos'è il credito d'imposta per il riacquisto della prima casa?

Cos'è il credito d'imposta per il riacquisto della prima casa?
 Chi vende un'abitazione con le agevolazioni prima casa e ne acquista un'altra avente gli stessi requisiti ha diritto a un credito d'imposta. Ma vediamo cos'è e come può essere utilizzato

Credito imposta acquisto prima casa

Il credito d’imposta è pari all’imposta di registro o all’Iva pagata per il primo acquisto agevolato. Il credito d’imposta spetta anche nell’ipotesi in cui l’altra abitazione venga riacquistata mediante contratto di appalto o di permuta. Il credito d’imposta non può essere superiore all’imposta dovuta in relazione al secondo acquisto e può essere utilizzato:
  • in diminuzione dell’imposta di registro dovuta in relazione al nuovo acquisto
  • in diminuzione delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, dovute su denunce e atti presentati dopo la data di acquisizione del credito
  • in diminuzione dell’Irpef dovuta in base alla prima dichiarazione successiva al nuovo acquisto
  • in compensazione con altri tributi e contributi dovuti in sede di versamenti unitari con il modello F24 (usando il codice tributo 6602).
Per fruire del credito d’imposta, è necessario che il contribuente manifesti tale volontà nell’atto di acquisto del nuovo immobile, specificando se intende utilizzarlo in detrazione dall’imposta di registro dovuta per lo stesso atto.
In particolare, l’atto di acquisto dovrà contenere (oltre alle “ordinarie” dichiarazioni di possesso dei requisiti per l’agevolazione prima casa), l’espressa richiesta del beneficio e dovrà indicare gli elementi necessari per la determinazione del credito. Occorrerà, perciò:
  • indicare gli estremi dell’atto di acquisto dell’immobile sul quale era stata corrisposta l’imposta di registro o l’Iva in misura agevolata nonché l’ammontare della stessa
  • nel caso in cui era stata corrisposta l’Iva ridotta in assenza della specifica agevolazione prima casa, rendere la dichiarazione di sussistenza dei requisiti che avrebbero dato diritto al beneficio alla data dell’acquisto medesimo
  • nell’ipotesi in cui risulti corrisposta l’Iva sull’immobile alienato, produrre le relative fatture
  • indicare gli estremi dell’atto di vendita dell’immobile.

Quando non spetta il credito d'imposta

Il credito d’imposta non spetta se:
  • è stato perso il beneficio prima casa in relazione al precedente acquisto
  •  il contribuente ha acquistato il precedente immobile con aliquota ordinaria, senza cioè usufruire del beneficio “prima casa”
  • il nuovo immobile acquistato non ha i requisiti “prima casa”
  • viene ceduto un immobile acquistato con le agevolazioni “prima casa” riacquistando, non a titolo oneroso, un altro fabbricato avente i requisiti per fruire del beneficio 
                                                                                                                                             Idealista

sabato 26 settembre 2015

Perché il taglio Imu-Tasi non è una misura equa e non aiuterà il mercato della casa

Perché il taglio Imu-Tasi non è una misura equa e non aiuterà il mercato della casa


Il taglio dell’imposta sulla prima casa genererebbe uno stimolo modesto per il mercato della casa - circa lo 0,11% rispetto al valore medio d'acquisto - e uno sgravio altrettanto esiguo per i contribuenti. A dirlo è uno studio di Nomisma, secondo il quale - numeri alla mano - a beneficiarsi del provvedimento sarebbero ancora una volta le famiglie con un reddito medio- alto.
Secondo l'Ufficio Studi di Nomisma, la continua proposta relativa alla cancellazione della tassa Tasi -Imu sull'abitazione principale evidenzia la condivisibile volontà dell’Esecutivo di rivedere l’eccessiva pressione fiscale in Italia. Nonostante ciò il taglio dell’imposta sulla prima casa genererebbe uno stimolo per il mercato alquanto modesto,  circa lo 0,11% rispetto al valore medio di acquisto (circa 181mila euro) per il primo anno e comunque inferiore all’1% considerando i valori attualizzati su un orizzonte decennale.
Lo sgravio che verrebbe garantito ad oltre i due terzi delle famiglie italiane che vivono in una casa di proprietà risulterebbe in media altrettanto esiguo, stimabile in circa 17 euro al mese. "Evidenziata la scarsa capacità di stimolo, è necessario chiedersi se il provvedimento tuttavia persegua obiettivi di redistribuzione del carico fiscale nel senso di una maggiore equità”, ricorda Luca Dondi Consigliere Delegato di Nomisma.
"A nostro parere –sulla base dei dati dell’indagine delle famiglie italiane realizzata dalla Banca d’Italia – la risposta è anche in questo caso negativa, in quanto a beneficiare del provvedimento sarebbero le famiglie con disponibilità reddituali medie più elevate (si veda al proposito la tabella relativa al reddito del capofamiglia per titolo di godimento dell’abitazione). Emerge con un'evidenza degna di maggiore attenzione la sperequazione delle disponibilità economiche tra nuclei di proprietà e nuclei in affitto”, conclude Dondi.
Titolo di godimento dell'abitazione e reddito medio
                %            Reddito medio annuo (€)
Di proprietà       67,2       35.454
In affitto o subaffitto     21,8       17.766
A riscatto            0,3          28.866
In usufrutto       3,3          26.532
In uso gratuito  7,4          23.229
Nomisma ricorda che una puntuale identificazione delle caratteristiche economiche dei soggetti in proprietà beneficiari della misura, funzionale nelle intenzioni di taluni ad un’opzione mirata e selettiva del provvedimento, risulta pressoché impossibile.
Lo dimostra l’aleatorietà del rapporto tra basi imponibili e valore di mercato degli immobili tra le diverse città (e quasi sempre anche all’interno delle stesse). A tal proposito si riporta la tabella relativa all’articolazione del patrimonio abitativo per città e le differenze tra i riferimenti medi catastali e di mercato nelle principali realtà italiane.
Perché cancellare Tasi e Imu sulla prima casa può favorire i più ricchi e quale può essere l’alternativa
Se la caratterizzazione risulta oltremodo complessa, dal novero dei beneficiari si possono escludere con ragionevole certezza quasi sempre le famiglie con disponibilità economiche più contenute.
Occorre infatti ricordare come allo sgravio a favore di tali nuclei abbiano in molti casi già provveduto le Amministrazioni locali attraverso la discrezionalità impositiva a loro attribuita dalla normativa in essere.
“L’unica via affinché si possa giungere a un sistema impositivo più equo continua ad essere la riforma del Catasto”, ricorda Dondi. “Al Governo va riconosciuto il merito di essersi sottratto all’ennesima giro di roulette su aliquote e moltiplicatori per correggere le forti sperequazioni dell’attuale sistema, ma rimangono le perplessità sul progetto di riforma. Appare alquanto faticoso individuare la linea di politica economica che si intende perseguire”, conclude Dondi.
Categorie catastali
A1 Abitazioni di tipo signorile
A2 Abitazioni di tipo civile 
A3 Abitazioni di tipo economico
A4 Abitazioni di tipo popolari
A5 Abitazioni di tipo ultrapopolari
A6 Abitazioni di tipo rurale
A7 Abitazioni in villini
A8 Abitazione in villa
A9 Castelli, abitazioni di eminenti pregi artistici o storici
A11 Abitazioni o alloggi tipici dei luoghi

giovedì 3 settembre 2015

idealista: boom di case in condivisione, quanto costa affittare una stanza nelle principali città

idealista: boom di case in condivisione, quanto costa affittare una stanza nelle principali città


Cresce il fenomeno della condivisione in Italia dove, nell’ultimo anno, la domanda di stanze in affitto è aumentata del 65%, secondo i dati dell'ufficio studi di idealista. L’inquilino tipo della coabitazione ha in media 29 anni, vive nelle aree semi centrali o centrali delle grandi città, non fuma e non vuole animali in casa.
Le ricerche degli utenti del portale sono passate da 1.338.861 nei primi 6 mesi del 2014, a 2.214.143 nello stesso periodo del 2015. Nonostante l’interesse della domanda, i prezzi sono scesi del 5,3% nel corso di quest’anno, attestandosi a una media di 296 euro mensili. Valori in controtendenza nei mercati contraddistinti da una maggiore vivacità, come Milano (1%), Roma (1,8) e soprattutto Torino (1,9%) che negli ultimi anni è divenuta polo d’attrazione per molti universitari, spodestando Bologna.
L’ufficio studi idealista segnala rendimenti in calo in 8 delle 12 città campione monitorate (quelle a maggiore vocazione universitaria), i ribassi maggiori spettano a Catania (-4,8%), Firenze (-4,1%) e Napoli (-2,2%).
Milano è la città con le stanze più care del paese, occorrono in media di 406 euro al mese. A seguire Roma (392 euro/mese) e Firenze (340 euro/mese); prezzi leggermente sopra la media nazionale anche per Bologna (305 euro/mese) e Torino (299 euro/mese); per trovare le stanze più economiche della classifica stilata da idealista bisogna andare in Sicilia, a Catania (188 euro/mese) e Palermo 183 (euro/mese).
L’inquilino tipo della coabitazione ha in media media 29 anni (nessuna variazione rispetto allo scorso anno), vive nelle aree semi centrali o centrali delle grandi città, non fuma e non vuole animali in casa.
La città con l’età media più alta dei conviventi è Firenze (31), seguita dalle grandi città come Roma e Milano (29 anni), mentre si abbassa inevitabilmente nelle città polo di attrazione studentesca (Torino, Perugia, Pisa), dove l’età media oscilla tra i 26 e i 27 anni.
Le convivenze miste (persone di entrambi i sessi) riguardano il 45% dei casi analizzati, la percentuale scende al 39% per le coabitazioni riguardanti solo donne e al 16% quelle tra soli uomini. Quanto alle preferenze per i nuovi compagni di casa, la stragrande maggioranza degli inquilini (88%) non fa alcuna differenze di genere.

Zone d’interesse

Un numero crescente di italiani mette a disposizionela propria casa o parti della stessa per esigenze di bilancio. Una fronte del crescente interesse da parte della domanda sono pressocchè triplicati, da un anno all’altro, gli annuci si stanze in affitto su idealista, oggi sono 9.430.
L’offerta maggiore si concentra a Roma (24%), più distanziata Milano (8,5%), mentre a Sud la regina è Catania (5,3%). Quasi la metà delle ricerche si orienta nelle grandi metropoli, le seguono più distanziate Bologna, Firenze e Torino.
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mercoledì 2 settembre 2015

Mutui: si torna ai livelli del 2011, +82,2% i finanziamenti erogati nei primi sette mesi del 2015

Mutui: si torna ai livelli del 2011, +82,2% i finanziamenti erogati nei primi sette mesi del 2015

Dopo il tunnel nero degli ultimi anni, sembra che il comparto dei finanziamenti per l'acquisto della casa stia tornando lentamente ai livelli pre-crisi. È quello che assicura l'Abi, secondo la quale nei primi sette mesi dell'anno sono stati erogati 26,6 miliardi, con un aumento dell'82% rispetto allo stesso periodo del 2014.
In una nota l'Associazione dei bancari italiani parla di "forte ripresa del mercato dei finanziamenti alle famiglie per l'acquisto della case". Nei primi sette mesi del 2015 sono stati erogati 26,6 miliardi frente ai 14,6 miliardi dello stesso periodo del 2014. Un dato che ci riporta al 2011 quando furono concessi 26,9 miliardi
I mutui a tasso variabile - sottolinea l'Abi - rappresentano, nei primi sette mesi del 2015, il 49,4% delle nuove erogazioni complessive ma nei mesi più recenti sono cresciuti molto i mutui a tasso fisso superando a luglio 2015 il 60% delle nuove erogazioni (erano meno del 20% dodici mesi prima). L'ammontare dei nuovi finanziamenti - sottolinea ancora l'Abi - è molto superiore anche al dato dello stesso periodo del 2013 (11,383 miliardi di euro) e del 2012 (13,045 miliardi di euro).

martedì 1 settembre 2015

Acquisto casa dal costruttore: quali sono i rischi e come tutelarsi

Acquisto casa dal costruttore: quali sono i rischi e come tutelarsi

Acquistare una casa in costruzione può avere degli indubbi vantaggi - soprattutto un risparmio sul prezzo fino al 20% - ma anche dei rischi da non sottovalutare. In primis il pericolo che l'impresa fallisca e il compratore perda le somme versate in anticipo. Proprio per questa ragione è importante sapere quali sono le garanzie a disposizione del compratore e come fare per tutelarsi.
Se si ha intenzione di comprare una casa in costruzione è importante sapere che, in caso di fallimento dell'impresa edile prima della stipula dell'atto di trasferimento, solo i creditori dotati di garanzie reali sull'immobile (come ad esempio la banca che ha finanziato la costruzione concedendo un mutuo) possono far valere le proprie ragioni. Gli altri, compratori compresi, difficilmente potranno riavere indietro le somme già versate come caparra o acconto, a meno di non pagare due volte le somme già corrisposte.

Garanzie legislative per l'acquirente

L'acquirente ha però a disposizione una serie di tutele che le sono state fornite dal legislatore (dl 122 del 20 giugno 2005).
  1. obbligo garanzia fideiussoria - il costruttore è obbligato a prevdere la garanzia fideiussoria sulle somme versate in acconto dall'acquirente fino al trasferimento della proprietà. Senza la garanzia, il contratto si considera nullo. Grazie ad essa, il costruttre deve restiture all'acquirente tutte le somme riscosse.
    La fideiussione deve prevedere la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale: l'acquirente può rivolgersi subito alla banca o alla compagnia di assicurazione senza dover prima tentare di recuperare il credito presso il costruttore.
  2. Polizza decennale - il costruttore deve consegnare una polizza assicurativa di dieci anni come garanzia del risarcimento dei danni materiali derivanti da eventuale rovina dell'immobili o da gravi difetti di costruzione. La polizza ha effetto dal momento dell'ultimazione dei lavori.
  3. Contratto preliminare d'acquisto - deve contenere i dati di acquirente e venditore (dati anagrafici, partita IVA, ecc.), l’identificazione catastale dell’immobile, la descrizione  completa delle caratteristiche tecniche, eventuali convenzioni urbanistiche, vincoli o ipoteche, i tempi massimi di costruzione e consegna, il prezzo complessivo, le modalità di pagamento, eventuali Imprese appaltatrici, gli estremi della richiesta e del permesso di costruire e i dettagli della fideiussione.
  4. Diritto di prelazione-  in caso di vendita all'asta la legge garantisce all'acquirente il diritto di prelazione se la casa è adibita ad abitazione principale.
  5. Modalità di pagamento - si segue l'andamento dei lavori: il 6% del costo totale alle fondamenta, il 12% al completamento delle strutture portanti e il 13% alle pavimentazioni. Il saldo totale avverrà al momento del rogito

I Consigli dell'Associazione dei Consumatori europei

L'Associzione europea dei consumatori ha formulato una serie di consigli per chi acquista casa direttamente dal costruttore
  • Verificare l'affidabilità dell'impresa costruttrice
  • Visitare altre case costruite dalla stessa società
  • Accertarsi che il costruttore sia coperto da fideiussione bancaria e dall'assicurazione come prevede la legge.
  • Controllare che il suolo sia effettivamente edificabile e sia di proprietà del costruttore
  • Richiedere documenti e titoli abilitativi
  • Leggere con attenzione il capitolato dove devono essere indicati tipo e qualità dei materiali ed elenco delle dittà installatrici
  • Considerare le misure reali dell'immobile