L'impatto del lockdown sull'immobiliare italiano e le strategie di ripresa
Il difficile momento che stiamo attraversando ha avuto un considerevole impatto sull’immobiliare. Si stima che l’intero settore abbia chiuso i battenti durante il periodo del lockdown e ora tutte le aziende stanno facendo il possibile per superare questo momento di crisi e tornare alla normalità.
La riapertura delle attività economiche a partire dal 4 maggio segna l’inizio di una nuova fase. Ora la domanda che ci si pone è: come sarà la ritrovata normalità? Ovviamente nessuno può sapere cosa ci riservi il futuro ma, sfruttando le informazioni disponibili, figlie della digitalizzazione e dei Big Data, è possibile analizzare il contesto per prendere migliori decisioni.
Per comprendere l’impatto che il lockdown ha avuto sulle attività economiche presenti nel nostro paese, è stato analizzato l’intero settore immobiliare grazie al contributo di Creditsafe, che di recente ha sviluppato Impact Indicator, l’indicatore che misura l’impatto del lockdown sul business italiano. Lo scopo? Mitigare i rischi di oggi per mettere in sicurezza il business di domani.
Densità geografica del settore immobiliare
Il settore immobiliare conta 278.884 aziende iscritte presso il registro delle imprese che hanno comunicato la data di inizio della loro attività. In Italia, le regioni con maggiore numerosità sono rispettivamente Lombardia (26,65%), Veneto (11,33%) e Piemonte (11,28%).
A livello geografico aggregato è il Nord Ovest la Macro- Regione con maggiore presenza di imprese all’interno dei propri confini (41% sul totale), seguito dal Nord Est con il 25% ed il Centro con il 22%. Ultimi per densità demografica il Sud (9%) e le Isole (3%).
Nel settore immobiliare si evidenziano principalmente otto categorie di attività economiche, a seconda del codice ATECO di appartenenza.
Il quadro che emerge, sottolinea la prevalenza numerica della compravendita di beni immobili effettuata su beni propri con il 35,97% sul totale delle imprese, seguita dalla locazione immobiliare di beni propri o in leasing (34,27%) e dalle attività di mediazione immobiliare (17,4%). Seguono, con percentuali minori, l’affitto di aziende (4,23%), l’affitto di gestione di immobili di proprietà o in leasing (4,07%), l’amministrazione di condomini e gestione di beni immobili per conto terzi (2,50%), le attività immobiliari (1,4%) e le attività immobiliari per conto terzi (0,16%).
Lo scenario post lockdown
Nell’aprile 2020 l’Istituto Nazionale di Statistica - ISTAT - ha diffuso una serie di analisi sui settori sospesi al fine di valutare la struttura produttiva regionale per settore economico, in base alla classificazione ATECO, tenendo in considerazione lo stato di prosecuzione o sospensione delle attività così come definite nei provvedimenti normativi emanati fino al 14 aprile 2020. I dati forniti permettono facilmente di analizzare la distribuzione delle aziende in modo da definire specifiche azioni di gestione. Applicando le informazioni già elaborate dell’ISTAT al modello statistico Creditsafe, è stato possibile ottenere il possibile impatto del lockdown sui vari settori merceologici.
Da Agenzia Farini
viale Gramsci 387
Modena
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