venerdì 29 dicembre 2017

Mercato immobiliare, le previsioni per il 2018





Nel corso del 2017 è continuata la ripresa del mercato immobiliare già inziata negli ultimi due anni, con un aumento delle compravendite a tassi di crescita più ridotti rispetto all'exploit del 2016. Una ripresa accompagnata dalle buone condizioni del mercato del credito, ancora sostenuto dalle politiche monetarie espansionistiche. In controtendenza i prezzi delle abitazioni, in terreno negativo, ma con una tendenza alla stabilizzazione.
L’andamento dei prezzi delle case di seconda mano è stato negativo anche nel corso del 2017, con un calo del 4% rispetto allo scorso anno e una tendenza alla stabilizzazione dei valori certificata da quotazioni pressoché invariate nell’ultimo trimestre. Tuttavia, i prezzi hanno già iniziato a risalire in alcuni dei mercati più dinamici – come Bologna e Firenze – e in alcune zone delle grandi città – come Milano, Roma e Napoli.
 
Sul trend negativo incide in maniera determinante lo stock di immobili con caratteristiche di prezzo, qualità, localizzazione non richieste dal mercato; mentre la vivacità della domanda privata, sostenuta dal mercato dei mutui, si estende a macchia di leopardo concentrandosi nelle aree di maggior pregio e dove la qualità della vita è migliore.
 
Con l’incremento dei rendimenti del mattone, nel 2018 si punterà all’investimento in immobili da mettere a reddito, con particolare attenzione al prezzo (occhio all’affare) e allo sviluppo immobiliare delle aree urbane. La capacità del mattone italiano di attrarre i capitali da parte di investitori istituzionali o non, dipenderà anche dall'attuazione di riforme volte alla semplificazione normativa e burocrativa, alla riduzione della tassazione, e a una rivisitazione della legislazione sull'affitto.
 
In linea con la ripresa economica, i canoni di locazione sono tornati a salire, perché le condizioni d’incertezza del mercato del lavoro hanno aumentato i casi di affitto per l’abitazione principale. Il 2018 vedrà l’economia della post-proprietà in forte crescita, con meno proprietari e più utilizzatori del “bene-casa”.
 
Di fronte al profondo mutamento della domanda abitativa come conseguenza ai cambiamenti sociali, demografici ed economici in atto, il mercato immobiliare ha davanti a sé la sfida del rinnovamento dell’offerta, all’insegna della qualità dei prodotti e soprattutto dei servizi, che costituiscono un plus per i clienti. Seguendo questa tendenza, il nuovo anno vedrà un’ulteriore diffusione di fenomeni come l’affitto stanze e le locazioni brevi.

Da " Idealista"
Agenzia Farini 
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venerdì 15 dicembre 2017

Istat - Export - Congiuntura artigianato - Pevisioni Excelsior - Agevolazioni per registrazione marchi comunitari e internazionali



Risultati immagini per istatNewsletter economico-statistica e promozionale del 14/12/2017


Il numero indice per il mese di novembre (base 2015=100) è pari a: 100,8
Principali variazioni rispetto al mese di novembre 2017
variazione mensile per il periodo ottobre 2017 - novembre 2017: -0,1%
variazione annuale per il periodo novembre 2016 - novembre 2017: +0,8%
variazione biennale per il periodo novembre 2015 - novembre 2017: +0,9%


I dati Istat elaborati dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena confermano il buon andamento dell'export nella provincia di Modena da gennaio a settembre 2017. Il valore delle esportazioni passa infatti da 9.009 milioni di euro del 2016 a 9.459 nel 2017 con un incremento tendenziale del +5,0% pari a 450 milioni di euro.
Nel confronto territoriale l'Emilia-Romagna mostra un aumento più marcato (+5,8%), mentre l'Italia registra un exploit del +7,3%. Il dettaglio delle province della nostra regione evidenzia un notevole incremento tendenziale per Ravenna (+12,6%), seguita da Forlì-Cesena (+7,6%) e da Reggio Emilia e Rimini (entrambe +7,4%).
Per Modena si evidenzia che la consueta chiusura estiva degli stabilimenti ha generato un calo congiunturale dell'export pari a -6,7% nel terzo trimestre del 2017 rispetto al secondo, tuttavia l'andamento positivo da gennaio ha ampliamente compensato questa flessione.


Prosegue il trend di crescita per le imprese artigiane modenesi: l'indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna mostra, nel terzo trimestre 2017, un incremento tendenziale delle principali variabili. Innanzitutto salgono gli ordini del 4,0%, in tal modo aumenta anche la produzione (+5,8%) e a ciò segue un incremento del fatturato (+5,9%). Anche i dati regionali sono positivi, ma con incrementi meno sensibili: gli ordini salgono dello 0,9%, la produzione dell'1,8% e il fatturato dell'1,7%.
Tuttavia la crescita delle imprese artigiane modenesi pare dovuta esclusivamente alla domanda interna: emerge, infatti, un calo tendenziale sia per gli ordinativi esteri (-3,0%), sia di conseguenza per il fatturato estero (-4,2%), mentre nel totale regionale le diminuzioni sono inferiori (-1,4% per gli ordini e -1,8% per il fatturato).


Unioncamere Nazionale ha diffuso i risultati trimestrali dell'indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione delle imprese. Nel trimestre dicembre 2017 - febbraio 2018 le imprese modenesi prevedono di assumere 16.600 persone.
La maggioranza di esse sarà impiegata dalle piccole imprese (1-49 dip.) con il 64,8% delle richieste, il 17,7% dalle medie imprese (50-249 dip.) ed il resto dalle imprese con più di 250 addetti (17,5%).
I settori che assumeranno di più sono i servizi con il 57,5% del totale, in aumento rispetto al trimestre precedente, in particolare i servizi alle imprese (21,8%) e il commercio (+12,5%). I servizi di alloggio e ristorazione e alle persone invece raggiungono entrambi l'11,8%. L'industria assume il 36,2% delle persone, di cui l'11,7% nelle industrie meccaniche ed elettroniche e il 4,4% nelle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo. Nelle costruzioni la quota rimane al 5,9%.
Nel solo mese di dicembre i nuovi assunti saranno 3.400, di essi ben il 41% saranno ragazzi con meno di 30 anni.


Con il bando denominato Marchi +3 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 6 dicembre 2017 riprende il sostegno del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) - Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (DGLC-UIBM) in favore delle PMI per favorire la registrazione del proprio marchio nazionale a livello comunitario ed internazionale.
Le PMI possono presentare una o più domande di agevolazione dirette a coprire le spese sostenute per l'acquisto dei servizi specialistici per la registrazione comprese le tasse di deposito. Le spese devono fare riferimento a fatture emesse e a pagamenti effettuati a partire dal 1° giugno 2016 e comunque in data antecedente la presentazione della domanda di agevolazione. La tipologia delle spese ammissibili e l'entità delle agevolazioni sono indicate nel bando.
Le domande potranno essere presentate a partire dal 7 marzo 2018.

Fonte :  "istat"
Agenzia Immobiliare Farini
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mercoledì 13 dicembre 2017

Tassa rifiuti, legittima o gonfiata? Come scoprire se si ha diritto al rimborso




Risultati immagini per rifiuti Da qualche settimana è ormai scoppiato il caos Tari. In seguito a un'interrogazione parlamentare si è scoperto che molti Comuni avevano gonfiato la quota variabile dell'imposta, aumentando considerevolmente il costo per i contribuenti. Ma come si può scoprire se quanto pagato è la quota legittima o gonfiata?
La circolare pubblicata dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia in merito alla corretta modalità applicativa della Tari ha chiarito che è corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell'utenza domestica. Qualora il contribuente riscontri un errato computo della parte variabile della tassa sui rifiuti effettuato dal Comune o dal soggetto gestore del servizio può chiedere il rimborso del relativo importo in ordine alle annualità a partire dal 2014, anno in cui la Tari è entrata in vigore.
Ma com'è possibile riscontrare l'errore nel calcolo? La prima cosa da fare è recuperare il regolamento dedicato alle pertinenze della Tari. Se il Comune prevede di applicare una sola quota variabile per tutto l'immobile allora quanto corrisposto dovrebbe corrispondere a quanto effettivamente dovuto. In caso contrario si aprirebbe la strada del rimborso.
Risultati immagini per rifiutiUn'ulteriore verifica puo' essere fatta leggendo con attenzione la propria bolletta che riporta la voce "dettaglio degli immobili". Qui è possibile verificare il dettaglio della quota fissa (costo al m2 da moltiplicare per i metri della superficie della casa e delle pertinenze), la seconda è un'aggiunta che dipende solo dal numero di occupanti.
Una volta verificato di aver pagato più di quanto dovuto, si apre la strada al rimborso. L’istanza di rimborso deve essere proposta, a norma dell’art. 1, comma 164, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento.
L’istanza, che non richiede particolari formalità, deve però contenere tutti i dati necessari a identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso nonché i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo della Tari.

Fonte : "Idealista" 
Agenzia Immobiliare Farini 
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martedì 12 dicembre 2017

Detrazione dell'affitto per studenti fuori sede, le novità del decreto fiscale

Tra i bonus a disposizione dei contribuenti previsti dal decreto fiscale c’è la detrazione per gli affitti agli studenti. Vediamo in cosa consiste e come cambia.
Risultati immagini per studentiIl decreto fiscale ha rimodulato questo tipo di bonus fiscale. In particolare, rispetto alle regole attualmente in vigore, per sfruttare la detrazione Irpef del 19% (su un limite massimo di spesa di 2.633 euro), viene eliminato il riferimento alla provincia diversa.
Questo significa che sarà possibile usufruire dello sconto fiscale nei casi in cui il contratto di locazione regolare riguardi anche un fuori sede nella stessa provincia, purché distante dalla famiglia almeno 100 chilometri oppure 50 chilometri se residenti in zone montane o disagiate.
Bisogna fare attenzione alla durata. Secondo quanto sottolineato, “a seguito delle novità introdotte” la detrazione “viene limitata ai periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2017 e al 31 dicembre 2018”. Il “nuovo” bonus può essere sfruttato già nella prossima dichiarazione, indicando i canoni di locazione versati nel 2017.



Fonte : “Idealista”
Agenzia Immobiliare Farini
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lunedì 11 dicembre 2017

Immobiliare, Fiaip: Terzo trimestre positivo, ma è netta la frenata della crescita

Mario Condò de Satriano (Fiaip): "Pesano sul mercato le promesse disattese dal Governo di una nuova fiscalità immobiliare"


     Alla ripresa economica dell’Italia continua a mancare l’immobiliare e il suo indotto per accelerare la crescita. Il mercato immobiliare continua la sua lenta crescita, così come ha previsto il Centro Studi Fiaip già lo scorso semestre. Il rallentamento della crescita fotografato ieri dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, registrato nel terzo trimestre 2017 è per il mercato residenziale un dato positivo (+1,5% rispetto allo stesso trimestre 2016 ), viziato ancora oggi dall’enorme carico di tassazione sulla casa che si abbatte sui contribuenti nel nostro Paese.
Nonostante il settore abitativo continui a mantenere il segno positivo quasi ininterrottamente dal 2014, i tassi di crescita delle compravendite nel terzo trimestre del 2017 risultano alquanto ridimensionati rispetto ai trimestri precedenti. Le previsioni degli agenti immobiliari Fiaip evidenziano un trend di lieve ripresa: a fine anno le compravendite saranno ancora inferiori rispetto agli stock transanti nel 2006 ed i prezzi delle compravendite sono ancora in alcuni casi in discesa o fermi e le locazioni non dovrebbero brillare pur facendo meglio delle compravendite.
Il mercato immobiliare stenta ancora oggi a prendere il volo - dichiara il Vice Presidente Nazionale Vicario Fiaip e Presidente del Centro Studi Mario Condò de Satriano - in quanto è penalizzato da una gestione miope del Governo che ha visto crescere ad oltre 50 miliardi di euro l’anno il gettito delle imposte sugli immobili, slegando i tributi da qualsiasi capacità reddituale dei contribuenti e triplicando dal 2012, rispetto ad altri Paesi europei, la stessa tassazione sulla casa.”
Siamo tuttora lontanissimi dai numeri pre-crisi, ma nonostante ciò il mattone rappresenta, ancora oggi un bene rifugio per la maggior parte degli italiani. In questo momento siamo di fronte a prezzi molto bassi e le stesse banche offrono mutui vantaggiosi. Il trimestre in questione ha un rilievo statistico residuale - continua Condò de Satriano - rispetto al complesso dell’anno: Si evidenzia, in ogni caso, una crescita ancora lenta nelle principali città capoluogo di regione, con una maggior crescita registrata nel Sud Italia rispetto ad altre aree del Paese".






Fonte: Ufficio Stampa
Agenzia Farini
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giovedì 30 novembre 2017

Richiesta mutuo, i documenti necessari


Nel momento in cui si decide di acquistare una casa e accendere un mutuo, dopo aver fatto una serie di valutazioni, bisogna stare attenti anche ai documenti che bisogna presentare al momento della richiesta. Vediamo, dunque, quali sono le informazioni e i documenti necessari per l’istruttoria.
La guida della Banca d’Italia“Comprare casa – Il mutuo in parole semplici” ricorda che con l’istruttoria l’intermediario verifica il reddito, il patrimonio e le garanzie offerte dal cliente per valutare la sua capacità di rimborso nel tempo.
Ogni intermediario ha le sue procedure, ma in genere i documenti da presentare riguardano:
  • informazioni anagrafiche, quali età, residenza, stato civile, eventuali convenzioni patrimoniali stipulate fra i coniugi o parti di un’unione civile;
  • informazioni che certificano la capacità di reddito: per i lavoratori dipendenti, la dichiarazione del datore di lavoro che attesta l’anzianità di servizio, almeno l’ultimo cedolino dello stipendio e la copia del modello Cud (oppure il modello 730 o il modello Unico); per i lavoratori autonomi o i liberi professionisti, le ultime dichiarazioni dei redditi, la certificazione della Camera di Commercio Industria e Artigianato, l’attestato di iscrizione all’albo se professionisti;
  • informazioni relative all’immobile, per esempio la copia del contratto preliminare di vendita (“compromesso”), la planimetria, il certificato di abitabilità, l’ultimo atto di acquisto o la dichiarazione di successione.
Il Foglio contenente le Informazioni generali indica le informazioni e le evidenze documentali che il consumatore deve fornire per la valutazione del merito di credito nonché il termine entro il quale fornirle.
La garanzia che l’intermediario di solito richiede è l’ipoteca, che gli dà il diritto di far vendere l’immobile se il cliente non riesce a restituire il finanziamento. Per determinare il valore dell’immobile, e quindi della garanzia, l’immobile viene prima sottoposto a una perizia. Il cliente può abitare nell’immobile ipotecato e può affittarlo. Venderlo, invece, può essere più complicato proprio a causa del vincolo cui è sottoposto.
Il finanziatore potrebbe richiedere altre garanzie oltre all’ipoteca, per esempio quando il cliente ha un reddito basso rispetto alle rate, non ha un lavoro stabile o chiede un mutuo per un ammontare superiore all’80% del valore dell’immobile.Tra le garanzie più diffuse c’è la fideiussione, rilasciata da un soggetto diverso dal cliente che richiede il mutuo. Con la fideiussione il garante risponde della restituzione dell’intero finanziamento con tutto il suo patrimonio.
Un’altra valutazione importante da fare è quella relativa ai tempi per l’erogazione del mutuo. I tempi per ottenere il mutuo, cioè quelli che intercorrono tra la presentazione della documentazione e l’effettiva erogazione della somma sono indicati nel Foglio contenente le Informazioni generali. Il cliente può scegliere il notaio a cui rivolgersi. Il mutuo di solito non viene erogato il giorno della firma del contratto, ma solo dopo alcuni giorni, quando secondo la legge l’ipoteca ha normalmente raggiunto un maggior grado di sicurezza.

Fonte : " IDEALISTA"
Agenzia Immobiliare Farini 
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mercoledì 29 novembre 2017

Mutuo tasso variabile con Cap, ecco come funziona



Il mutuo a tasso variabile con Cap è un’alternativa ai ben noti fisso e variabile. Vediamo come funziona e quali sono i possibili vantaggi e svantaggi.
Il mutuo a tasso variabile con Cap è un mutuo il cui tasso di interesse varia in base all’andamento del parametro di riferimento, che è l’Euribor, ma senza poter superare una soglia prefissata, ossia il Cap, che determina l’importo massimo delle rate. Il tetto massimo, oltre il quale il tasso non può salire, viene fissato all’atto della firma del contratto.
Una soluzione che rappresenta una via di mezzo tra il mutuo a tasso fisso e il mutuo a tasso variabile, in quanto il mutuatario può beneficiare di un eventuale ribasso dei tassi di mercato tutelandosi però da eccessive oscillazioni al rialzo. E’ chiaro che, nel caso del mutuo a tasso variabile con Cap, il tasso di base fissato dalla banca è leggermente più alto del normale. Di sovente l’istituto di credito stabilisce anche il Floor, la soglia minima al di sotto della quale il tasso non può scendere.
Ma quali sono i vantaggi del mutuo a tasso variabile con Cap? E gli svantaggi? Presto detto. Innanzitutto, il mutuo a tasso variabile con Cap permette di conoscere sin dall’inizio l’importo massimo che può raggiungere la rata da versare; in secondo luogo, il mutuo a tasso variabile con Cap permette di godere dei benefici del tasso variabile e della sicurezza garantita dal tetto massimo. Per quanto riguarda gli svantaggi, la copertura assicurativa garantita dal mutuo a tasso variabile con Cap si traduce in un tasso di base leggermente più alto del normale.

 Fonte: "Idealista" 
Agenzia farini 
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lunedì 27 novembre 2017

Fondo garanzia prima casa, come funziona


Risultati immagini per casa caldaNel momento in cui ci si trova ad acquistare la prima casa e i costi dei mutui appaiono troppo elevati si può prendere in considerazione una specifica agevolazione. Si tratta del Fondo di garanzia per i mutui prima casa, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Vediamo come funziona.
Il Fondo rilascia garanzie, a prima richiesta, nella misura massima del 50% della quota capitale su mutui ipotecari o su portafogli di mutui connessi all’acquisto e a interventi di ristrutturazione e accrescimento di efficienza energetica di immobili adibiti ad abitazione principale.
Sono ammissibili alla garanzia del Fondo i mutui ipotecari erogati da banche o intermediari finanziari:
  • di ammontare non superiore a 250.000 euro;
  • destinati all’acquisto di immobili adibiti ad abitazione principale, anche con accollo da frazionamento, non rientranti nelle categorie catastali A1, A8 e A9 o con caratteristiche di lusso, e a interventi di acquisto e ristrutturazione ed accrescimento dell’efficienza energetica.
I soggetti finanziatori si impegnano a non richiedere ai mutuatari garanzie aggiuntive non assicurative, nel rispetto dei limiti consentiti dalla legislazione vigente, oltre all’ipoteca sull’immobile. Per l’accesso alla garanzia del Fondo non sono previsti limiti di reddito dei mutuatari.
All’atto di ammissione della garanzia, in presenza di più domande pervenute nella stessa giornata, il gestore del Fondo attribuisce priorità ai mutui erogati a:
  • giovani coppie – nuclei familiari costituiti da almeno due anni, coniugati o conviventi more uxorio, con uno dei componenti con età inferiore ai trentacinque anni;
  • nucleo monogenitoriale con figli minori – persona singola non coniugata, separata, divorziata o vedova con almeno un figlio convivente minore;
  • giovani di età inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico di cui all’articolo 1 della legge 28 giugno 2012, n. 92;
  • conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari.
Per i mutui ai quali sia stata assegnata priorità, il limite massimo del tasso effettivo globale (Teg) applicabile ai mutui è stato posto pari al tasso effettivo globale medio sui mutui, rilevato dalla pubblicazione trimestrale del Ministero dell’Economia e delle Finanze ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108.
Le banche e gli intermediari finanziari che aderiscono all’iniziativa possono adottare, a tutela dei mutuatari che presentino difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo, la sospensione dei pagamenti delle rate e/o le altre misure facoltative indicate nel modulo di adesione, allegato al presente atto.
L’elenco delle banche aderenti è disponibile presso il sito internet del gestore del fondo Consap Spa. Le banche e gli intermediari finanziari sono tenuti ad assicurare la piena operatività della propria adesione all’iniziativa del Fondo entro 30 giorni lavorativi dalla trasmissione del modulo, a condizione che il Manuale d’uso sia stato emanato da almeno 30 giorni lavorativi.

 Fonte : "Idealista" 

Agenzia Immobiliare Farini 

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mercoledì 22 novembre 2017

Conosci il tuo stipendio netto? Ecco quali sono le 

trattenute e le detrazioni in busta paga


Sono tante le voci che costituiscono la busta paga. E spesso capire esattamente a quanto ammonta lo stipendio netto non è facile. Vediamo come fare per sapere quanto entra direttamente nel portafoglio.
Risultati immagini per stipendioPer capire a quanto ammonta lo stipendio netto si deve partire dallo stipendio annuo lordo. Un valore dal quale togliere alcune voci, come i contributi previdenziali e le detrazioni Irpef. Bisogna poi considerare alcuni altri elementi, ad esempio avere o meno familiari a carico, avere diritto a un’indennità per infortunio o malattia e il bonus Renzi di 80 euro. Non si deve dimenticare poi che i contratti nazionali collettivi sono diversi in base al settore produttivo a cui appartiene il lavoratore.
Ecco le voci che possono influire sul calcolo dello stipendio netto:
  • contributi previdenziali (cambiano a seconda del contratto collettivo e della categoria del dipendente);
  • detrazioni fiscali (cambiano a seconda del reddito, nel dettaglio: fino a 15.000 euro 23%; tra 15.001 e 28.000 euro 27%; tra 28.001 e 55.000 euro 38%; tra 55.001 e 75.000 euro 41%; sopra i 75.000 euro 43%);
  • familiari a carico ed eventuale disabilità di qualcuno di loro;
  • malattia o maternità;
  • infortunio;
  • buoni pasto o mensa aziendale;
  • assegni familiari;
  • Tfr;
  • tredicesima e quattordicesima se prevista dal contratto nazionale;
  • ferie non godute;
  • bonus 80 euro (dal 2016 convertito in detrazione).
Nel complesso, la differenza tra lo stipendio lordo e lo stipendio netto è del 25-40% circa. Ciò significa che se viene stabilita una retribuzione lorda di 2.000 euro, il lavoratore porterà a casa tra i 1.200 e i 1.500 euro.

martedì 21 novembre 2017

Credito d'imposta riacquisto prima casa, come funziona


Risultati immagini per chiaviChi vende l’abitazione acquistata con le agevolazioni prima casa ed entro un anno ne compra un’altra ha diritto a un credito d’imposta pari all’imposta di registro o all’Iva pagata per il primo acquisto agevolato. Vediamo come funziona e come si calcola il credito d'imposta per il riacquisto della prima abitazione, valido anche se si acquista con contratto di appalto o di permuta.
Il credito d’imposta non può comunque essere superiore all’imposta dovuta sul secondo acquisto e può essere utilizzato, a scelta del contribuente:
  • in diminuzione dell’imposta di registro dovuta sul nuovo acquisto
  • per l’intero importo, in diminuzione delle imposte di registro, ipotecarie, catastali, di quelle sulle successioni e donazioni dovute sugli atti e sulle denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito
  • in diminuzione dell’Irpef dovuta in base alla prima dichiarazione dei redditi successiva al nuovo acquisto
  •  in compensazione con altri tributi e contributi dovuti in sede di versamenti unitari con il modello F24 (usando il codice tributo 6602)
Se il contribuente utilizza solo parzialmente il credito d’imposta per pagare l’imposta di registro dovuta per l’atto in cui lo stesso credito è maturato, potrà utilizzare l’importo residuo solo in diminuzione dell’Irpef o in compensazione, ma non in diminuzione delle imposte di registro, ipotecarie, catastali, di quelle sulle successioni e donazioni per gli atti presentati dopo la data di acquisizione del credito.
La normativa prevede, infatti, che in relazione alle imposte dovute per tali atti e denunce, il credito deve essere utilizzato per l’intero importo. Per fruire del credito d’imposta è necessario manifestare tale volontà nell’atto di acquisto del nuovo immobile, specificando se si intende utilizzarlo in detrazione dall’imposta di registro dovuta per lo stesso atto. In particolare, l’atto di acquisto dovrà contenere, oltre alle “ordinarie” dichiarazioni di possesso dei requisiti per l’agevolazione “prima casa”, l’espressa richiesta del beneficio e dovrà indicare gli elementi necessari per determinare il credito.
Occorrerà, perciò  indicare gli estremi dell’atto di acquisto dell’immobile sul quale era stata corrisposta l’imposta di registro o l’Iva in misura agevolata nonché l’ammontare della stessa; dichiarare l’esistenza dei requisiti che avrebbero dato diritto al beneficio alla data dell’acquisto medesimo, nel caso in cui era stata corrisposta l’Iva ridotta in assenza della specifica agevolazione prima casa;  produrre le relative fatture, se è stata corrisposta l’Iva sull’immobile ceduto e indicare gli estremi dell’atto di vendita dell’immobile.
Occorre ricordare che la circola n. 12/E dell’8 aprile 2016 dell’Agenzia delle Entrateha precisato che, in considerazioni delle modifiche che hanno interessato la normativa in materia di “prima casa”, il credito d’imposta spetta anche quando il contribuente acquista la nuova abitazione prima della vendita dell’immobile già posseduto.
Il credito d’imposta non spetta se: sono stati persi i benefici “prima casa” in relazione al precedente acquisto il contribuente ha acquistato il precedente immobile con aliquota ordinaria, senza cioè usufruire del beneficio “prima casa”; il nuovo immobile acquistato non ha i requisiti “prima casa”; viene ceduto un immobile acquistato con le agevolazioni “prima casa” riacquistando, non a titolo oneroso, un altro fabbricato avente i requisiti per fruire del beneficio
Fonte : " Idealista"
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domenica 19 novembre 2017

Npl con sottostante immobiliare, oltre 30 mld nelle mani di compratori esteri



Oltre 33 miliardi di euro è il valore degli Npl con sottostante immobiliare che dall’inizio dell’anno ad oggi è passato nelle mani di compratori esteri, soprattutto in arrivo dagli Stati Uniti. Secondo gli ultimi dati di Banca Ifis, a fine anno è possibile che si raggiunga una cifra compresa tra i 71 e i 104 miliardi.
Ci sono infatti 30 miliardi su operazioni on going, 25 miliardi in operazioni annunciate e 15 in deal che sono in programma. In Atlante II confluiranno i 26 miliardi di Npl di Mps. Come sottolineato dal Sole 24 Ore, Paolo Bellacosa, partner di Vitale & Co. Real estate, ha affermato che “a comprare sono i big americani del private equity come Cerberus, Bain capital credit, Kkr, Fortress, Pimco, ma anche Algebris e Crc”.
Sempre in base a quanto evidenziato dal Sole 24 Ore, Vito Ruscigno di Pwc ha spiegato che “gli immobili a garanzia dei crediti in sofferenza sono per il 50% uffici e spazi retail, per il 30% immobili industriali o di logistica, per il 10% hotel, una componente in crescita, e per un altro 10% residenze, con poco appeal per gli investitori esteri”.
Sul fronte dei prezzi, i prossimi 70 miliardi di euro di Npl dovrebbero trovare una collocazione a circa 15 miliardi. Oggi gli Npl garantiti da immobili si vendono intorno al 35%. Secondo un report di Cbre nel 2015 i prezzi si aggiravano intorno al 17-18%.
In vista c’è lo sviluppo di un mercato secondario. A tal proposito, Bellacosa ha spiegato che “si potrebbero sviluppare segmentazione e cartolarizzazione dei portafogli acquistati, che potrebbero attrarre investitori assicurativi alla ricerca di rendimenti. Oggi viene alimentato il mercato primario, con le cessioni da parte delle banche, ma una volta che lo stock cambierà proprietà si potrebbero ingenerare nuove operazioni come cessioni di large ticket o sub-portafogli”.
Sempre come riportato dal Sole 24 Ore, Bellacosa ha poi aggiunto: “Si vedrà nei prossimi mesi se ci sarà una dinamica di crescita di prezzi degli Npl, ma certamente il percorso di crescita del Paese è una condizione essenziale per smaltire lo stock di Npl esistente. Ci sono diversi rischi che possono minacciare tale sentiero di crescita: dalle incertezze politiche macro, legate alle negoziazioni post Brexit e alle incognite della presidenza Trump, alle tensioni finanziarie (legate alla crescita del debito in Cina e al cambio delle politiche monetarie in Usa), dalle tensioni geopolitiche alla diffusione dei populismi alimentati da spinte protezionistiche dovute alle crescenti diseguaglianze. Senza dimenticare le elezioni italiane del 2018”.

Fonte : "idealista"
Agenzia Immobiliare farini 
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giovedì 16 novembre 2017

Mutui, brusco calo della domanda a ottobre -20,4%


Il ridimensionamento della componente surroghe anche nel mese di
ottobre fa diminuire del 20,4% la domanda di mutui rispetto allo stesso
mese del 2016, che aveva fatto invece registrare un momento di record.
A dirlo è l'ultima analisi delle interrogazioni sul sistema di informazioni
creditizie (Sic) gestito dal Crif.
Decisamente più incoraggiante la dinamica dell’importo medio richiesto, che si conferma in crescita attestandosi a 125.449 Euro. Nei primi dieci mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti: il confronto con il 2016, quando la performance era risultata particolarmente positiva, mostra un calo del numero di richieste ma, allargando il raggio di analisi agli anni precedenti, si osserva un andamento complessivamente in crescita sebbene rimanga ancora da colmare un gap rispetto al biennio 2010-2011.
L'importo medio richiesto
Per quanto riguarda il valore dei mutui richiesti, in ottobre si conferma il
trend di moderato incremento, con l’importo medio che si attesta a
125.065 Euro, in crescita del +1,3% rispetto allo stesso mese dell’anno
precedente e sostanzialmente in linea con i primi 9 mesi del 2017.
Classi di importo di mutui richiesti
Relativamente alla distribuzione per fasce di importo, nel periodo che va
da gennaio a ottobre 2017 le richieste di mutuo hanno visto una
preferenza per la classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una
quota pari al 29,3% del totale.
Rispetto ai dati rilevati nello stesso periodo del 2016, in generale si nota
uno spostamento delle richieste sotto i 100.000 Euro (-1,0 punti
percentuali, pur mantenendo un’incidenza pari al 47,3% sul totale) verso
quelle superiori ai 150.000 Euro.
Le classi di durata dei mutui richiesti
Anche per quanto riguarda la distribuzione delle richieste in base alla
durata le preferenze degli italiani sembrano confermate: nella classe
compresa tra i 16 e i 20 anni si concentra, infatti, la quota maggiore di
richieste, pari al 24,5% del totale (+0,4 punti percentuali rispetto al
periodo gennaio-ottobre 2016), seguita dalla fascia tra i 26 e i 30 anni,
con il 22,1%.
In linea generale, rispetto allo scorso anno si osserva una sempre
maggiore propensione verso piani di rimborso più lunghi (+2,9 punti
percentuali per le classi di durata superiori ai 15 anni), mentre quelli
inferiori ai 10 anni (di sovente associati a surroghe e sostituzioni) sono
indicati solamente nell’11,4% delle richieste totali.

La distribuzione della domanda per fasce d'età

In merito alla distribuzione di domande per fasce di età del richiedente,
la classe compresa tra i 35 e i 44 anni rimane maggioritaria, con una
quota pari al 35,1% del totale, seppur in calo di -0,9 punti percentuali
rispetto allo stesso periodo del 2016.
Le altre classi rimangono pressoché stabili, con un leggero aumento (+0,4
punti percentuali) dell’incidenza di quella compresa tra i 45 e i 54 anni.

Fonte : "Idealista" 
Agenzia Immobiliare Farini 
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