Bonus affitti: la guida con le
indicazioni delle Entrate
I chiarimenti sull’agevolazione
per le locazioni di imprese e lavoratori autonomi: chi ha diritto, i
requisiti e le carte da presentare.
Il bonus affitto è
uno degli aiuti introdotti dal Governo per agevolare negozi, botteghe
e aziende che hanno subìto un danno economico
dall’emergenza coronavirus e che si trovano a fare
i conti con una crisi di liquidità. I mancati incassi dovuti al
lockdown, infatti, hanno messo in ginocchio soprattutto gli esercenti
ed i piccoli imprenditori.
In pratica, il decreto
Rilancio prevede un credito d’imposta del 60% per chi è
in possesso di determinati requisiti che vedremo tra poco. Pure le
famiglie disagiate hanno la possibilità di beneficiare di un
contributo per evitare lo sfratto esecutivo, anche se questa è una
misura che esisteva già prima dell’arrivo della pandemia in Italia
e, comunque, ogni Regione fa per sé. Occorre, in ogni caso,
presentare la domanda e allegare i documenti. Vediamo in questa
sintetica guida, sulla base delle indicazioni
dell’Agenzia delle Entrate, quello che c’è da sapere
sul bonus affitti Covid-19.
- 1 Bonus affitto Covid: che cos’è?
- 2 Bonus affitto Covid: a chi spetta
- 3 Bonus affitto Covid: per quali canoni
- 4 Bonus affitto Covid: i requisiti
- 5 Bonus affitto Covid: i documenti
Bonus affitto Covid: che cos’è?
Il bonus affitto Covid è
un contributo erogato alle aziende e ai professionisti che si trovano
in difficoltà a causa del coronavirus. Tecnicamente, si
potrebbero definire «inquilini vittime di morosità incolpevole»,
cioè soggetti che vorrebbero pagare il canone di
locazione ma che, per motivi estranei alla loro volontà,
non riescono a farlo.
Il contributo è stato introdotto dal
decreto Rilancio e riguarda gli affitti relativi ai mesi di marzo,
aprile e maggio 2020, cioè quelli in cui c’è stata la fase
acuta della pandemia ed in cui sono state imposte dal Governo le
restrizioni maggiori per evitare la diffusione dei contagi.
L’agevolazione consiste in un credito
d’imposta che viene riconosciuto ad imprese e attività
commerciali, pari al 60% del canone versato per la locazione di
immobili ad uso abitativo e al 30% per i contratti di azienda.
Il credito d’imposta, come ha
precisato a suo tempo l’Agenzia delle Entrate, può essere
utilizzato in vari modi: può essere usato in
compensazione con modello F24 oppure nella dichiarazione
dei redditi. Ma può essere anche ceduto a terzi.
Bonus affitto Covid: a chi spetta
Possono chiedere il bonus
affitto Covid i soggetti esercenti attività d’impresa,
arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5
milioni di euro nel periodo d’imposta precedente a quello
in corso alla data di entrata in vigore del decreto.
Più nello specifico, sono ammessi
all’agevolazione:
- gli imprenditori individuali e delle società in nome collettivo (Snc) e in accomandita semplice (Sas) che producono reddito d’impresa indipendentemente dal regime contabile adottato;
- le persone fisiche e le associazioni che esercitano arti e professioni producendo reddito autonomo;
- le strutture alberghiere e agrituristiche, a prescindere dal volume di ricavi e compensi registrato nel periodo d’imposta precedente;
- gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti;
- i soggetti a regime forfettario;
- gli imprenditori e le imprese agricole, sia che determinino per regime naturale il reddito su base catastale, sia quelle che producono reddito d’impresa.
In linea generale, hanno diritto
al bonus affitto i soggetti sopra citati per i canoni
effettivamente versati nei mesi di:
- marzo, aprile e maggio 2020 per tutte le tipologie di imprese;
- aprile, maggio e giugno per le aziende turistico-ricettive con attività di tipo stagionale.
Restano esclusi i soggetti che svolgono
attività commerciali o attività di lavoro autonomo non esercitate
abitualmente, producendo conseguentemente redditi diversi.
Bonus affitto Covid: per quali
canoni
L’agevolazione
sugli affitti contenuta nel decreto Rilancio
interessa i canoni relativi a:
- locazione, leasing o concessione di immobili ad uso non abitativo, destinati allo svolgimento di attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo;
- contratti di servizi a prestazioni complesse o di affitto d’azienda, che comprendano almeno un immobile a uso non abitativo destinato all’esercizio dell’attività aziendale o allo svolgimento abituale e professionale del lavoro autonomo.
In entrambi i casi, gli immobili (o
almeno uno di essi, nel caso di affitto d’azienda o di contratto
misto) devono essere destinati, al di là della categoria catastale a
cui appartengono, a una di queste attività:
- industriale;
- commerciale;
- artigianale;
- agricola;
- di interesse turistico.
Rientrano nell’ambito
dell’agevolazione anche gli immobili
adibiti promiscuamente all’esercizio dell’arte o
professione e all’uso personale o familiare del contribuente che
sono ammortizzabili, nel rispetto delle condizioni previste
all’articolo 54 del Tuir. Significa che il credito di
imposta è riconosciuto sul 50% del canone di
locazione. Sempre che, però, il contribuente non disponga nel
medesimo comune di altro immobile adibito esclusivamente
all’esercizio dell’arte o professione: in tal caso, il bonus
spetterà soltanto per quest’ultimo.
Bonus affitto Covid: i requisiti
Per beneficiare del bonus
affitto Covid è necessario essere in possesso di
questi requisiti, come precisato dall’Agenzia delle
Entrate:
- diminuzione del fatturato o dei compensi nel periodo interessato all’agevolazione di almeno il 50% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente;
- fatturato o ricavi nel 2019 per un totale complessivo non superiore ai 5 milioni di euro (tranne per le imprese alberghiere).
Bonus affitto Covid: i documenti
Dai requisiti che abbiamo appena
elencato si deduce che per avere accesso al bonus affitto Covid
destinato alle imprese e ai lavoratori autonomi serve dimostrare di
avere diritto alla prestazione perché il fatturato o i compensi non
superano la soglia richiesta e perché c’è stato un calo di almeno
la metà dei soldi che erano entrati nello stesso periodo dell’anno
precedente.
Circostanze facili da dimostrare
allegando alla domanda i documenti con cui è possibile mettere a
confronto quanti soldi sono entrati nei mesi interessati del 2019 e
del 2020 (il bilancio dell’anno precedente ed il trimestrale o i
trimestrali del 2020). Lo stesso vale per i compensi, allegando la
dichiarazione dei redditi.
Da Agenzia Farini
viale Gramsci 387
Modena
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