mercoledì 18 dicembre 2019

Finanziaria 2020, le detrazioni per la casa

Finanziaria 2020, le detrazioni per la casa

Un maxiemendamento ha cambiato le regole del gioco



Il maxiemendamento alla legge di bilancio ha introdotto importanti novità per i bonus sulla casa. Vediamo quali sono le modifiche più significative alle detrazioni per la casa nella finanziaria 2020.
  • Bonus facciate 2020

Sicuramente la più importante novità riguarda il bonus facciate 2020. Si tratta di una detrazione del 90% per gli interventi finalizzati al recupero o al restauro della facciata esterna degli edifici, ma solo nel caso in cui si siano ubicati in zona A (centri storici) e zona B (totalmente o parzialmente edificate).
  • Ecobonus 2020

Arriva la proroga dell'ecobonus fino al 31 dicembre 2020.  Le percentuali di detrabilità cambieranno a seconda della tipologia di lavori effettuati (dal 50 al 65% per gli interventi sui singoli edifici), mentre per i condomini si arriverà fino all'80%. Per quanto riguarda lo sconto in fattura per il 2020, dopo una prima versione che lo abrogava completamente, adesso viene ammesso solo per i lavori in condominio sopra i 200 mila euro.
  • Bonus ristrutturazione per il 2020

Il bonus ristrutturazioni viene prorogato anch'esso fino al 31 dicembre del 2020. Si tratta di interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, mentre la manutenzione ordinaria è ammessa solo per i lavori condominiali.
  • Bonus mobili anche nel 2020

Anche nel 2020 tornerà il bonus mobili. Si tratta della proroga della detrazione del 50% per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici in classe A + (A per i forni) effettuate il prossimo anno. Gli acquisti devono essere finalizzati ad arredare un immobile oggetto di lavori di ristrutturazione.

Fonte " Idealista" 
Agenzia Farini 
059 454227 

lunedì 9 dicembre 2019

Quanto incide il fattore fiscale sull’andamento del mercato immobiliare italiano

Lo ha spiegato a idealista/news Andrea Giuricin, economista dell’Università Milano Bicocca


L’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea che vede i prezzi delle case in diminuzione anche in questo ultimo trimestre / Gtres
Quanto pesa il fattore fiscale sull’andamento del mercato immobiliare? idealista/news lo ha chiesto ad Andrea Giuricin, economista dell’Università Milano Bicocca, che ha spiegato: “Dal 2011 gli italiani hanno visto una diminuzione del prezzo delle case di circa il 25%, ma la tassazione è rimasta la stessa”.
Qual è il valore del Real Estate nell’economia europea?
Spesso il valore del Real Estate è molto sottovalutato a livello europeo, ma anche a livello italiano. Non si riesce a capire che si tratta di un settore molto importante per quanto riguarda l’economia, addirittura più importante di altri settori, come l’Ict, che comunque hanno la loro influenza. Da un punto di vista del Prodotto interno lordo, il Real Estate ad esempio nel secondo trimestre 2019 vale addirittura oltre 400 miliardi di euro a livello dell’Unione europea a 28 Stati. E’ qualcosa che molte volte si sottovaluta. Si pensa a un settore importante, ma che non crea valore aggiunto”.
Nel corso della conferenza stampa organizzata da Confedilizia per illustrare alcune proposte di modifica alla legge di Bilancio 2020, si è soffermato sul ruolo delle tasse sulla casa nell’andamento del mercato immobiliare italiano. Qual è la sua posizione?
Se guardiamo al calo dei prezzi e compariamo l’Italia versus gli altri Paesi, tra il 2011 e il 2013 in generale nell’Unione europea abbiamo visto decrescere i prezzi in tutti i principali Paesi, quello che si è notato in Italia è che dopo il 2013 questa crisi dei prezzi è continuata. In Italia purtroppo i prezzi sono ancora in negativo. Io prendo come riferimento sempre i dati ufficiali dell’Eurostat e il dato impressionante, secondo me, è che l’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea che vede i prezzi delle case in diminuzione anche in questo ultimo trimestre.
L’Italia non ha avuto quel rimbalzo o quel recupero che si è registrato negli altri Paesi europei. In Spagna e in Portogallo i prezzi ancora crescono, in Germania la crescita è ormai abbastanza continua. L’Italia invece, sicuramente anche per il peso delle tasse, per l’introduzione dell’Imu – ricordiamo che l’Imu dal 2012 ad oggi è costata oltre 180 miliardi di euro agli italiani –, ma non solo, ha avuto un andamento dei prezzi negativo.
Spesso si dice che è un problema legato solamente all’andamento del Pil. E’ vero che il Pil italiano è andato relativamente male, ma facendo la comparazione dal 2011 ad oggi tra Prodotto interno lordo e andamento dei prezzi si nota che c’è uno scostamento di circa il 25%. E’ vero che il Pil italiano è rimasto abbastanza flat, quindi orizzontale, e non è cresciuto in questo periodo, ma è anche vero che i prezzi delle case invece sono scesi di circa il 25%.
Altro elemento, si dice che l’Italia sta perdendo popolazione: se andiamo a vedere i numeri, è vero che negli ultimi anni c’è stato un movimento negativo della popolazione, ma è sbagliato guardare il dato della popolazione per quanto riguarda le case, bisogna vedere il numero di nuclei abitativi, cioè quante famiglie o quanti nuclei abitativi ci sono. Se nello stesso periodo il Pil è rimasto piatto e i prezzi sono scesi del 25%, i nuclei abitativi sono aumentati di oltre il 5%. Quello che si denota è che c’è un aumento di fatto della domanda.
In sintesi: da un punto di vista dei nuclei abitativi la domanda è in crescita, c’è un Pil che è rimasto piatto purtroppo, perché la nostra economia va particolarmente male, e al tempo stesso i prezzi sono scesi del 25 per cento. Questo è un dato molto preoccupante”.
Quindi il fattore tasse ha un peso estremamente rilevante sull’andamento dei prezzi…
Ha un peso rilevante, assolutamente. Se andiamo a vedere come è stata fatta la tassazione in Italia, visto che l’introduzione dell’Imu costa 22-23 miliardi di euro ogni anno, indubbiamente ha un peso molto importante. Altro elemento è che di fatto, se i prezzi delle case sono scesi di circa il 25 per cento nel periodo considerato, al tempo stesso la tassazione delle case non è scesa al 25%, perché come ben sappiamo la tassazione dell’Imu è in funzione del valore catastale della casa. In questo periodo il valore catastale delle case non è cambiato, non è sceso del 25 per cento. Gli italiani hanno visto una diminuzione del prezzo delle case del 25%, ma la tassazione è rimasta la stessa.
C’è quella che io ho definito ‘tassazione occulta’, che è questo differenziale tra il mantenimento dello stesso valore catastale e la diminuzione dei prezzi delle case del 25% nel corso degli anni, che è costata oltre 40 miliardi cumulativi di tasse agli italiani. Stiamo pagando più di quanto era preventivato nel 2011/2012, quando è stata introdotta l’Imu.
E’ chiaro che quello fiscale non può essere l’unico fattore, perché limitare l’andamento immobiliare a questa variabile sarebbe ingenuo e giustamente criticabile. Ma quello che si può notare, facendo una comparazione e guardando le altre variabili, è che indubbiamente l’effetto tassazione, l’effetto Imu, in Italia esiste e c’è stato”.
E quali potranno essere, a suo avviso, gli effetti dell’unificazione di Imu e Tasi?
L’unico cambiamento secondo me logico potrebbe essere quello di riabbassare l’Imu come poteva essere prima, almeno prima del 2011. Ma è un mio parere. Prendendo ad esempio l’unificazione di Imu e Tasi che il governo vorrebbe fare, in realtà è un rischio in questo momento. E’ un rischio perché con la possibilità che hanno i Comuni italiani di poter aumentare l’aliquota, viste le difficoltà economiche in cui molti versano, quelli che hanno l’opportunità di aumentare l’Imu-Tasi probabilmente l’aumenteranno. Non è automatico e non è neanche obbligatorio, ma è possibile e probabile.
Quindi il rischio è che si vada verso un ulteriore aumento della tassazione. E’ chiaro che non si parla di infiniti casi, ma secondo me è sbagliata la direzione in cui si sta andando, perché comunque c’è stato questo forte shock fiscale e indubbiamente negli ultimi anni non si è andati nella direzione, se non in maniera limitata alcune volte, di uno shock fiscale al contrario, cioè di un abbassamento”.
Secondo un recente report della Commissione europea, le tasse sulla casa in Italia non sono le più alte nell’Ue a 28. Cosa ne pensa e, secondo lei, cosa differenzia il nostro Paese dagli altri?
I dati della Commissione europea sono abbastanza chiari. Sicuramente la propensione ad avere la casa di proprietà è chiaramente differente nei diversi Paesi, sappiamo che in Italia siamo vicino all’80%. Nel nostro Paese, storicamente c’è un’alta propensione all’acquisto immobiliare, questo è risaputo. In questo quadro, lo shock fiscale, cioè il fatto di raddoppiare o quasi la tassazione, gioca un ruolo importante. Se si è abituati ad avere una determinata tassazione e da un giorno all’altro questa tassazione viene raddoppiata, è chiaro che il singolo individuo reagisce facendo attenzione.
Bisogna tenere anche conto del fatto che c’è una cosa molto importante nel settore immobiliare: l’effetto ricchezza. L’effetto ricchezza si può sintetizzare così: anche se non devo vendere una casa, ma la mia abitazione ha perso il 25 per cento del valore, so di essere meno ricco perché vedo che i prezzi continuano a scendere e questo ha un effetto anche su quella che è l’economia reale. E’ una cosa teorica, che però ha chiaramente effetto sul mercato non solo immobiliare, ma anche su tutta l’economia”.
Quindi un intervento sulla tassazione immobiliare sarebbe utile non soltanto per il settore, ma per l’economia in generale…
Secondo me sì. C’è un effetto indiretto anche sull’economia che è dato da questo effetto ricchezza. Dal mio punto di vista, considerata la particolarità italiana, sarebbe importante intervenire sulla tassazione immobiliare”.



Fonte : “ Idealista”
Agenzia Farini
059454227

mercoledì 4 dicembre 2019

Ravvedimento operoso per i tributi locali, cosa cambia



A prevederlo un emendamento al decreto fiscale






Ravvedimento operoso per i tributi locali. A prevederlo un emendamento al decreto legge fiscale (dl 124/19). Vediamo i dettagli.
Via libera al ravvedimento operoso per i tributi locali, quindi Imu, Tasi e Tari. L’emendamento al decreto fiscale proposto dal vicepresidente della Commissione Finanze della Camera, Alberto Gusmeroli, è stato approvato dalla Commissione Finanze della Camera.
Secondo quanto previsto dal emendamento, diventa possibile lo sconto sulla sanzione per chi paga in ritardo i tributi locali. Come spiegato da Italia Oggi, “via libera dunque alla correzione in bonis degli omessi versamenti dei tributi locali anche oltre la data di presentazione della dichiarazione relativa all’anno di commissione della violazione, senza per questa prevedere una scadenza predeterminata. Non si potrà accedere al ravvedimento solo nel caso in cui sia stata già notificata la cartella esattoriale”.
Il provvedimento, in un primo momento bocciato e poi accantonato, dovrebbe essere esaminato in Aula il 3 dicembre, per passare successivamente al Senato ed essere approvato entro il 25 dicembre.
Positivo il commento di Confedilizia. Tramite una nota, il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha fatto sapere: “La Commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento al decreto fiscale che recepisce una proposta che Confedilizia aveva avanzato già un anno fa in sede di audizione sul progetto di legge in materia di semplificazioni fiscali. Si tratta della possibilità di applicare ai tributi locali (come l’Imu) il cosiddetto ravvedimento operoso – e cioè la possibilità di regolarizzare tardivamente gli adempimenti fiscali – negli stessi termini previsti per gli altri tributi, come Irpef, Ires e Iva. Finora si è avuto un sistema di garanzie differenziato che non trovava giustificazioni e che la Camera dei deputati finalmente corregge. Ne diamo volentieri atto alla Commissione Finanze, che ha approvato l’emendamento all’unanimità, e ringraziamo l’on. Alberto Gusmeroli, primo firmatario della proposta, per la tenacia con la quale si è battuto per questo obiettivo”.
Lo scorso 19 novembre, presentando alcune proposte di modifica alla legge di Bilancio 2020, il presidente di Confedilizia aveva parlato proprio dell’accertamento fiscale sui tributi locali. In merito, Confedilizia chiedeva anche per i tributi locali alcuni istituti di garanzia, come per l’appunto “un ravvedimento operoso ben calibrato e più garantista per i contribuenti”. Spaziani Testa aveva affermato: “Se si vuole rafforzare la capacità di riscossione da parte dei Comuni, si devono rafforzare anche le garanzie per i contribuenti”.

Da "Idealista"
Agenzia Farini
059 454227 

mercoledì 27 novembre 2019

Ritardo nel pagamento del mutuo, quando scatta il pignoramento?



Se non si pagano le rate del mutuo, la banca può prendersi la casa? Ecco cosa dice la legge in merito.
Se il mutuatario ritarda nel pagamento delle rate del mutuo, la banca può in effetti prendersi la casa, ma ad alcune condizioni. Se inizialmente era previsto un intervento esecutivo dopo sette rate non pagate, ora il numero di ritardi nel pagamento è salito a 18. Solo dopo 18 rate non pagate, quindi, può profilarsi un intervento della banca.
Non solo: ma occorre che nel contratto di mutuo sia esplicitamente inserita una clausola che prevede la vendita diretta della casa (senza asta immobiliare) da parte della banca in caso il mutuatario non riesca a soddisfare il debito con l’Istituto di credito. In questo modo la banca non dovrà attendere i tempi del tribunale per rientrare del proprio finanziamento.
In caso la vendita dell’immobile frutti anche un valore inferiore alla somma oggetto del finanziamento, se la banca ha acquisito la casa, il debito si considera comunque estinto, senza ulteriori pendenze in carico al debitore. Se invece il ricavato sarà superiore, l’eccedenza potrà essere incassata dal debitore. Questo per spronare la banca a instaurare trattative dirette che avvicinino l’immobile in vendita al prezzo di mercato, senza le inefficienze di prezzo tipiche delle aste. Tutto il processo deve avvenire con l’appoggio di un consulente.

Da "Idelista"
Agenzia Farini
059 454227

lunedì 25 novembre 2019

Riconsegna dell'immobile locato alla fine di un contratto, come funziona?

Cosa deve fare l'inquilino per evitare contestazioni

La riconsegna delle chiavi di un immobile locato



La riconsegna dell'immobile locato al termine di un contratto di locazione è un tema molto delicato. I nostri collaboratori di condominoweb ci spiegano cosa debba fare l'inquilino per evitare di andare incontro a eventuali problemi.
Articolo scritto dall'avv. Alessandro Gallucci
La Cassazione nella sentenza n. 1887 del 28 gennaio 2013 specifica, confermando il proprio consolidato orientamento, che cosa debba fare l'inquilino per riconsegnare effettivamente l'unità immobiliare e quindi per evitare di andare incontro al così detto danno da ritardata restituzione (art. 1590 c.c.).

I tempi per riconsegnare l'immobile locato

La Cassazione dice che "l'obbligo di riconsegnare la cosa locata al locatore (art. 1570 c.c.) non si esaurisce in una semplice messa a disposizione delle chiavi ma richiede, per il suo esatto adempimento, una attività consistente in una incondizionata restituzione del bene e, dunque, in una effettiva immissione dell'immobile nella sfera di concreta disponibilità del locatore". Non è quindi sufficiente dire "le chiavi sono disponibili prendile quando vuoi". E' necessario consegnarle effettivamente in modo che il proprietario dell'appartamento possa effettivamente utilizzarlo. E se il locatore se la prende comoda? L'inquilino deve solamente aspettare, oppure può fare qualcosa per evitare ulteriori grattacapi?
Se il proprietario tarda a ritirare le chiavi e la situazione inizia ad essere strana, ossia incomprensibile nell'ambito di un normale e fisiologico ritardo nella conclusione pratica del rapporto locatizio, il conduttore, per evitare di incappare in errore, farebbe bene a mettere in mora il locatore dicendogli, più o meno, per iscritto: "io ti voglio consegnare le chiavi e ti invito a prenderle in data x alle ore x" e far notificare quest'atto tramite ufficiale giudiziario.

Verbale di sopralluogo e consegna chiavi

Nell'ambito degli adempimenti connessi alla riconsegna dell'appartamento concesso in locazione, assumono fondamentale rilievo il sopralluogo e il relativo verbale di constatazione dello stato dei luoghi. Con questa attività e la connessa documentazione si accerta qual è lo stato dei luoghi. È bene che il verbale sia firmato da entrambe le parti e che, se vi sono piccoli interventi da fare, stabilisca tempi, modi e onere economico.
Si badi: in mancanza di accordo e di rifiuto di una delle due parti di firmare il verbale è bene fare seguire il sopralluogo da una lettera di contestazione. Il pieno rispetto della legalità, poi, impone al proprietario di restituire il deposito cauzionale, eventualmente accompagnando la restituzione con una comunicazione nella quale specifica che si riserva la facoltà di chiedere il risarcimento del danno per le condizioni dell'immobile.
È bene ricordare che non si può considerare danno l'usura ed il degrado connessi al normale uso. Un parquet usato è diverso da uno nuovo. Certo, il parquet dev'essere utilizzato con particolare attenzione, non è normale che dopo l'uso sia pieno di righe profonde. Insomma, si sarà capito, quella della riconsegna è la classica fattispecie ad alto rischio di litigiosità, difficile da prevenire se non grazie alla buona volontà e ragionevolezza delle parti coinvolte, nell'uso dell'immobile, nel corso della locazione e nella valutazione del suo stato al momento della riconsegna.


Fonte : "Idealista"
Agenzia Immobiliare Farini 
059454227 

giovedì 21 novembre 2019

Risparmiare sul riscaldamento

Come risparmiare sul riscaldamento domestico: il decalogo dell’Enea

L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile dà consigli per abbassare la bolletta




Con il freddo, puntuale, arriva anche l’aumento delle bollette energetiche. Eppure, risparmiare sul riscaldamento, non solo è possibile, ma può essere anche più facile del previsto. Tra i trucchi per consumare meno gas, ad esempio, è impostante sapere come impostare la caldaia per mantenere la temperatura costanteEnea ha raccolto tutti i consigli da seguire in un unico decalogo.

1 - Effettuare la manutenzione degli impianti

È la regola numero uno, per avere sicurezza e per risparmiare. Un impianto correttamente mantenuto, con i filtri puliti, senza incrostazioni di calcare e ben regolato, consuma e inquina meno.

2 - Controllare la temperatura degli ambienti

Avere in casa, in inverno, temperature estive è uno spreco, basta l’usuale abbigliamento a proteggerci; l’aria calda e secca, inoltre, nuoce alla salute. La normativa autorizza a mantenere in casa una temperatura che non superi i 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado in più comporta consumi anche notevolmente maggiori, in dipendenza del grado di isolamento delle pareti esterne.

3 - Attenti alle ore di accensione

È inutile tenere acceso giorno e notte l’impianto termico, di giorno spesso non si è in casa e di notte si è sotto le coperte; in entrambi i casi, basta che la temperatura non scenda al di sotto dei 12-13 gradi ad evitare la formazione di eventuali condense. In una casa ben costruita il calore che le strutture accumulano quando l’impianto termico è acceso garantisce un sufficiente grado di confort anche nel periodo di spegnimento.
Per questo motivo, la Legge prevede un tempo massimo di accensione giornaliero dell’impianto. Il numero di ore cambia naturalmente a secondo della zona climatica. Nelle fasce costiere del sud Italia, classificate come zone climatiche “B”, ad esempio, nel periodo di riscaldamento, che va dal 1º dicembre al 31 marzo, l’impianto non può venire accesa per più di 8 ore al giorno, mentre nella zona “E” di gran parte dell’Italia del Centro Nord, l’impianto potrà venire acceso dal 15 ottobre al 15 aprile e per un massimo di 14 ore giornaliere.

4 - Schermare le finestre durante la notte

Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

5 - Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni

Collocare tende, mobili o schermi estetici davanti ai termosifoni o usarli come stendi biancheria ostacola la diffusione di calore ed è fonte di sprechi. È invece opportuno ed efficace, inserire un pannello riflettente tra parete e termosifone, specie nei casi in cui il calorifero è incassato nella parete riducendone spessore e grado di isolamento.
Anche un semplice foglio di carta stagnola contribuisce a ridurre le dispersioni verso l’esterno. Attenzione inoltre a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti e si evitano inutili dispersioni di calore.

6 - Fare il check-up alla propria casa

Chiedere a un tecnico di valutare il grado di efficienza di un immobile è l’unico modo per misurare oggettivamente consumi e costi, e per determinare interventi per risparmiare energia tecnicamente efficaci ed economicamente convenienti. L’elaborazione di una diagnosi energetica o di un attestato di prestazione energetica (APE) ha un costo alla portata di tutti e, se condotte da esperti certificati, rappresentano lo strumento indispensabile quando si vuol ristrutturare casa investendo i soldi in modo più oculato.
E intervenire diventa ancora più conveniente se si sfruttano le detrazioni fiscali IRPEF od IRES dell’Ecobonus, che vanno dal 50% fino all’85% nel caso di Sismabonus dei condomini, o quello per la ristrutturazione edilizia del 50% o gli incentivi a fondo perduto del “Conto termico”.

7 - Impianti di riscaldamento innovativi

È sempre opportuno valutare se non sia il caso di sostituire la vecchia caldaia. I nuovi generatori di calore, oggi in commercio, presentano soluzioni tecniche, accorgimenti costruttivi e sistemi di controllo, che assicurano rendimenti davvero molto elevati. Anche per questo motivo la legge impone, ad esempio, l’installazione delle cosiddette “caldaie a condensazione” e delle pompe di calore ad alta efficienza.
Ove possibile si potrà anche installare sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) specie in connessione con collettori solari per l’acqua calda o fotovoltaici per l’energia elettrica. Si potrà anche valutare di installare caldaie alimentate a biomassa, in questo caso facendo molta attenzione ad assicurare la manutenzione e la pulizia del bruciatore, per assicurare una buona combustione e ridurre al massimo le emissioni.

8 - Regolazione della temperatura e soluzioni tecnologiche innovative

È indispensabile dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione automatica della temperatura ambiente. Tale strumento, rilevando i gradi effettivi all’esterno e all’interno della casa, riesce infatti ad ottimizzare i consumi fornendo la quantità di energia necessaria per mantenere la temperatura impostata ed evitando inutili picchi o sbalzi di potenza.
La possibilità di programmazione oraria, giornaliera e settimanale, della centralina garantisce inoltre un ulteriore risparmio energetico, permettendo di riscaldare solo nei periodi di tempo in cui l’immobile risulta abitato. Anche la domotica aiuta a risparmiare.
Cronotermostati, sensori di presenza e regolatori elettronici consentono di regolare, adesso anche a distanza tramite il cellulare, la temperatura delle singole stanze e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, in modo da regolarli, mantenerli in funzione o di attivarli preventivamente, quando necessario.

9 - Applicare valvole termostatiche

Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, consentendo di non superare, negli ambienti dove sono installate, la temperatura impostata in media per l’intero appartamento, specie nelle stanze esposte verso sud, spesso riscaldate già dal sole.

10 - Contabilizzazione del calore

Nei condomini dove è presente una utenza centralizzata di teleriscaldamento o una semplice caldaia condominiale, è necessaria l’installazione di un sistema di contabilizzazione di calore, in molti casi, addirittura obbligatoria per legge.
La contabilizzazione del calore rappresenta una concreta possibilità di risparmio in quanto consente di gestire in autonomia e indipendenza, il riscaldamento del proprio appartamento e permette, al singolo utente, di pagare al condominio solo in base al proprio consumo e non secondo una quota forfettaria derivante dai consumi dell’intero palazzo.
In questo caso è ancora più importante prevedere l’installazione di valvole termostatiche e di sistemi domotici: il risparmio di combustibile e quindi di soldi, sono di chi li fa.

Da "Idealista"
Agenzia Farini 
059 454227

giovedì 31 ottobre 2019

Casa piccola? ecco alcune soluzioni.

Come arredare una casa piccola


Vivere in un piccolo appartamento non vuol dire rinunciare a ogni comfort. L'importante è mettere in atto le giuste "strategie" di arredamento per recuperare spazio e organizzare gli ambienti. Ora vi mostriamo come arredare una casa piccola nel migliore dei modi.
Per poter arredare una casa nel migliore dei modi, il primo passo da fare è sicuramente quello di sfruttare al massimo gli spazi disponibili.Con alcune idee originali, infatti, si può vivere comodamente anche in un piccolo appartamento. 
Vi sono molteplici soluzioni che ora mostreremo.


    - Si può  arredare una casa con un soppalco, così da sfruttare anche gli spazi in verticale. L'uso dello spazio sfruttando l'altezza è uno dei trucchi più riusciti, da implementare quando abbiamo necessità di dosare gli spazi piccoli.

     Finestre e illuminazione

    La luce naturale è tra le prime soluzioni classiche per rendere un ambiente più grande, se abbiamo delle finestre ampie è una garanzia nella conquista dell'ampiezza visiva e della luminosità.Oltre alla luce naturale possiamo giocare con l'illuminazione artificiale , un sistema di luci scelto con saggezza darà quel tocco in più facendo apparire gli spazi invitanti e profondi.

     Mobili compatti o pareti attrezzate

    Possono essere i vostri migliori alleati come un divano letto, tavolo da pranzo pieghevole, armadietto multifunzionale e tanto altro. Quando si tratta di dare maggior spaziosità, sarà importante anche la distribuzione dei mobili poichè tutti questi elementi costituiranno la maggior parte dello spazio e "ogni centimetro conta" per questo dobbiamo essere ingegnosi nel sfruttare spazi in base alle esigenze , sfruttando anche le pareti con delle scaffalature, utilizzare lo spazio sotto le scale oppure riconvertire un balcone o terrazza in uno spazio in più.

     Possono essere i vostri grandi alleati anche i colori, specchi e illusioni ottiche.
    Colori

    I colori chiari e toni chiari monocromatici sono i re indiscussi quando si tratta di ambienti di piccoli dimensioni , fanno apparire gli spazi più grandi e luminosi.Dipingere con una certa tonalità una parete che sia cucina,bagno, soggiorno o altro vi consentirà di creare un punto focale rendendo così l'ambiente più ampio. 
Specchi

E' risaputo che gli specchi , soprattutto di grandi dimensioni , vengono utilizzati per fornire più luce e di conseguenza una percezione dello spazio molto più ampio.
Illusioni ottiche

Ingannare l'occhio è una delle risorse più efficienti quando vogliamo che lo spazio risulti più grande. Come ottenere questi effetti? Sarà sufficiente creare una parete di qualsiasi stanza della casa con una carta da pareti in grado di generare un illusione di profondità come ad esempio una veduta del mare , città o campagna.

Ultimo consiglio che vi possiamo dare  è quello di imparare ad ottimizzare gli spazi con ORDINE, è fondamentale e decisivo per rendere il tutto pìù libero e arioso.  


Agenzia Farini 
Viale Gramsci, 387
059 454227








martedì 22 ottobre 2019

Imposta ipotecaria e catastale, cosa cambia nel 2020

La legge di bilancio 2020 prevede un aumento delle imposte per acquisto da privato

Gtres
Cambiamenti in vista per l'imposta ipotecaria e catastale nel 2020. Secondo quando previsto dal disegno di legge di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri, infatti, aumento le imposte per gli acquisti da privato, mentre diminuiscono per quelli da società.

Aumento imposte ipotecarie e catastali

Nelle contenute nel Dpb (Documento programmatico di bilancio) consegnato dall'Italia alla Commissione europea, è previsto, infatti, un aumento delle imposte ipotecari e catastali per gli acquisti soggetti a imposta di registro (ovvero la compravendita di prima casa o altri immobili) che avvengono da privato. Nel 2020 le imposte ipotecarie e catastali per acquisto da privato saranno uguali non più a 50 euro, ma a 150.
Nella stessa manovra è prevista però una riduzione del 25% delle stesse imposte per gli acquisti soggetti a Iva. Stiamo parlando degli acquisti che avvengono direttamente da impresa costruttrice, che passeranno da 200 a 150 euro. Dunque non si spenderanno più 400 euro, ma 300.
Ma quali sono oggi le imposte sull'acquisto della casa? Dipende da diversi fattori. In primis se si tratta dell'acquisto della prima casa (che gode quindi di agevolazioni) o di un altro immobile. O se si acquista da una persona fisica o da una impresa costrutturice.

Imposte acquisto prima casa 2019

  • Se il venditore è un privato a una impresa costrutturice (se i lavori sono finiti da più di cinque anni)
Imposta di registro – 2%
Imposta ipotecaria 50 euro
Imposta catastale 50 euro

  • Se il venditore è una società costruttrice che terminò i lavori di costruzione o ristrutturazione da meno di cinque anni.
IVA - 4%
Imposta di registro – 200 euro
Imposta ipotecaria – 200 euro
Imposta catastale – 200 euro

Imposte acquisto seconda casa 2019

Se il venditore è un privato o una società costruttrice che vende a partire da cinque anni dalla fine dei lavori di costruzione o di ristrutturazione.
Imposta di registro – 9%
Imposta ipotecaria - 50 euro
Imposta catastale – 50 euro

Se il venditore è un'impresa costrutturice che ha terminato i lavori da meno di cinque anni
Iva – 10%, (22% nel caso si tratti di una casa di lusso)
Imposta di registro – 200 euro
Imposta ipotecaria 200 euro
Imposta catastale – 200 euro


Fonte : "Idealista"
Agenzia immobiliare Farini
059454227 

martedì 15 ottobre 2019

IL NOTAIO RISPONDE

Donazioni e finanziamenti.
Le regole sui conti correnti. 

PUO' CAPITARE che per aiutare figli o famigliari nell'acquisto di beni mobili ( ad esempio aziende) o immobili, i parenti ritengano opportuno effettuare direttamente dei bonifici bancari dal proprio conto corrente al conto corrente del figlio o del familiare che deve procedere all'acquisto.
Tale prassi è stata molto diffusa anche per evitare eventuali accertamenti da parte del fisco in merito alla capacità contributiva del soggetto che effettua l'investimento in relazione al  reddito prodotto o denunciato.
Tuttavia è opportuno predefinire se il versamento avviene a titolo di finanziamento ovvero a titolo di donazione.
Nel primo caso, infatti,l'operazione di bonifico è opportuna a condizione che nella causale del versamento venga esplicitato che trattasi di finanziamento per l'acquisto di immobili o ( ad esempio) di azienda.
Il termine "finanziamento" presuppone infatti l'obbligo di rimborso da parte del soggetto ricevente e quindi esclude la qualificazione come donazione.
E' altre sì opportuno che la modalità di rimborso sia disciplinata da una scrittura privata a latere tra il soggetto finanziatore ed il soggetto finanziato.
Nel secondo caso ( cioè quando il versamento avvenga a titolo di donazione e quindi senza obbligo di rimborso) è altamente sconsigliabile operare mediante bonifico bancario a favore del beneficiario.
La recente giurisprudenza della Corte di Cassazione ha infatti più volte ribadito la nullità dell' accredito per vizio di forma.
Ciò in quanto per validità delle donazioni " non di modico valore" è necessario sempre l'atto pubblico notarile, con la presenza dei testimoni.
Inoltre la nullità dell'operazione di donazione diretta di denaro, realizzata mediante il bonifico può avere delle conseguenze negative e pericolose nei successivi rapporti successori fra parenti.
Secondo la giurisprudenza.infatti, il denaro si considera come mai uscito dal patrimonio del donante, con obbligo quindi del soggetto beneficiario di restituirlo a tutti i coeredi,al fine di determinare il compendio e quindi l'ammontare dei beni oggetto di successione e le loro relative attribuzioni.


Comitato Regionale dei Consigli Notarili Dell' Emilia Romagna


Agenzia Farini
Viale Gramsci, 387, Mo
059 454227
 

mercoledì 2 ottobre 2019

Quanti soldi investono gli italiani nell'acquisto di una casa?



Aumenta il capitale che gli italiani destinano all'acquisto di una casa. A dirlo è l'analisi di Tecnocasa, che mette in relazione i cambiamenti che si registrano negli ultimi sei mesi con la ripresa dei prezzi degli immobili che sta interessando alcune grandi città
Analizzando il panorama generale, si nota come la maggior concentrazione della disponibilità di spesa si rileva nella fascia più bassa, quella fino a 119mila euro (26,9%). A seguire con il 23,6% la fascia tra 120 e 169mila euro e con il 22,1% quella compresa tra 170 e 249 mila euro.

La disponibilità di spesa nelle grandi città
Nelle due maggiori città italiane, Roma e Milano, la maggioranza delle richiesta riguarda immobili dal valore compreso tra 250 e 349 mila euro (24,2% e 24% rispettivamente). A Firenze e Bari c'è una maggiore concentrazione della fascia compresa tra 170 e 249 mila euro, rispettivamente con 36,3% e 27,2%. A Bologna, il maggior numero di richieste è concentrato nella fascia compresa tra i 120 e 169 mila euro (31,5%). Nel resto delle grandi città (Genova, Napoli, Palermo, Torino e Verona) la disponibilità di spesa resta concentrata nella fascia di spesa inferiore a 120 mila euro.

Da "idealista"
Agenzia Farini
059 454227 

lunedì 23 settembre 2019

Tassa Airbnb, Consiglio di Stato rinvia all'Europa: ci sono conseguenze per gli intermediari?

Tassa Airbnb, il Consiglio di Stato rimanda alla Corte di giustizia europea / Gtres
Con l'ordinanza n.6219 del 18 settembre 2019, il Consiglio di Stato ha rimandato alla Corte di Giustizia Europea la decisione sulla legittimità della tassa Airbnb. idealista/news ha parlato con Francesco Zorgno di CleanBnb e Marco Celani di Italianway se, ai fini pratici, ci sono conseguenze per gli intermediari

Tassa Airbnb su affitti brevi

Approvata a giugno 2017, con il decreto legge 50/2017, la Tassa Airbnb introduce la cedolare secca per i contratti di locazione inferiori ai 30 giorni. Prevede inoltre che tutti gli intermediari, inclusi portali online, debbano versare una ritenuta d'acconto del 21%, quando intervengano nel pagamento o incassino i corrispettivi.

Il ricorso di Airbnb

La decisione del Consiglio di Stato arriva dopo una lunga e intricata serie di ricorsi fatti da Airbnb. Il Tar del Lazio ha bocciato la richiesta di sospensione della normativa, mentre l'Antitrust si è espressa a favore di Airbnb, considerando la norma lesiva della concorrenza, perché punisce chi utilizza i pagamenti digitali.

Aggiornamenti 2019 sulla tassa Airbnb

In attesa che l'intricata vicenda giunga al termine e sia la Corte di Giustizia Europea a esprimersi sulla legittimità della Tassa Airbnb, la questione adesso è se la decisione del Consiglio di Stato possa portare, ai fini pratici, conseguenze per gli intermediari del settore, tenuti a trattenere la ritenuta del 21% e a trasmettere i dati all'Agenzia delle Entrate.
"Ai fini pratici con il rinvio alla Corte di Giustizia dell'Unione Europa della vertenza promossa da Airbnb - ha detto a idealista/news Marco Celani, ad di Italianway - l momento non cambia quindi nulla; bisognerà attendere o che la società si adegui alle normative introdotte orami due anni fa o che la Corte si pronunci in qualche direzione". Dello stesso avviso Francesco Zorgno di CleanBn perché il "rinvIo della materia alla Corte europea non cambia nulla ai fini pratici. Gran parte degli operatori professionali in Italia ha da tempo recepito gli obblighi di ritenuta e comunicazione, che sono quindi in capo agli intermediari tradizionali quali agenti immobiliari e property manager".
Secondo Francesco Zorgno, la questione ancora da chiarire riguarda "l'incertezza sul ruolo delle grandi OTA ai sensi della legge 50/2017: ci auguriamo possa essere chiarito definitivamente il prima possibile, per consentire una crescita sostenibile di un settore che punta a livelli di servizio sempre più qualificati"

La tesi sostenuta da Airbnb

Ad oggi, a più di due anni dall'entrata in vigore della norma che introduce la cedolare secca sugli affitti brevi, il gigante degli affitti brevi, Aibnb, si rifiuta di applicare la norma e di comunicare i dati all'Agenzia delle Entrate.
Secondo Marco Celani, "La tesi, sostenuta da Airbnb, secondo cui le vacanze in casa 7 volte su 10 vengono pagate in contanti non rende automaticamente discriminatorio per gli operatori digitali l’applicazione di regole aggiuntive. Gli host trovano nell’accesso online tramite i portali la possibilità di massimizzare l’occupazione delle case e difficilmente baratterebbero il fatto di continuare con il sommerso verso la chiusura delle vetrine"
"Lo Stato cerca strumenti di monitoraggio ed è giusto che gli operatori, uniti nella battaglia contro il nero, sostengano nel dialogo con le istruzioni, lo sforzo di rendere il settore regolato da norme semplici e trasparenti, possibilmente uguali per tutti a livello nazionale"


Fonte : "Idealista"
Agenzia Immobiliare Farini 
059454227

giovedì 19 settembre 2019

Comprare casa: per investimento o per abitare?


Comprare e vendere casa: perché lo si fa, e chi lo fa? Ecco la fotografia di Tecnocasa
Secondo quanto rilevato dall’ufficio studi di Tecnocasa, in Italia l’investimento immobiliare è in crescita. Se nel 2015 gli acquisti per investimento si fermavano al 16,4%, oggi si parla di un 17,9%. Sempre a livello nazionale, il 76,6% delle transazioni ha riguardato l’abitazione principale, mentre nel 5,5% dei casi si tratta di case vacanza.


Motivo acquisto casa per tipologia in percentuale, I sem 2019



Tecnocasa

Chi compra la prima casa sceglie il trilocale

Chi compra l’abitazione per viverci sceglie principalmente trilocali (37,6%), seguiti dai quattro locali (20,5%), dalle soluzioni indipendenti (18,7%) e dai bilocali (16,4%). Rispetto ad un anno fa si registra un aumento della percentuale di acquisti di soluzioni indipendenti e semindipendenti, si passa infatti dal 17,9% al 18,7%.
Chi acquista per investimento, sceglie per lo più il bilocale (35,6%), seguito dal trilocale (27,5%). Nel 55,4% dei casi a comprare l’abitazione sono persone con un’età compresa tra 18 e 44 anni, si registra poi un 22,1% di acquirenti tra 45 e 54 anni e percentuali in diminuzione al crescere delle fasce di età.
Coppie e coppie con figli che compongono il 71,3% del campione, mentre è più bassa la quota di acquirenti single che si attesta sul 28,7%. Rispetto al primo semestre del 2018 queste percentuali sono rimaste sostanzialmente invariate.

Chi vende casa e perchè

Analizzando le compravendite lato venditore, nel primo semestre del 2019 la maggior parte dei proprietari ha venduto per reperire liquidità (45,7%), seguiti da coloro che lo hanno fatto per migliorare la qualità abitativa (41,3%) ed infine da chi si è trasferito in un altro quartiere oppure in un’altra città (13,0%). Rispetto al primo semestre del 2018 aumenta la percentuale di coloro che vendono per migliorare la qualità abitativa: si passa infatti dal 32,9% all’attuale 41,3%.
Da "Idealista"
Agenzia Farini 
059 454227