mercoledì 28 ottobre 2020

Proroga bonus casa nel 2021, quali le detrazioni ammesse


Gtres Autore:
Redazione

Proroga dei bonus casa nel 2021. Il documento programmatico di bilancio (Dpb) che l'Italia ha inviato all'Europa contiene infatti la proroga dei bonus ristrutturazioniecobonus, bonus facciate, bonus mobili e bonus verde. Storia a parte per l'ecobonus 110

Dal bonus ristrutturazioni all'ecobonus: la proroga nel 2021

Se le indicazioni del Dpb saranno confermate nella manovra di bilancio, nel 2021 avremo la proroga di questi bonus casa

  • Bonus ristrutturazione - la detrazione del 50% per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio
  • Ecobonus - la detrazione dal 50 al 65% per i lavori di efficientamento energetico della casa
  • Bonus mobili - detrazione del 50% per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per arredare immobili oggetto di lavori di ristrutturazione
  • Bonus facciate - Detrazione del 90% per le spese di rifacimento delle facciate degli edifici
  • Bonus verde - Detrazione del 36% delle spese sostenute per le opere di sistemazione a verde degli immobili 

Arriva la proroga per l'ecobonus 110?

Cosa succederà al superbonus? Nel dpb non vi è traccia di una proroga dell'ecobonus 110. Ma bisogna ricordare che la data di scadenza del nuovo incentivo è il 31 dicembre 2021 ed abbraccia quindi tutto l'arco temporale della legge di bilancio 2021. È innegabile che ormai si moltiplicano le richieste al governo per rendere strutturale il bonus 110 o almeno per prorogarlo nei prossimi tre anni. Non è escluso quindi che la proroga dell'ecobonus 110 possa arrivare nel corso del prossimo anno.


Da Agenzia Farini
viale Gramsci 387

martedì 27 ottobre 2020

Case stampate in 3D, ecco la tecnologia che promette una rivoluzione anche in Italia


PERI 3D-Betondruck_Rendering Wohnhaus_Quelle MENSE-KORTE ingenieure+architekten
PERI 3D-Betondruck_Rendering Wohnhaus_Quelle MENSE-KORTE ingenieure+architekten

Il 3D Printing è pronto a rivoluzionare il mondo dell’edilizia residenziale. In questi ultimi giorni si è parlato della prima casa stampata in 3D in Germania, a Beckum, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, grazie al cemento frutto della ricerca italiana di Italcementi. Una vera e propria pietra miliare per il mondo delle costruzioni. Ma in Italia è possibile realizzare un progetto del genere? Per trovare una risposta a questa domanda, idealista/news ha interpellato Massimo Borsa, responsabile dei laboratori di innovazione di Italcementi, il quale ha illustrato le potenzialità di questa tecnologia e ha spiegato qual è la strada da percorrere.

Prima di dare la parola al responsabile dei laboratori di innovazione di Italcementi, vediamo meglio cosa sta accadendo in Germania. A Beckum, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, è in fase di realizzazione la prima casa stampata in 3D grazie alla ricerca italiana di Italcementi.

L’edificio in questione è una casa indipendente su due piani con una superficie abitabile di circa 80 m2 per piano e composta da pareti a tre strati riempite di mescola isolante. Come indicato da una nota, “il materiale ad alta tecnologia ‘i.tech 3D’ è stato sviluppato nel centro ricerca di Italcementi a Bergamo, specificamente per la stampa 3D, ed è adatto per un uso versatile con diversi tipi di stampanti”. La stampa della casa di Beckum è stata affidata a PERI, uno dei produttori principali di casseforme e di sistemi per impalcature nel settore delle costruzioni. Ma ecco cosa ha spiegato a idealista/news Massimo Borsa, responsabile dei laboratori di innovazione di Italcementi.

Che cos’è il 3D Printing?

“Il 3D Printing è una tecnologia che si prefigge di realizzare oggetti, manufatti, strutture – a prescindere quindi dal materiale utilizzato – attraverso una tecnologia che permette di andare a posizionare il materiale esattamente dove è stato stabilito dal progetto, senza ulteriori aggiunte. Il 3D Printing è parte delle tecnologie che vanno sotto il nome di ‘additive manufacturing’, il che significa che per ottenere la forma finale il materiale viene depositato a strati successivi, l’uno sopra l’altro. Con la ‘additive manufacturing’ e con il 3D Printing è possibile disegnare l’oggetto e realizzarlo direttamente in loco, così come lo si vuole”.

Quando si è cominciato a parlare di 3D Printing?

“Il 3D Printing è una tecnologia presente nel mondo da almeno una cinquantina di anni, ma in settori diversi da quello dell’edilizia e delle costruzioni in generale. C’è una grande storia relativa all’uso di macchine di stampa 3D all’interno di settori metalmeccanici e soprattutto di tipo polimerico e biomedico. Negli ultimi 10-15 anni il 3D Printing si è affacciato anche al mondo delle costruzioni, in particolare a quello cementizio. Italcementi ha iniziato a guardare maggiormente a questa tecnologia come prospettiva effettivamente utile da studiare dal 2015. Abbiamo quindi creato un team dedicato allo studio di questa tecnologia e del materiale cementizio adatto da sviluppare per poter essere al meglio utilizzato da tutte le diverse tecnologie di 3D Printing”.

In Germania è stata costruita la prima casa stampata in 3D grazie alla ricerca di Italcementi proprio su questa tecnologia. Si tratta di un punto di svolta?

“Sì, perché con la casa che stiamo realizzando in Germania con la tecnologia di stampa 3D in calcestruzzo di fatto si è data evidenza della possibilità concreta di costruire un edificio da adibire ad abitazione, con tutti i permessi necessari. Si tratta solo del primo caso, ne faremo altri. Si può dunque affermare che siamo a un punto di svolta. Il prossimo passo è creare educazione, formare e trasferire la conoscenza al mondo delle costruzioni e alle imprese informando sulle certezze, e fornendo la tranquillità e le esperienze necessarie per poter far sì che tutti comincino a verificare l’opportunità di fare le case anche con questa tecnologia”.

In Italia è possibile realizzare una casa in 3D?

“In Italia, come in quasi tutte le parti del mondo, è possibile realizzare una casa con questa tecnologia. Quando all’interno del nostro settore si introduce una nuova tecnologia, è necessario andare per passi e processi di approvazione, di formazione ed educazione di tutte le figure del mercato, dal progettista all’utilizzatore finale, passando per chi ha compiti di tipo approvativo e di certificazione. Non ci sono preclusioni per poterla utilizzare già oggi. Tanto è vero che nel 2018 per Italcementi è stato possibile fare un’esperienza a Milano. In occasione della Milano Design Week 2018, abbiamo realizzato il progetto ‘3D Housing 05’ dell’arch. Massimiliano Locatelli a piazza Cesare Beccaria. Una casa reale, ma costruita solo per motivi espositivi. Di fatto, però, per poterla realizzare abbiamo messo in atto tutte le procedure necessarie con il Comune e gli attori coinvolti. Quello che serve in Italia è una spinta all’imprenditoria e anche qualche persona lungimirante, come abbiamo sempre avuto, che ci creda e abbia la visione nelle tecnologie innovative, e cominci a sperimentare nuove forme di business anche nel nostro Paese”.

Quali sono ad oggi i passi da seguire per poter realizzare una casa in 3D?

“Per una casa realizzata in 3D è importante seguire la filiera dei permessi, così come avviene per la realizzazione di una casa in maniera tradizionale. Ovviamente, nel caso delle abitazioni in 3D, la non conoscenza di cosa significhi progettare e stampare in 3D una casa porta a una giusta e corretta richiesta di approfondire gli aspetti tecnici e di garanzia di quello che sarà poi il progetto finale. Proprio come è accaduto in Germania. Anche in Italia spesso si lavora con le università le quali, in qualità di enti terzi e garanti, permettono di fare le azioni del caso necessarie a verificare la possibilità di trasferire sul mercato reale gli sforzi che le aziende hanno fatto, confermando il rispetto dei canoni normativi vigenti. Questi processi, necessari per i progetti pioneristici, faranno da caso studio di riferimento per quelli successivi.

Già da un po’ di tempo Italcementi sta lavorando con alcuni partner universitari, in particolare con l’Università di Napoli e con la start-up innovativa che si chiama Etesias, a quelli che sono gli aspetti molto sfidanti relativi alla realizzazione di strutture ed infrastrutture in calcestruzzo con questa tecnologia, oltre che all’aggiornamento delle normative di settore che devono introdurre nei loro codici anche la tecnologia di stampa 3D. Si tratta di un processo di medio periodo, fatto un passo alla volta, ma che permette già oggi di cominciare a formare le nuove leve – i nuovi ingegneri e i nuovi architetti – che possono trovare in diverse parti del mondo formazioni e informazioni utili per prepararsi anche su queste tecnologie innovative”.

C’è interesse in Italia verso questo tipo di costruzioni?

“In questi anni, in Italia, abbiamo avuto persone e imprese interessate a capire se è possibile utilizzare questa tecnologia per realizzare le case. Questo tipo di richieste adesso si è intensificato. Ma l’interesse non è legato solo al fattore novità, è legato soprattutto ai valori e alle prospettive che questa tecnologia e i materiali ad essa associati possono offrire: avere qualcosa di più rapido e di adattato alle esigenze o agli interessi della persona. Si può infatti provare ad adattare quello che il cliente desidera come progetto finale alle prescrizioni legate agli aspetti tecnici che bisogna sempre rispettare. C’è più flessibilità sia sul materiale che sulla realizzazione finita”.

Quali sono i vantaggi delle case stampate in 3D?

“La rapidità, ma soprattutto la flessibilità, che è uno dei valori principali di questa tecnologia e di questo prodotto. Un altro valore fondamentale è rappresentato dalla sostenibilità, grazie all’uso consapevole dei materiali utilizzati, nel rispetto delle normative, ma senza usarne in eccesso. E’ possibile arrivare ad avere fino al 50% in meno di materiale totale per realizzare una casa e stiamo verificando con le università e gli enti di ricerca e programmi internazionali che, a casa finita, si riescono ad avere risparmi di CO2 attorno al 50%”.

Ci sono degli svantaggi?

“Il primo svantaggio è dato dal fatto che bisogna colmare l’attuale 'gap' educativo, dall’ingegnere fino alla maestranza più importante, che è quella che permette di fare materialmente l’opera. Legato a questo ci sono gli step di approfondimento per gli iter approvativi, che necessitano di una maggiore attenzione iniziale, e il tema legato agli investimenti iniziali che alcune imprese, che già hanno il loro metodo tradizionale, devono pensare di fare per riconvertirsi e adoperare anche questa tecnologia. La valutazione degli investimenti è meno impegnativa per le nuove società, o le piccole start-up molto innovative, che partono da zero. Un ulteriore svantaggio è che oggi questa tecnologia non è pronta per fare tutto. Chiaramente non abbiamo evidenze e non sappiamo se riuscirà ad essere adoperata anche per le grandi costruzioni, non tanto a livello tecnologico quanto a livello di costo/beneficio. Ma per il mercato delle case – dalle villette a schiera alle abitazioni a due/tre/quattro piani – abbiamo verificato che questa tecnologia è assolutamente fattibile e competitiva”.

Il 3D Printing rappresenta una sorta di rivoluzione?

“Fa decisamente parte della rivoluzione che stiamo vivendo negli ultimi periodi, dove la digitalizzazione, in cui rientra anche il 3D Printing, sta cambiando il modo di pensare, ragionare e approcciare anche a settori molto conservativi. Si stanno aprendo nuovi scenari. In tempi brevi, il 3D Printing sta facendo passi da gigante rispetto ad altre tecnologie sempre innovative, ma che hanno dinamiche più lente. Il 3D Printing può rivoluzionare il modo di costruire sostenibile. La possibilità di costruire in maniera modulare, ad esempio, permette di andare sui cantieri in modo più sicuro. Ecco quindi che la sicurezza del cantiere è un altro vantaggio molto importante. E’ possibile andare in cantiere per fare solo ciò che serve come stabilito nel progetto. Non c’è infatti quasi alcuna differenza tra quella che è la fase progettuale rispetto a quello che viene realizzato. Anche le modifiche possono essere fatte rapidamente senza grandi impegni, anche economici, rispetto a quello che normalmente una modifica può causare nel processo tradizionale”.

Una riflessione sulle tempistiche. Tornando al progetto di Beckum, quali sono i tempi di realizzazione?

“Il progetto, a livello di stampa 3D, si è chiuso in poche settimane con il completamento delle parti in muratura, sia strutturali che non strutturali. Si è partiti con la prima pietra a fine settembre. Il completamento della casa – con arredi, isolamenti, parte elettrica e anche certificazioni – è previsto entro febbraio 2021. Un fatto interessante è che già mentre si stampa si decide dove ad esempio devono passare determinati cavi e tubazioni. Questo permette di non perdere tempo successivamente e di non avere lavorazioni che sono solitamente meno utili da un punto di vista della sicurezza e creano scarti di materiale, che poi deve essere smaltito. Il cantiere ha infatti degli scarti bassissimi. Meno del 5% del materiale totale utilizzato va ad essere scartato. Si tratta dunque di un cantiere pulito e che soprattutto non produce materiale di risulta”.

Ci sono altri progetti allo studio o in via di realizzazione per quanto riguarda gli edifici residenziali?

“Sì, sempre in Germania abbiamo una seconda casa molto simile a quella che si sta realizzando a Beckum, ma in un altro Land, verso la Baviera. In questo caso, il processo per l’approvazione da parte del Land è avvenuta in modo più semplice e veloce, grazie all’esperienza precedente di Beckum, ed è iniziato il percorso. Italcementi ha già fornito il materiale anche per questa seconda casa, oltre che il servizio di consulenza. Poi abbiamo ricevuto un paio di contatti importanti in Italia, al Nord e al Sud, dove ci sono degli interessi per verificare la possibilità di mettere su la stessa cordata per poter realizzare questo tipo di esperienza di casa l’anno prossimo anche nel nostro Paese”.

Quali sono le potenzialità e qual è il futuro della stampa 3D in ambito edilizio?

“Il presente a medio termine è consolidare la prospettiva di fare entrare il 3D Printing sempre di più nel mondo del mercato delle case, del building. E poi passare a livelli un pochino più sfidanti, prendendo in considerazione le infrastrutture e il mondo della prefabbricazione in calcestruzzo pesante. Questo permetterebbe alle imprese di valutare gli investimenti in un’ottica più ampia, riducendo anche l’incidenza della realizzazione della singola casa con il 3D Printing. E poi la sfida futura definitiva è quella di arrivare ad avere anche tutti gli aspetti normativi, dei codici, dove anche ingegneri, architetti e maestranze hanno, anche grazie alla dovuta formazione, il 3D Printing come alternativa concreta e nota da poter utilizzare”.

La ricercatrice Chiara Rossino / Italcementi
Da Agenzia Farini
viale Gramsci 387

Domanda di mutuo, come cambiano i valori nell'autunno del covid

I dati di settembre nel report Experian

GtresAutore:Redazione

Un settembre positivo per i mutui, secondo l’ultimo Rapporto sul credito italiano redatto da Experian. Secondo il centro di informazioni quotato al LSE i principali indicatori economici hanno fatto segnare risultati che superano sia i livelli pre-Covid che quelli di settembre 2019.

Continua infatti la crescita degli indicatori presi in esame rispetto ai mesi di lockdown: aumentano le richieste di mutuo (+59%), prestito finalizzato (+278%) e prestito personale (+102%). Un trend che si conferma essere positivo, anche se con percentuali più basse, anche con i mesi pre-Covid: mutui a +3,35%, prestiti finalizzati a +6%, prestiti personali a +9%.

Storicamente il mese di settembre è vissuto come un nuovo inizio d’anno, e dopo la pausa estiva si registrano molto spesso dati più positivi. Non sorprende quindi la notevole crescita dei dati rispetto ad agosto: + 21% per i mutui, +42% per i prestiti finalizzati e +58% per i prestiti personali.

Meno scontato appare invece il confronto con settembre 2019. Se mutui e prestiti finalizzati confermano dati positivi, rispettivamente +29% e +6%, i prestiti personali non riescono ancora a raggiungere i dati dello stesso mese dello scorso anno (-31%).

La generazione X (1960-1980) si conferma trainante in relazione a tutti gli strumenti finanziari presi in esame. È responsabile del 49% delle richieste di mutuo, del 51% delle richieste di prestito finalizzato e del 48% delle richieste di prestito personale. A livello geografico, la Lombardia guida nelle richieste di mutuo e prestito personale, mentre per il prestito finalizzato questo ruolo, come da tradizione, spetta alla Campania.

 Da Agenzia Farini
viale Gramsci 387
Modena

 

Ape per il superbonus 110: novità da Enea

I chiarimenti nelle Faq

GtresAutore:
Redazione

Chiarimenti dell'Enea su Ape e superbonus 110. Una delle Faq relative all'ecobonus 110 per cento ha preso in considerazione proprio le detrazioni fiscali del 110% e l'Attestato di prestazione energetica. Vediamo quanto domandato e quanto spiegato in merito.

Con la Faq n. 5 sono state poste le seguenti domande:

"Per fruire delle detrazioni fiscali del 110% il comma 3 dell'art. 119 del D.L. 34/2020 come convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020 n. 77, richiede la redazione degli attestati di prestazione energetica ante e post operam al fine di dimostrare che con gli interventi realizzati si consegua il miglioramento di almeno due classi energetiche". 

a) "Con quale criterio, decreto 26/06/2015 o leggi regionali, devono essere determinate le classi energetiche?" 

b) "Nel caso di edifici unifamiliari, quali servizi energetici occorre prendere in considerazione per eseguire il confronto tra Ape-pre e Ape-post?" 

c) "In quali casi, il direttore dei lavori o il progettista possono firmare gli Ape utilizzati ai fini delle detrazioni fiscali del 110%?" 

d) "Quali Ape vanno depositati nei catasti regionali?" 

e) "Nel caso di lavori iniziati prima del 1° luglio 2020 a quale situazione deve riferirsi l'Ape ante intervento?"

Vediamo adesso quali sono le risposte fornite:

a) "Per uniformità di applicazione della misura incentivante su tutto il territorio nazionale il criterio di classificazione energetica da usare è quello previsto dal decreto del Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, 26 giugno 2015, o il criterio previsto dalla corrispondente norma regionale a condizione che le regioni dichiarino che si ottengano le stesse classificazioni energetiche".

b) "Ai fini delle detrazioni fiscali del 110%, anche nel caso degli edifici unifamiliari, i servizi energetici da prendere in considerazione nell'Ape-post per la verifica del conseguimento del miglioramento di due classi energetiche sono quelli presenti nella situazione ante intervento così come previsto per gli Ape convenzionali rilasciati per gli edifici composti da più unità immobiliari".

c) "Il direttore dei lavori e il progettista possono firmare gli Ape utilizzati solo ai fini delle detrazioni fiscali del 110% che non necessitano di deposito nel catasto degli impianti termici".

d) "Gli Ape da depositare nel catasto regionale degli attestati di prestazione energetica degli edifici sono quelli di ogni singola unità immobiliare relativi alla situazione postintervento prendendo in considerazione tutti i servizi energetici presenti nello stato finale".

e) "L'Ape ante intervento deve riferirsi alla situazione esistente alla data di inizio dei lavori".

 Da Agenzia Farini
viale Gramsci 387
Modena

martedì 13 ottobre 2020

 

Affitti su del 3,3% nel III trim, ma nei grandi centri si registra un calo

Gtres 

Il prezzo degli affitti delle abitazioni si è incrementato del 3,3% nel terzo trimestre del 2020, a una media nazionale di 11 euro al metro quadro, secondo l’indice dei prezzi pubblicato dall’Ufficio Studi di idealista. Su base mensile i prezzi segnano una lieve flessione dello 0,1% mentre a livello interannuale crescono di 13,1 punti percentuali. Tuttavia i grandi mercati dell’affitto (Milano, Bologna, Roma e Napoli) vedono una riduzione dei prezzi nell’ultimo periodo.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “I dati mostrano che l'aumento dell'offerta nei principali mercati ha portato ad una correzione a ribasso delle richieste dei proprietari. I limiti al calo dei canoni dipendono, da un lato, nella spinta della domanda, che resta molto attiva, e dall'altro nel rifiuto dei proprietari di ancorarsi per anni a valori di mercato più bassi determinati dalla pandemia, che potrebbero riprendersi a medio e lungo termine. In ogni caso, l'enorme volatilità del mercato associata allo sviluppo della crisi sanitaria rende estremamente difficile qualsiasi tipo di previsione, nel breve e medio termine”.

Regioni
Solo due regioni segnano canoni inferiori a tre mesi fa: sono l’Emilia-Romagna (-1,5%) e il Friuli-Venezia Giulia (-2,8%). All’insegna dei rialzi tutte le altre con gli incrementi maggiori in Valle d’Aosta (6,7%), Calabria (4,1%), Campania (3,9%) e Liguria (3,4%).

La Lombardia (15 euro/m²) si conferma la più cara per chi va in affitto, seguita da Toscana (12,7 euro/m²) e Lazio (12,6 euro/m²). Valori sopra la media degli undici euro nazionali anche per Trentino-Alto Adige (12 euro/m²), Valle d’Aosta (11,5 euro/m²) ed Emilia-Romagna (11,2 euro/m²).
I valori più bassi della penisola si trovano invece in Abruzzo e Calabria, con una richiesta di 6,3 euro al metro quadro, seguite dal fanalino di coda il Molise con 5,6 euro di media mensile.

Province
Il 75% delle aree provinciali monitorate (70 su un totale di 106 provincie) presentano un andamento positivo dopo i mesi estivi con balzi a doppia cifra in ben 6 aree: da Oristano (16,3%), che rappresenta la performance provinciale migliore, fino a Viterbo (10%).

Delle 36 macroaree che chiudono in saldo negativo, Ferrara (-7,2%) e Rimini (-8,7%) segnano i maggiori indici di ribasso davanti a Nuoro (-16,3%).

In termini di prezzo, Milano (18 euro/m²) continua a guidare il ranking provinciale delle locazioni davanti a Ravenna (17,8 euro/m²) Grosseto (16,7 euro/m²). Dal lato opposto della graduatoria la più economica si conferma Enna (4,2 euro/m²). La seguono Avellino (4,7 euro/m2) e Isernia, quest’ultima a pari merito con Caltanissetta con una richiesta di 5 euro/m2 al mese.

Città
Lo studio di idealista ha evidenziato incrementi delle richieste dei canoni di locazione in 46 comuni capoluogo sui 104 rilevati nel terzo trimestre. I maggiori aumenti a Barletta (14,5%), Caltanissetta (11,5%) e Catanzaro (11,2%). Considerevoli aumenti anche a Rovigo (10,7%), Ravenna e Vercelli (entrambe del 10,2%), infine Bolzano (10%).

Quasi tutti i grandi mercati dell’affitto hanno visto canoni in discesa, in particolare a Milano dove i proprietari chiedono un 5% meno per affittare la loro abitazione, seguita da Firenze (-4%), Bari (-3,5%) e Bologna (2,2%). In trend negativo anche Roma (-0,8%) e Napoli (-0,3%).

La situazione negli altri capoluoghi vede i maggiori ribassi a Macerata (-13,7%), seguita da Lecce e Cesena, entrambe con un calo pari al 9% dopo i mesi estivi.

Con una media di 19 euro mensili Milano è sempre più cara per gli affittuari seguita da Firenze (15,5 euro/m²) e Venezia (15 euro/m²), esclusa Mestre. Dal lato opposto della classifica Reggio Calabria (4,5 euro/m²), Caltanissetta (4,4 euro/m²) e Vibo Valentia (4,2 euro/m²) si attestano ancora come le città più economiche per chi sceglie l’affitto.

L’indice dei valori immobiliari di idealista*
A partire dal rapporto relativo al primo trimestre del 2019, abbiamo aggiornato la metodologia per l’elaborazione del nostro indice dei prezzi. Dopo l’integrazione di idealista/data, un’apposita divisione specializzata nella gestione di grandi volumi di informazioni e nel data modeling, è state introdotta una nuova metodologia di calcolo che rende la nostra analisi dell'evoluzione dei prezzi, specialmente in aree di piccole dimensioni, ancora più robusta che in passato. Per evitare salti nella nostra serie, i dati dal 2007 sono stati ricalcolati con la nuova metodologia.

Su raccomandazione del team statistico di idealista/data, aggiorniamo la formula per indicare il prezzo medio con maggiore certezza: oltre a eliminare gli annunci atipici e con i prezzi fuori mercato, calcoliamo il valore mediano invece del valore medio. Con questo cambiamento, oltre ad affinare ulteriormente il nostro indice rendendolo più rispondente alla realtà del mercato, omologhiamo la nostra metodologia con quelle applicate in altri Paesi per ottenere dati immobiliari.

Ora includiamo la tipologia di case unifamiliari (viletta o chalet) e scartiamo immobili di qualsiasi tipo che sono stati nel nostro database per molto tempo senza ottenere interazioni utente.
Il rapporto è sempre basato sui prezzi di offerta pubblicati dagli inserzionisti di idealista.

 

 

 Fonte : "Idealista"

Agenzia Immobiliare Farini 

059454227

venerdì 2 ottobre 2020

Cambio di rotta sul fronte dell'esenzione Imu per i coniugi residenti in Comuni diversi

 

Cambio di rotta sul fronte dell'esenzione Imu per i coniugi residenti in Comuni diversi

La tesi della Cassazione




Con l'ordinanza 20140, la Cassazione è intervenuta in materia di esenzione Imu per i coniugi residenti in Comuni diversi. Una questione trattata più volte, ma che adesso prende una piega diversa. Vediamo quanto stabilito.

La Cassazione ha affermato che l'esenzione Imu per la prima casa non spetta a entrambi i coniugi anche se vivono in Comuni diversi, sottolineando che il cambio di residenza per esigenze lavorative non giustifica il beneficio fiscale.

La Cassazione, con la sua ordinanza del del 24 settembre 2020, ha evidenziato che, per quanto riguarda la stessa unità immobiliare, è necessario che il possessore e il suo nucleo familiare vi dimorino stabilimente e vi risiedano anagraficamente

Non è possibile l'esenzione giustificata da esigenze lavorative anche se gli immobili in cui viene fissata la residenza dei coniugi si trovano in Comuni diversi. Solo la separazione legale permette ai coniugi di fruire del beneficio fiscale. Per poter beneficiare dell'esenzione Imu è dunque necessario che l'intero nucleo familiare dimori stabilmente e risieda anagraficamente nella stessa unità immobiliare.

In base alla tesi fornita dalla Cassazione, non ha pià rilevanza il fatto che gli immobili utilizzati dai coniugi come prima casa siano ubicati nello stesso Comune o in Comuni differenti, quel che conta è il concetto di abitazione principale, costituita dall'unità immobiliare nella quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente

Articolo visto su
Stretta sulle esenzioni Imu ai coniugi (Italia oggi)
    Agenzia Farini
viale Gramsci 387
Modena

Superbonus 110, quanto si risparmia con la riqualificazione energetica?

 

Superbonus 110, quanto si risparmia con la riqualificazione energetica?




Il Superbonus 110% dal primo luglio rappresenta un vantaggio fiscale che fa davvero la differenza nella ristrutturazione immobiliare. Ma qual è il suo impatto? Hanno cercato di valutarlo l’Ufficio Studi di Gabetti e Gabetti Lab in un report.



Superbonus, come migliora l’efficienza energetica

L’analisi ha considerato per 59 condomini (1.277 unità abitative) che hanno contrattualizzato interventi di riqualificazione energetica il relativo risparmio dal punto di vista sia economico sia energetico. Secondo quanto stimato, con il Superbonus l’abbattimento del fabbisogno energetico nei condomini è nell’ordine del 43%, così come il risparmio energetico è del 34% e quello di emissioni CO2 del 35%, mentre la riduzione media della spesa a carico del condominio è del 70%. Un ulteriore dato significativo è il salto di classe energetica medio per le 463 unità immobiliari del campione. Grazie all’analisi dell’Attestato di prestazione energetica (APE) si è riusciti infatti a calcolare che il salto di classe medio è di 2,6 punti. Dall’analisi dei dati emerge poi che l’abbattimento della trasmittanza termica stimato, per un campione di oltre 1.000 unità immobiliari è tra l’81 e l’84% per le strutture opache orizzontali, verticali e inclinate. Per i serramenti la percentuale si aggira intorno al 53%.



Quanto si risparmia con il Superbonus 110

Un altro aspetto su cui lo studio dell’Ufficio Studi Gabetti si è focalizzato è quello economico: i vantaggi del Superbonus 110% sono significativi rispetto all’Ecobonus 65%. Considerando tutto il campione, l’importo totale dei lavori è pari a 42,6 milioni di euro, di cui il 95% (pari a 40,5 milioni di euro) ha riguardato gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate (cappotto termico) che interessano l’involucro degli edifici, mentre il 5% (pari a 2,1 milioni di euro) gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali (generatori di calore). Agli interventi di riqualificazione, le unità immobiliari del campione hanno abbinato interventi di ristrutturazione edilizia non legati all’efficientamento energetico per un ammontare di 1,9 milioni di euro (4% del costo totale). Dunque, considerato anche il costo della ristrutturazione edilizia, il costo totale generato dal campione è di 44,5 milioni di euro.

Cessione del credito di imposta con il superbonus 110

In questo caso, attraverso l’Eco/Sismabonus (65%; 85%) tradizionale e il Bonus Ristrutturazione per la quota residua (50%), il credito di imposta cedibile è del 71%, mentre rimane per il  29% a carico del condominio. Tradotto in termini numerici significa che il campione ha ceduto una cifra pari a 31,8 milioni di euro, mentre ha effettivamente pagato un residuo pari a 12,7 milioni di euro.

Un ultimo aspetto affrontato dalla ricerca riguarda il calcolo della stima del risparmio economico potenziale generato applicando l’aliquota fiscale del 110% prevista dal Superbonus. Comparando il risparmio economico dell’Ecobonus al 65%, con quello che potrebbe essere generato applicando il Superbonus 110%. Dalle stime effettuate emerge che la percentuale a carico del condominio scenderebbe al 6%: su un totale di importo lavori pari a 15,5 milioni di euro, il residuo a carico del condominio andrebbe a ridursi del 71%, da 3,6 milioni di euro a 1,04 milioni di euro.

 Da Idealista

Agenzia Farini

viale Gramsci 387

Modena


 

Detrazione delle spese tecniche per il superbonus, cosa succede se i lavori non vengono realizzati?

 

Detrazione delle spese tecniche per il superbonus, cosa succede se i lavori non vengono realizzati?



Tra i costi detraibili dal superbonus ci sono anche le spese tecniche sostenute, ad esempio, per perizie e sopralluoghi. Ma cosa succede nel caso in cui alla fine i lavori dell'ecobonus 110% non vengono portati a termine? 

E' questo l'interrogativo che un lettore di FiscoOggi, la rivista telematica dell'Agenzia delle Entrate, ha posto agli esperti del Fisco. Come ricordano gli esperti, nei limiti previsti per ciascun intervento, sono detraibili nella misura del 110% anche alcune spese sostenute in relazione ai lavori che beneficiano del superbonus. Tra queste, le spese per il rilascio del visto di conformità, di attestazioni e asseverazioni, le somme pagate per la progettazione e per l’esecuzione di prestazioni professionali richieste dalla tipologia di lavoro da effettuare.

Ma c'è un ma. Come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 24/2020, infatti, per usufruire della detrazione di queste spese è necessario che l’intervento a cui si riferiscono sia stato effettivamente realizzato.

Da Idealista
Agenzia Farini
viale Gramsci 387
Modena

Agevolazioni prima casa, da quando decorre il termine per il riacquisto entro un anno

 

Agevolazioni prima casa, da quando decorre il termine per il riacquisto entro un anno




L'Agenzia delle Entrate è intervenuta in tema di agevolazioni prima casa e riacquisto entro un anno, chiarendo in particolare da quando decorre il termine previsto dalla norma fiscale per non perdere il beneficio. Vediamo quanto chiarito nello specifico.

Con la risposta n. 409, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che il decorso dell'anno per il riacquisto di altra abitazione da adibire a prima casa deve coincidere con l'atto di compravendita ricevuto dal notaio.

Il caso in esame riguarda una vendita infraquinquennale con riserva di proprietà di un'abitazione acquistata con l'agevolazione prima casa. Nello specifico, alcuni immobili sono stati venduti con riserva di proprietà e il pagamento del prezzo è stato dilazionato in dodici rate con acquisto da parte del compratore del diritto di proprietà sugli stessi immobili successivamente al pagamento dell'ultima rata. 

Gli immobili sono stati acquistati beneficiando delle agevolazioni prima casa, le quali decadono nel caso in cui l'immobile venga venduto prima che siano trascorsi cinque anni dall'acquisto. In caso di vendita infraquinquennale, per non perdere le agevolazioni, deve essere riacquistato un altro immobile da destinare ad abitazione principale entro un anno dalla vendita.

In tale situazione, in base a quanto chiarito, il decorso di un anno per il riacquisto di un'altra abitazione da adibire a prima casa non può essere conteggiare dal momento in cui è avvenuto l'effettivo trasferimento della proprietà, successivamente al pagamento dell'ultima rata del prezzo, ma dal momento dell'atto di compravendita ricevuto dal notaio.

L'Agenzia delle Entrate ha poi sottolineato che "con la decadenza dalle agevolazioni fruite per l'acquisto degli immobili il contribuente, che abbia stipulato un contratto di mutuo avvalendosi delle agevolazioni prima casa, incorra anche nella decadenza dalle agevolazioni fiscali relative alle imposte sostitutive sul mutuo". 

DA Agenzia Farini

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Modena

Quando beneficiare dell'ecobonus 110% per gli interventi sul singolo appartamento

 

Quando beneficiare dell'ecobonus 110% per gli interventi sul singolo appartamento



Con la risposta n. 408, l'Agenzia delle Entrate ha offerto ulteriori chiarimenti in merito alla possibilità di beneficiare dell'ecobonus 110 per cento. Vediamo quanto spiegato in particolare in relazione al singolo appartamento.

L'Agenzia delle Entrate, fornendo la sua risposta, ha innanzitutto ricordato quanto disposto dall'articolo 119 del decreto rilancio e dalla circolare 8 agosto 2020, n. 24/E.

L'Agenzia delle Entrate ha dunque sottolineato che "tenuto conto della locuzione utilizzata dal legislatore riferita espressamente ai 'condomìni' e non alle 'parti comuni' di edifici, ai fini dell'applicazione dell'agevolazione, è stato chiarito che l'edificio oggetto degli interventi deve essere costituito in condominio secondo la disciplina civilistica prevista. A tal fine, si ricorda che il 'condominio' costituisce una particolare forma di comunione in cui coesiste la proprietà individuale dei singoli condòmini, costituita dall'appartamento o altre unità immobiliari accatastate separatamente (box, cantine, etc.), ed una comproprietà sui beni comuni dell'immobile. Il condominio può svilupparsi sia in senso verticale che in senso orizzontale".

Nel chiarire specificatamente i dubbi del contribuente, l'Agenzia delle Entrate ha evidenziato che è possibile accedere all'ecobonus 110 per cento per gli interventi autorizzati dall'assemblea condominiale relativi alla parte dell'involucro dell'edificio che riguarda la sua unità abitativa. Tali interventi però devono interessare l'involucro dell'edificio con una incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell'edificio stesso e devono assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell'edificio; nel caso in cui il conseguimento della classe energetica più alta non sia possibile è necessario che ciò sia dimostrato dall'attestato di prestazione energetica rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata. 

Per quanto riguarda gli interventi di isolamento termico realizzati sulle pareti interne dell'unità immobiliare, l'Agenzia delle Entrate ha sottolineato "che, in generale, qualora venga effettuato sulle parti comuni dell'edificio in condominio almeno un intervento 'trainante' tale circostanza consente a ciascun condominio di poter fruire del superbonus effettuando sulla singola unità immobiliare gli interventi 'trainati' che rientrano nel cosiddetto ecobonus".

Nel caso in cui l'intervento condominiale non venga effettuato in seguito al "diniego da parte degli organi competenti delle previste autorizzazioni amministrative", non sarà possibile fruire della detrazione del 110 per cento per gli interventi sulle pareti interne della propria abitazione. Ma, per tali interventi sarà eventualmente possibile fruire "delle detrazioni di cui all'articolo 14 del decreto legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito dalla legge 3 agosto 2013, n. 90". 

Da Agenzia Farini
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L’effetto covid può rivoluzionare il mercato delle case vacanze

 

L’effetto covid può rivoluzionare il mercato delle case vacanze




L’effetto domino dell’emergenza sanitaria ha colpito duramente il settore del turismo, non risparmiando nemmeno  il mercato delle case vacanze (soprattutto nelle grandi città). Eppure, la ridefinizione dei tempi, degli spazi e delle modalità lavorative in un futuro neanche troppo lontano potrebbero rivoluzionare completamente il mercato degli affitti turistici. Al riguardo, idealista/news ha raccolto il parere di Francesco Roesler, Senior Landscape Architect & Masterplanner dello studio internazionale Dar Al-Handasah.

Ridefinizione della quotidianità

“L’imposizione del lockdown ha innescato un processo di ripensamento delle esigenze e priorità in tema di abitare e del valore degli spazi aperti e del verde pubblico all’interno delle città, come valvola di sfogo ed evasione dal paesaggio artificiale che abbiamo costruito”, spiega Roesler. Ma questo ripensamento dei parametri abitativi e del bisogno di spazi aperti va contestualizzato anche in un nuovo scenario, che permette ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni da remoto, contribuendo alla ridefinizione di una nuova normalità o quotidianità, che dir si voglia.

Come sottolinea lo stesso architetto, “La densificazione urbana e la concentrazione delle attività lavorative e dei servizi nelle grandi città hanno portato, nel tempo, alla progressiva riduzione degli spazi domestici al minimo indispensabile per svolgere le funzioni vitali essenziali”. Questo è quanto, fino ad oggi, accadeva nelle grandi città.

Uno scenario che ha contribuito in maniera decisiva a determinare le attuali leggi di mercato: “ciò ha ampliato notevolmente il gap tra valore intrinseco e valore di mercato dell’abitazione, specialmente nei centri delle grandi capitali mondiali, creando un enorme divario tra potere di acquisto e valore di mercato”. Uno scenario, questo, che però sta per entrare in crisi e che potrebbe riservare le migliori opportunità di investimento lontano dalle zone con le quotazioni più alte.

Nuove opportunità

Investire in una casa vacanze lontano dai principali centri economici italiani, per costo degli immobili e opportunità di sviluppo a breve e medio termine, potrebbe rappresentare il trend da seguire. Secondo l’architetto dello studio internazionale Dar Al-Handasah: “Le conseguenze (positive) non tarderanno ad arrivare anche per il turismo; il settore forse più duramente colpito dalla pandemia, e che da questa potrebbe trarne i maggiori vantaggi”.

Per rendersene conto, basti tornare con la memoria a quanto successo solo poco tempo fa: “Sembra un paradosso ma molti di noi quest’estate hanno avuto la possibilità di trascorrere periodi più lunghi del solito in località considerate turistiche, specialmente nel Sud dell’Europa, complice il lavoro in remoto. Ciò ha inevitabilmente portato maggiore ricchezza nelle tasche degli imprenditori e commercianti locali perché il periodo medio di permanenza del turista in smartowrking è passato da una a due o anche tre settimane”.

Ma a cambiare, potrebbe essere il concetto stesso di vacanze, nel senso di tempo passato presso località turistiche, il che potrebbe ridefinire anche i termini della definizione di alta e bassa stagione. Facile infatti immaginare una copertura delle prenotazioni spalmata su porzioni più ampie dell’anno.

Flessibilità vuol dire anche affrancarsi dal concetto di agosto uguale ferie – spiega Roesler – il lavoratore del futuro deve poter gestire il proprio tempo per concedersi pause o periodi di lavoro in remoto anche al di fuori dei canonici mesi dell’alta stagione; spalmando la domanda turistica su un periodo molto più ampio di quello attuale”.

Da seconda a prima casa

Lo stesso architetto mette in evidenza uno scenario futuribile: “I prezzi immobiliari decisamente inferiori nel Sud dell’Europa comparati alle Capitali stanno spingendo sempre più persone a interrogarsi se valga la pena investire in una proprietà in Toscana o Puglia, piuttosto che in una grande capitale, riattivando luoghi che in genere, finita la stagione turistica, si spopolano; portandovi ricchezza, rilocando servizi e potenziandone le infrastrutture; in alcuni casi addirittura trasformando il concetto di casa vacanze in prima casa”.

Un cambio di scenario che, per molti aspetti, potrebbe segnare un’inversione di tendenza epocale: “Se un fenomeno del genere si verificasse potrebbe stravolgere completamente il concetto di urbanità e dell’abitare, deviando investimenti e progetti urbanocentrici verso località ad oggi considerate periferiche per iniziare a perseguire la visione degli Smart Village piuttosto che l’utopia delle Smart Cities”.

Ma cosa significa, veramente, Smart Village? “Una rete di villaggi futuristici che, unendo un contesto geografico e climatico privilegiato, qualità architettonica e tecnologia possono rilanciare interi territori attirando maestranze, giovani professionisti, con relative famiglie, e quindi imprese e investimenti”.

Questo ulteriore passaggio, però, non sarà così automatico e immediato, come tiene a precisare Francesco Roesler: “Tale rivoluzione non avverrà in tempi brevi o senza resistenze, in primis da parte degli stessi Governi, che auspicano un (improbabile) ritorno alla ‘normalità’ nella disperata impresa di sostentare un modello di crescita ormai già superato dove la Città è puramente un bene di consumo. Accettare il cambiamento, coglierne le immense opportunità e migliorare il modo in cui viviamo è invece la sfida che dobbiamo intraprendere”.

Da Idealista
Agenzia Farini
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