venerdì 27 maggio 2016

Come si calcolano Imu e Tasi per l'acconto del 16 giugno Statistiche

Come si calcolano IMU e TASI per l'acconto del 16 giugno


Imu, tasi 2016 seconda casa 

 Quest'anno a pagare saranno solo i proprietari di prime case di lusso e immobili diversi dalla prima abitazione. Niente imposta municipale per i terreni agricoli (ma solo in determinate condizioni) e gli imbullonati. Nonostante le novità introdotte dalla legge di stabilità 2016, le modalità di calcolo di Tasi e Imu rimangono le stesse. Per entrambe le imposte si deve infatti partire dalla rendita catastale ed in particolare
  • rivalutare la rendita del 5%
  • moltiplicare la rendita rivalutata per il coefficiente di ogni immobile per cui si effettuano i versamenti
  • moltiplicare il risultato così ottenuto per le aliquote deliberate da ogni singolo Comune
E' importante sottolineare che per l'acconto Imu e Tasi del 16 giugno si devono applicare le aliquote deliberate per il 2015.

Coefficienti imu e tasi 2016

Per i fabbricati di gruppo A (abitazioni), esclusa la categoria A/10 (uffici e studi privati), e i fabbricati di categoria C/2 (magazzini e locali di deposito) , C/6 (stalle, scuderie, rimesse ed autorimesse senza fini di lucro) e C/7 (tettoie), il coefficiente è pari a 160.
Per i fabbricati di categoria B (tra i quali case di cura senza fini di lucro e uffici pubblici) e i fabbricati di categoria C/3 (laboratori per arti e mestieri), C/4 (fabbricati e locali per esercizi sportivi senza fini di lucro) e C/5 stabilimenti balneari e di acque curative senza fini di lucro, il coefficiente è pari a 140.
Per i fabbricati di categoria D/5 (istituti di credito, cambio e assicurazione) e A/10, il coefficiente è 80.
Per i fabbricati di categoria D (D5 esclusi), che vanno dagli opifici alle sale cinematografiche, il coefficiente è 65. Pari a 65 è, invece, per i fabbricati di categoria C/1.


da "Idealista"
Agenzia Farini
059 454227

venerdì 20 maggio 2016

Mutui, il rinnovato interesse per la casa spinge la domanda e l'importo medio

Mutui, il rinnovato interesse per la casa spinge la domanda e l'importo medio

Il mese di aprile ha fatto registrare un ulteriore segno positivo nella richiesta di mutui, con un +8,6% rispetto allo stesso mese del 2015, che a sua volta si era caratterizzato per un consistente incremento. Nonostante una buona parte sia rappresentato da surroghe e sostituzioni, si tratta comunque del record di domande dall'inizio del 2011. Questi alcuni dei dati della consueta analisi del Barometro Crif.
La positiva performance dell’ultimo mese porta la domanda aggregata dei primi 4 mesi del 2016 a segnare un +24,2% rispetto lo stesso periodo dello scorso anno. Continua, quindi, il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi, con un piccolo gap che rimane da colmare rispetto al biennio 2010 – 2011.
Mutui, il rinnovato interesse per la casa spinge la domanda e l'importo medio
L'importo medio dei mutui richiesti
Al contempo, nel periodo di osservazione si conferma la tendenza da parte degli italiani a richiedere mutui di valore più contenuto rispetto al passato. Nello specifico, nel mese di aprile l’importo medio richiesto si è attestato a 122.683 Euro, in lieve aumento rispetto i 121.911 Euro del corrispondente mese del 2015 (+0,6%) ma ben lontani dai 140.942 Euro dell’aprile 2010, quando venne toccato il picco degli ultimi 6 anni.
A questo riguardo va segnalato come la progressiva riduzione del valore dei mutui richiesti rifletta da un lato le favorevoli condizioni di acquisto degli immobili disponibili sul mercato, dall’altro la consolidata tendenza da parte delle famiglie a privilegiare soluzioni in cui peso della rata incida il meno possibile sul reddito disponibile. Senza dimenticare, infine, l’incidenza delle surroghe, che per natura si caratterizzano per un importo più contenuto rispetto ai nuovi mutui.
Per quanto rigurda la distribuzione delle richieste di mutuo per classe d’importo: la fascia in cui si sono maggiormente concentrate le richieste è, ancora una volta, quella compresa tra 100 e 150.000 Euro, con una quota del 29,5% sul totale, seguita da quella al di sotto dei 75.000 Euro, con il 27,6%.
Mutui, il rinnovato interesse per la casa spinge la domanda e l'importo medio
Per quanto riguarda la distribuzione della domanda di mutui per classi di durata, quella compresa tra 15 e 20 anni risulta essere la più richiesta dagli italiani, con il 23,4% del totale.

Nel complesso va evidenziato come 2/3 delle richieste (il 66,8% del totale, per la precisione) prevedano una durata superiore ai 15 anni, a conferma della propensione verso piani di rimborso che consentono di ridurre il peso della rata mensile sul reddito disponibile e sui risparmi della famiglia.

Osservando la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, infine, l’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF mette in evidenza come anche nel mese di aprile si riscontri una maggior concentrazione nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36,3% del totale. 
“Anche nell’ultimo mese la domanda di mutui immobiliari è risultata vivace, confermando il trend di progressivo recupero verso i volumi pre-crisi. D’altro canto, sia il basso livello dei tassi interesse applicati sia prezzi di acquisto ancora appetibili contribuiscono a stimolare il rinnovato interesse delle famiglie ad investire sul mattone” – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -.
“La recente approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo che recepisce la Mortgage Credit Directive introduce nel nostro Paese, quale elemento di forte novità, la possibilità per le parti di accordarsi, in caso di inadempimento del mutuatario, per la restituzione dell’immobile dato in garanzia senza passare dal tribunale – aggiunge Capecchi -. È ancora presto per stabilire in quale misura l’entrata in vigore di questo provvedimento potrà dare una ulteriore spinta al mercato dei finanziamenti per la casa ma, indubbiamente, gli istituti di credito non dovranno dimenticare la necessità di prestare la massima attenzione in fase di origination dell’operazione di finanziamento sia alla sostenibilità della rata del mutuo da parte del richiedente sia al valore dell’immobile in garanzia”.
da "Idealista"
Agenzia Farini
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sabato 14 maggio 2016

I 5 falsi miti spesso presenti nella vendita di una casa

I 5 falsi miti spesso presenti nella vendita di una casa


Ci sono interpretazioni errate del mercato immobiliare lungi dal promuovere la vendita di una casa e che a volte, al contrario, complicano l’operazione e ritardano la decisione di acquisto. Secondo la rete di franchising immobiliare RE/MAX, tra i cinque falsi miti è possibile trovare quello relativo alla stagione dell’anno migliore per vendere casa e quello che consiglia di stabilire un prezzo elevato per poi negoziare.

1. La stagione dell’anno ideale per mettere in vendita una casa è la primavera o l’estate. Secondo RE/MAX questo è falso in quanto vi sono molti acquirenti che cercano casa tutto l’anno e per vari motivi. E’ il caso, ad esempio, dei giovani professionisti, dei pensionati o degli investitori.

2. Stabilire un prezzo di vendita al di sopra del prezzo della zona al fine di avviare una negoziazione. La società immobiliare ha rilevato che una valutazione troppo alta può spaventare gli acquirenti alla ricerca di una casa case al valore di mercato. Stabilire, dunque, un prezzo di vendita al di sopra del prezzo della zona al fine di avviare una negoziazione può ritardare la vendita della proprietà.

3. Una casa contraddistinta dal cartello “vendesi” per molto tempo e da varie riduzioni del prezzo si brucia sul mercato e può dare agli acquirenti l’impressione sbagliata, ossia che la proprietà non si sta vendendo perché ha dei difetti.

4. Tanto importante è l’esterno della casa quanto il suo interno. Molti venditori guardano solo all’interno delle loro case quando decidono di metterle in vendita. Ma bisogna ricordarsi che anche l’esterno è importante, perché è lì che il potenziale acquirente si fa la prima impressione.

5. Il venditore deve concentrarsi su un possibile acquirente. Molte volte l’acquirente non si sofferma su aspetti importanti quali i costi aggiuntivi. E’ bene, quindi, selezionare con attenzione i possibili interessati in base all’interesse reale e alle possibilità economiche.
da "Idealista"
Agenzia Farini
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