Affitto in nero: cosa devi sapere
Come si denuncia un affitto in
nero e quali sono le sanzioni che l’inquilino e il padrone di casa
rischiano?
Cosa significa “affitto in nero” e
quali rischi corrono l’inquilino e il padrone di casa? Si tratta di
un reato o sono previste solo sanzioni di tipo fiscale?
Sull’affitto in nero ci
sono molte cose che devi sapere e che
richiedono una spiegazione semplice e pratica. Perciò abbiamo
dedicato questa guida a rispondere alle principali domande che, di
norma, vengono poste sull’argomento. Ma procediamo con ordine.
Indice
- 1 Quando c’è affitto in nero?
- 2 Chi deve registrare l’affitto?
- 3 L’affitto in nero è un reato?
- 4 Cosa si rischia in caso di affitto in nero?
- 5 Che succede se il padrone di casa non vuole registrare il contratto?
- 6 Si può registrare tardi il contratto di affitto?
- 7 Che succede se il proprietario chiede un canone più alto di quello del contratto?
Quando c’è affitto in nero?
Per affitto in nero si intende un
contratto di locazione che non è stato registrato all’Agenzia
delle Entrate. Dunque, è affitto in nero anche il contratto scritto
(la cosiddetta scrittura privata) e non solo l’accordo verbale.
La legge stabilisce che il contratto di
locazione debba essere necessariamente registrato per poter essere
valido. Diversamente, è come se non esistesse.
Chi deve registrare l’affitto?
La legge dice che il contratto di
affitto debba essere registrato dal padrone di casa entro 30 giorni
dalla stipula del contratto. Di ciò deve poi darne notizia
all’inquilino e, se si tratta di appartamento in condominio, anche
all’amministratore nei successivi 60 giorni.
Come vedremo a breve, però, le
conseguenze dell’affitto in nero possono riverberarsi anche
sull’inquilino, sicché quest’ultimo, per impedire di avere
problemi legali, può procedere alla registrazione in mancanza di
adempimento da parte del locatore.
L’affitto in nero è un reato?
L’affitto in nero costituisce
un’evasione fiscale e, quindi, un illecito tributario (ossia un
illecito amministrativo) e non penale.
In particolare, se il contratto non
viene registrato si evadono due imposte:
l’imposta di registro che è quella
che bisogna versare al momento della registrazione del contratto;
l’Irpef sui canoni di locazione.
Dell’omesso versamento dell’imposta
di registro rispondono sia il padrone di casa che l’inquilino. Si
dice, a riguardo, che c’è una «responsabilità solidale». Il che
significa che l’Agenzia delle Entrate può chiedere il pagamento
dell’imposta sia all’uno che all’altro. L’omesso versamento
determina l’emissione di una cartella esattoriale ed eventualmente
il pignoramento dei beni.
Quindi, alla domanda «Cosa rischia
l’inquilino in caso di affitto in nero?» bisogna rispondere
con il recupero dell’imposta di registro, oltre ovviamente alle
sanzioni.
Invece, dell’omesso versamento
dell’Irpef sui canoni di locazione risponde solo il padrone di casa
che non ha voluto registrare il contratto.
Ricordiamo a riguardo che l’evasione
fiscale diventa reato (quello di «dichiarazione infedele»)
solo se l’imposta evasa è superiore a 100mila euro (prima era di
50mila euro), e i redditi non dichiarati superano il 10% del totale o
comunque i 3 milioni di euro (prima era 2 milioni). Dunque, per i
piccoli contratti di affitto in nero è molto
difficile che scatti il penale: tutto rimane nell’orbita
dell’illecito amministrativo.
Cosa si rischia in caso di affitto
in nero?
Abbiamo appena visto che l’affitto in
nero è un’evasione fiscale in parte attribuibile ad entrambe le
parti (con riferimento all’imposta di registro) e in parte
attribuibile solo al locatore.
La legge dice che l’affitto
in nero è nullo. Con la conseguenza che non esplica alcun
effetto e le parti non sono tenute a rispettare le sue clausole.
Questo significa, ad esempio, che:
- l’inquilino non deve pagare il canone di locazione concordato nel contratto e se non lo versa non può subire un decreto ingiuntivo o lo sfratto;
- l’inquilino e il locatore non devono rispettare né il termine minimo di durata del contratto né il preavviso. Sicché, l’inquilino potrebbe andare via in qualsiasi momento, senza dare i sei mesi di preavviso e, altrettanto, il padrone di casa potrebbe intimargli di sloggiare in qualsiasi momento;
- l’inquilino non è tenuto a pagare le spese di condominio;
- l’inquilino non è obbligato a provvedere alla manutenzione dell’appartamento qualora a suo carico.
Abbiamo appena accennato al fatto che
il padrone di casa non può sfrattare l’inquilino in nero.
Questo perché la legge richiede, per la procedura di sfratto, un
contratto regolarmente registrato. Ma ciò non significa che
l’inquilino possa occupare abusivamente l’immobile, senza pagare,
per quanto tempo vuole. Infatti, il locatore, senza dover rispettare
il termine di scadenza del contratto, può promuovere contro di lui
la cosiddetta «azione di occupazione senza titolo» che, se
anche non avrà i tempi brevi dello sfratto (richiedendo una normale
causa), comunque sarà diretta a mandarlo via. All’esito
dell’azione, può chiedergli un risarcimento per l’occupazione
dell’immobile, seppur in misura inferiore al canone convenuto in
contratto.
Che succede se il padrone di casa
non vuole registrare il contratto?
Abbiamo detto che l’affitto in nero è
un contratto nullo. Ma ciò vale solo quando l’omessa
registrazione è frutto di un accordo tra inquilino e proprietario.
In tal caso, infatti, i due si mettono d’accordo per trarne un
utile: l’uno risparmia sul canone e l’altro non paga le tasse.
Per tali ipotesi, dunque, la legge prevede delle conseguenze negative
sia per il locatore che per il conduttore, conseguenze che abbiamo
visto poco fa.
Ma ben potrebbe succedere che l’omessa
registrazione sia determinata dalla sola condotta illecita del
locatore. Si pensi al locatore che chiede un canone all’inquilino e
poi, nonostante le iniziali rassicurazioni, non provvede a registrare
il contratto. In questi casi, il contratto è nullo solo per
l’affittuario, il quale non è tenuto a rispettarlo, mentre
vincola il locatore. Dunque, l’inquilino ha diritto a restare
nell’immobile fino alla scadenza del contratto, può però
astenersi dal pagare il canone concordato (dovendo
comunque versare un ristoro per l’occupazione) così come
dall’adempiere alle spese condominiali o provvedere alle opere di
manutenzione concordate. Dall’altro lato, il locatore non può
sfrattarlo né può fargli decreti ingiuntivi per l’omesso
adempimento del canone.
Si può registrare tardi il
contratto di affitto?
Abbiamo detto che il contratto di
affitto va registrato entro 30 giorni dalla sua sottoscrizione.
Questo però non toglie che, pagando le relative sanzioni per la
“mora”, non possa essere registrato anche in un momento
successivo.
Con la registrazione tardiva si
sana la nullità e il contratto acquista valore sin dall’inizio (la
registrazione tardiva ha infatti valore retroattivo).
Così, il locatore, qualora dovesse
accorgersi che l’inquilino in nero non paga, potrebbe andare
a registrare il contratto per fargli decreto
ingiuntivo e sfrattarlo.
Che succede se il proprietario
chiede un canone più alto di quello del contratto?
Potrebbe infine succedere che l’affitto
sia solo “parzialmente” in nero. Ciò avviene quando nel
contratto viene fissato un canone inferiore rispetto a quello
concordato a voce e che l’inquilino si obbliga a pagare. In questi
casi, secondo la Cassazione, la nullità del contratto è
limitata solo al surplus di canone non registrato.
In tali ipotesi, l’inquilino che non
dovesse versare al locatore la parte di canone “in più” rispetto
a quella riportata nel contratto non può né essere sfrattato né
subire un decreto ingiuntivo. Quindi, può pagare meno di ciò che ha
promesso.
Anzi, se dovesse aver pagato qualche
mensilità in più rispetto a quanto riportato nel contratto
registrato, l’inquilino potrebbe chiederne la restituzione
al locatore fino a sei mesi dopo la riconsegna delle chiavi
dell’immobile.
Da Agenzia Farini
viale Gramsci 387
Modena
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