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Come si calcolano IMU e TASI per l'acconto del 16
giugno
Imu, tasi 2016 seconda casa
Quest'anno a pagare saranno solo i proprietari di prime case di lusso e immobili
diversi dalla prima abitazione. Niente
imposta municipale per i terreni agricoli (ma solo in determinate condizioni) e
gli imbullonati. Nonostante le novità introdotte dalla legge di stabilità 2016, le modalità di calcolo di Tasi e Imu
rimangono le stesse. Per entrambe le imposte si deve infatti partire dalla
rendita catastale ed in particolare
rivalutare la rendita del 5%
moltiplicare la rendita rivalutata per il coefficiente di ogni immobile per
cui si effettuano i versamenti
moltiplicare il risultato così ottenuto per le aliquote deliberate da ogni
singolo Comune
E' importante sottolineare che per l'acconto Imu e Tasi del 16 giugno si
devono applicare le aliquote deliberate per il 2015.
Coefficienti imu e tasi 2016
Per i fabbricati di gruppo
A (abitazioni), esclusa la categoria A/10 (uffici e studi privati), e i
fabbricati di categoria C/2 (magazzini e locali di deposito) , C/6 (stalle,
scuderie, rimesse ed autorimesse senza fini di lucro) e C/7 (tettoie), il
coefficiente è pari a 160.
Per i fabbricati
di categoria B (tra i quali case di cura senza fini di lucro e uffici pubblici)
e i fabbricati di categoria C/3 (laboratori per arti e mestieri), C/4
(fabbricati e locali per esercizi sportivi senza fini di lucro) e C/5
stabilimenti balneari e di acque curative senza fini di lucro, il coefficiente è
pari a 140.
Per i fabbricati di categoria D/5
(istituti di credito, cambio e assicurazione) e A/10, il coefficiente è 80.
Per i fabbricati di categoria D
(D5 esclusi), che vanno dagli opifici alle sale cinematografiche, il
coefficiente è 65. Pari a 65 è, invece, per i fabbricati di categoria C/1.
Mutui, il rinnovato interesse per la casa spinge la
domanda e l'importo medio
Il mese di aprile ha fatto registrare un ulteriore segno positivo nella richiesta di mutui, con un +8,6% rispetto allo stesso
mese del 2015, che a sua volta si era caratterizzato per un consistente
incremento. Nonostante una buona parte sia rappresentato da surroghe e
sostituzioni, si tratta comunque del record di domande dall'inizio del
2011. Questi alcuni dei dati della consueta analisi del Barometro Crif.
La positiva performance dell’ultimo mese porta la domanda aggregata dei primi
4 mesi del 2016 a segnare un +24,2% rispetto lo stesso periodo dello scorso
anno. Continua, quindi, il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi, con un
piccolo gap che rimane da colmare rispetto al biennio 2010 – 2011.
L'importo
medio dei mutui richiesti
Al contempo, nel periodo di osservazione si conferma la tendenza da parte
degli italiani a richiedere mutui di valore più contenuto rispetto al passato.
Nello specifico, nel mese di aprile l’importo medio richiesto si è attestato a
122.683 Euro, in lieve aumento rispetto i 121.911 Euro del corrispondente mese
del 2015 (+0,6%) ma ben lontani dai 140.942 Euro dell’aprile 2010, quando venne
toccato il picco degli ultimi 6 anni.
A questo riguardo va segnalato come la progressiva riduzione del valore dei
mutui richiesti rifletta da un lato le favorevoli condizioni di acquisto degli
immobili disponibili sul mercato, dall’altro la consolidata tendenza da parte
delle famiglie a privilegiare soluzioni in cui peso della rata incida il meno
possibile sul reddito disponibile. Senza dimenticare, infine, l’incidenza delle
surroghe, che per natura si caratterizzano per un importo più contenuto rispetto
ai nuovi mutui. Per quanto rigurda la distribuzione delle richieste di mutuo per
classe d’importo: la fascia in cui si sono maggiormente concentrate le
richieste è, ancora una volta, quella compresa tra 100 e
150.000Euro, con una quota del 29,5%
sul totale, seguita da quella al di sotto dei 75.000 Euro, con il 27,6%.
Per quanto riguarda la
distribuzione della domanda di mutui per classi di durata, quella
compresa tra 15 e 20anni risulta essere la più richiesta dagli
italiani, con il 23,4% del totale.
Nel complesso va evidenziato
come 2/3 delle richieste (il 66,8% del totale, per la precisione)
prevedano una durata superiore ai 15 anni, a conferma della propensione
verso piani di rimborso che consentono di ridurre il peso della rata mensile sul
reddito disponibile e sui risparmi della famiglia.
Osservando la distribuzione
della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, infine, l’ultimo
aggiornamento del Barometro CRIF mette in evidenza come anche nel mese di aprile
si riscontri una maggior concentrazione nella fascia di età compresa tra i 35
e i 44 anni, con una quota pari al 36,3% del totale.
“Anche nell’ultimo mese la domanda di mutui immobiliari è risultata
vivace, confermando il trend di progressivo recupero verso i volumi pre-crisi.
D’altro canto, sia il basso livello dei tassi interesse applicati sia prezzi di
acquisto ancora appetibili contribuiscono a stimolare il rinnovato interesse
delle famiglie ad investire sul mattone” – commenta Simone Capecchi,
Executive Director di CRIF -.
“La recente approvazione da parte del Consiglio dei
Ministri del decreto legislativo che recepisce la Mortgage Credit Directive
introduce nel nostro Paese, quale elemento di forte novità, la possibilità per
le parti di accordarsi, in caso di inadempimento del mutuatario, per la
restituzione dell’immobile dato in garanzia senza passare dal tribunale –
aggiunge Capecchi -. È ancora presto per stabilire in quale misura l’entrata in
vigore di questo provvedimento potrà dare una ulteriore spinta al mercato dei
finanziamenti per la casa ma, indubbiamente, gli istituti di credito non
dovranno dimenticare la necessità di prestare la massima attenzione in fase di
origination dell’operazione di finanziamento sia alla sostenibilità della rata
del mutuo da parte del richiedente sia al valore dell’immobile in
garanzia”.
I 5 falsi miti spesso presenti nella vendita di
una casa
Ci sono interpretazioni errate del mercato immobiliare lungi dal promuovere la vendita di una
casa e che a volte, al contrario, complicano l’operazione e ritardano la
decisione di acquisto. Secondo la rete di franchising immobiliare RE/MAX,
tra i cinque falsi miti è possibile trovare quello relativo alla stagione
dell’anno migliore per vendere casa e quello che consiglia di stabilire un
prezzo elevato per poi negoziare.
1. La stagione dell’anno ideale per mettere in vendita una casa è la
primavera o l’estate. Secondo RE/MAX questo è falso in quanto vi sono
molti acquirenti che cercano casa tutto l’anno e per vari motivi. E’ il caso, ad
esempio, dei giovani professionisti, dei pensionati o degli investitori.
2. Stabilire un prezzo di vendita al di sopra del prezzo della
zona al fine di avviare una negoziazione. La società immobiliare ha
rilevato che una valutazione troppo alta può spaventare gli acquirenti alla
ricerca di una casa case al valore di mercato. Stabilire, dunque, un prezzo di
vendita al di sopra del prezzo della zona al fine di avviare una negoziazione
può ritardare la vendita della proprietà.
3. Una casa contraddistinta dal cartello “vendesi” per molto tempo e
da varie riduzioni del prezzo si brucia sul mercato e può dare agli
acquirenti l’impressione sbagliata, ossia che la proprietà non si sta vendendo
perché ha dei difetti.
4. Tanto importante è l’esterno della casa quanto il suo
interno. Molti venditori guardano solo all’interno delle loro case
quando decidono di metterle in vendita. Ma bisogna ricordarsi che anche l’esterno è importante, perché è
lì che il potenziale acquirente si fa la prima impressione.
5. Il venditore deve concentrarsi su un possibile
acquirente. Molte volte l’acquirente non si sofferma su aspetti
importanti quali i costi aggiuntivi. E’ bene, quindi, selezionare con attenzione
i possibili interessati in base all’interesse reale e alle possibilità
economiche.