CASE,
BOOM DI COMPRAVENDITE CONTINUA LA DISCESA DEI PREZZI
Leggiamo insieme l'articolo del "La Repubblica" per avere più dettagli in merito.
Case,
box auto e uffici venduti a prezzi sempre più bassi, tassi di
interesse dei mutui ai minimi storici, sfiducia verso altri
investimenti ed ecco che in Italia si acquistano sempre più
immobili, tanto che nel secondo trimestre di quest’anno c’è
stato un vero e proprio boom di compravendite.
Ben
305mila, di cui circa 143mila di abitazioni, secondo i dati
dell’Osservatorio del mercato immobiliare di Agenzia delle Entrate.
Un numero in aumento di quasi un 22% rispetto ai dati dello stesso
trimestre 2015.
Superiore
anche alla crescita registrata nei primi tre mesi dell’anno quando
era del 17,3%. Tanto che, secondo le stime del gruppo immobiliare
Tecnocasa, a fine anno le compravendite di abitazioni potrebbero
attestarsi tra le 480 e 500 mila. In crescita rispetto alle 449mila
del 2015 ma ancora lontanissime dalle 845mila del 2006. Gli operatori
tirano comunque un sospiro di sollievo.
«Dopo
anni terribili per il mercato, avvertiamo un ritorno di fiducia
sempre più forte fra i compratori», conferma Carlo Giordano,
amministratore delegato di Immobiliare.it, portale di annunci online
tra i più conosciuti del Bel Paese.
Si comprano più capannoni e immobili destinati ad attività produttive, in tutto 2.895 quelli venduti tra aprile e giugno scorso (+30%), ma anche più negozi e locali per attività commerciali: 7.593 in crescita del 12,9. Sono però le compravendite di case quelle che stanno ritornando pian piano ai livelli antecedenti al 2012, quando erano scese a 448mila. Nel secondo trimestre di quest’anno hanno segnato un aumento del 22,9% e si tratta della crescita in assoluto più consistente dal 2004.
Ancora
una volta è il Nord Italia a registrare il maggior numero di
transazioni, arrivando a pesare la metà del totale. Nel secondo
trimestre di quest’anno la crescita è stata del 25% rispetto al
2015. Anche il Centro ed il Sud del Paese registrano un aumento del
20% rispetto ai trimestri precedenti.
Il
maggior numero di compravendite di case si è avuto a Roma (8.250),
Milano (6.150) e Torino (3.406). Tra le città spicca in particolare
il dato di Bologna, dove le compravendite crescono più che altrove
(+33,5%).
Questa
ritrovata voglia di spendere nel mattone si era iniziata a far
sentire nel 2014, per proseguire nel 2015 con le compravendite in
aumento del 6,5%.
Ora
sembra un trend destinato a proseguire, tanto che si sono persino
ridotti i tempi di vendita che si attestano intorno a 159 giorni.
Si
acquistano soprattutto “prime case”, in modo particolare se si
trovano in centro città. Del resto, come mostra una ricerca
realizzata da Immobiliare.it su un campione di oltre 1.500 persone e
pubblicata solo qualche settimana fa, sette italiani su dieci sono
convinti che questo sia un momento propizio per comprare.
Nel
terzo trimestre 2012 la pensavano così solo cinque su dieci. Appena
l’8,4% degli intervistati si è invece detto dubbioso sulla bontà
di un acquisto in questo momento. Forse si tratta di chi crede che i
prezzi possano continuare a scendere.
Negli ultimi dieci anni gli immobili non hanno cessato di perdere valore. Addirittura una recente analisi di Tecnocasa mostra come per un’abitazione di 85 metri quadri oggi si spendano poco più di sei anni di stipendio di un italiano medio (circa 26mila euro lordi all’anno). Nel 2006 ne servivano invece almeno dieci.
A Roma, tra le città più care, bisogna versare dieci annualità. Nel 2006 ne servivano quattordici, tanto che anche all’ombra del Cupolone le compravendite sono aumentate del 12,5% nei primi sei mesi di quest’anno e si riescono a dare via anche gli immobili di lusso, certi attici da 15mila euro al metro quadro con vista mozzafiato su piazza di Spagna. A Milano, seconda città più cara d’Italia, sono invece necessarie nove annualità (13,7 nel 2006). Segue Firenze con poco più di otto e mezzo. Mentre a Palermo, Genova, Torino e Verona si possono invece spendere cifre di gran lunga inferiori a quelle della media nazionale: bastano 3,9 anni di salario per comprar casa nel capoluogo siciliano, 4,4 per firmare un contratto d’acquisto nella città della Lanterna, 4,5 a Torino e a Verona.
Secondo
Standard & Poor’s il costo della casa potrebbe tornare a
crescere nel 2017 e 2018 ma al massimo dell’1%.
Eppure,
nonostante le ottime condizioni di mercato, le compravendite sono
ancora lontane dai numeri che si registravano nel 2006. Colpa
dell’economia italiana che non ha certo spiccato il volo. Ma colpa
anche delle tasse considerate troppo alte.
«Siamo
contenti per i dati in crescita delle compravendite, ma per far
ripartire davvero il mercato è necessario allentare la pressione
fiscale sugli immobili, in modo da restituire un ritorno economico
sugli investimenti », incalza Paolo Righi, presidente nazionale
Fiaip.
Secondo
l’associazione degli agenti immobiliari, a cui aderiscono 12mila
agenzie e più di 50mila operatori, dal 2011 ad oggi molti
provvedimenti fiscali hanno invece distrutto il comparto.
«Tra
tasse locali e nazionali, si è arrivati a sfiorare i 30 miliardi
rispetto ai 9,5 precedenti», prosegue il presidente che invita il
governo a fare una cura shock sull’immobiliare.
«Si
abbassino le rendite catastali e si riporti la tassazione a livelli
accettabili. I nostri concittadini credono ancora nel mattone,
nonostante ciò che sostengono alcuni esperti, e se non riescono a
comprare in Italia è perché è poco remunerativo». Nel secondo
trimestre, il primato di compravendite di case è di Roma (8.250),
poi Milano (6.150) e Torino (3.406). Un’abitazione di 85 mq oggi si
compra con poco più di sei anni di stipendio di un italiano medio
(circa 26mila euro lordi all’anno). Nel 2006 ne servivano almeno
dieci.
Da
“La Repubblica”
Agenzia
Farini
tel:
059/454227
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