COMUNICATO STAMPA
20 Marzo 2013
I RAPPORTO 2013 SUL MERCATO IMMOBILIARE
Pietro Modiano, presidente di Nomisma
«Nonostante i mutui alle famiglie siano ai minimi storici, gli investimenti per acquisto di abitazioni diverse dalla prima casa mostrano una migliore tenuta. Il parziale di spostamento di ricchezza dal comparto mobiliare a quello immobiliare non è tuttavia in grado di arginare il drastico calo dei livelli di attività».
Sergio De Nardis, chief economist di Nomisma
«La rarefazione del credito alle famiglie trova nell’aumento dell’avversione al rischio da parte delle banche la principale motivazione. Effettivamente il rapporto tra sofferenze e impieghi è in costante rialzo dalla fine del 2008 e la pro-ciclicità delle scelte creditizie è accresciuta dalla regolamentazione bancaria che, imponendo più severi requisiti patrimoniali a fronte di incagli e sofferenze, contribuisce a scoraggiare gli impieghi».
Luca Dondi, responsabile settore immobiliare di Nomisma
«Il ridimensionamento dei prezzi non è, in assenza di un ripensamento delle politiche creditizie, un elemento sufficiente a riportare verso il comparto una quota significativa della domanda potenziale. Nonostante il quadro recessivo e la continua erosione del reddito disponibile, l’interesse per l’acquisto immobiliare delle famigli italiane risulta più che doppio rispetto agli attuali livelli di attività».
Permangono gli elementi di fragilità, preoccupazione per il sostegno al ciclo economico in ripartenza dalla fine 2013
Comunicato stampa
I Rapporto 2013 sul Mercato Immobiliare
L’economia italiana si è nuovamente contratta in misura significativa negli ultimi tre mesi del 2012 (-0,9% sul periodo precedente), facendo registrare il sesto tri- mestre consecutivo di riduzione dell’attività produttiva. Nella media del 2012, il PIL è sceso del 2,4% rispetto all’anno prima, risentendo della caduta senza prece- denti della domanda interna (-5,2%). L’impatto delle misure di consolidamento fi- scale, l’inasprimento delle condizioni di credito e la perdita di fiducia degli opera- tori hanno inciso, tanto sui consumi privati (-4,3%) che sugli investimenti fissi lordi (-8% nel complesso e -6,4% nelle costruzioni). Il favorevole andamento delle esportazioni nette ha frenato la caduta del PIL e favorito il miglioramento del sal- do commerciale con l’estero, tornato in territorio positivo per la prima volta in ot- to anni.
Se il settore manifatturiero potrebbe progressivamente stabilizzarsi, grazie allo stimolo proveniente dal commercio mondiale in via di rafforzamento tra fine 2012 e inizio 2013, rimangono negative le dinamiche nei servizi di mercato, nella distri- buzione e nelle costruzioni, vale a dire nei settori pienamente esposti al ripiega- mento della domanda interna.
Lo scenario previsivo di consenso prospetta un lento miglioramento a partire dalla metà dell’anno, con un rialzo dell’attività economica a ritmi medi trimestrali dello 0,2-0,3%.
Italia – Mutui erogati a famiglie consumatrici per l’acquisto dell’abitazione
L’inasprimento dei criteri di erogazione del credito e la crisi economica hanno pro- dotto una nuova e più pesante contrazione nelle erogazioni finalizzate all’acquisto di abitazioni che, a preconsuntivo del 2012, si sono attestate nell’ordine di 25,8 miliardi di euro, con una flessione del 47,4% rispetto al 2011.
Diversamente da quanto accaduto nella prima ondata di credit crunch – risultato di una crisi finanziaria internazionale e di forti vincoli alla liquidità sui mercati in- terbancari – l’attuale inaridimento del canale creditizio (-4,8% nel 2013, rispetto a un 2012 ai minimi storici) è riconducibile ai più elevati rischi percepiti riguardo alle prospettive dell’attività economica e, in particolare, di taluni settori come quello immobiliare.
Tra le pesanti eredità di una recessione, nei confronti della quale non è valso alcun esercizio di discriminazione del merito creditizio, si annovera sicuramente il cre- scente deterioramento della qualità del credito. In assenza di eccezionali interven- ti normativi, la gran parte degli istituti di credito dovrà procedere a pesanti rettifi- che di valore e a gravosi accantonamenti prudenziali.
L’inesorabile scivolamento verso la sofferenza di una quota non trascurabile di crediti, associato ad una più stringente regolamentazione che impone alle banche
Da questo punto di vista gli ultimi segnali registrati paiono, tuttavia, incoraggianti. Il calo tendenziale delle quotazioni rilevato nelle 13 città intermedie appartenenti al campione Nomisma è risultato di gran lunga il più intenso dall’inizio della crisi ad oggi, ricalcando per omogeneità e consistenza l’andamento registrato sul finire del 2012 in corrispondenza delle aree urbane di maggiori dimensioni.
Il ridimensionamento dei prezzi, però, non è di per sé un elemento sufficiente a riportare verso il comparto una quota significativa della domanda potenziale. L’interesse potenziale delle famiglie più che doppio rispetto agli attuali livelli di at- tività induce a ritenere che è dal settore bancario, prima ancora che dal repricing, che dipendono le possibilità di rilancio a medio termine del mercato immobiliare al dettaglio.
Già nel 2011 si era assistito ad un allungamento dei tempi maggiore rispetto a quello che si poteva prevedere in base al trend che aveva caratterizzato questo in- dicatore nel corso degli anni 2000. Nel 2012 e nei primi mesi del 2013 si è avuto un ulteriore balzo in avanti, con incrementi nell’ordine dei 2 mesi per le abitazioni nuove, dei 2,5 mesi per quelle usate, dei 2,7 mesi per uffici, capannoni e box auto