lunedì 30 novembre 2020

 

Subappalto: gli appelli e le proposte di ANCE e ANAC

A seguito del caos normativo derivante dalle procedure d’infrazione UE, l’ANCE e l’ANAC chiedono un tempestivo intervento del legislatore sul subappalto

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) durante un’audizione del Presidente Giuseppe Busia presso la Camera dei Deputati, ha presentato un documento con le Ipotesi di modifiche alla normativa nazionale in materia di subappalto conseguenti a recenti sentenze e procedure di infrazione promosse dalla Commissione Europea”

Ricordiamo infatti che con una sentenza del 2019 la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha evidenziato la non conformità al diritto comunitario della norma nazionale che prevede un limite quantitativo al subappalto; norma concepita per prevenire rischi di infiltrazione criminale nei lavori pubblici.

Al riguardo è intervenuta recentemente anche l’ANCE (l’associazione dei costruttori) che invita Governo e Parlamento a legiferare tempestivamente in materia, convocando un “tavolo di lavoro sul subappalto”, in modo da porre fine alla grande incertezza in cui operano le imprese edili.

Il quadro normativo di riferimento

I limiti al subappalto sono inseriti nell’ordinamento giuridico italiano con l’art. 105 del vigente Codice (Dlgs 50/2016), che prevede:

Il subappalto è il contratto con il quale l’appaltatore affida a terzi l’esecuzione di parte delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto. […] Fatto salvo quanto previsto dal comma 5, l’eventuale subappalto non può superare la quota del 30 % dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture.

Il limite quantitativo del 30% è stato innalzato al 40% dal dl n. 32/2019 (Sblocca cantieri), convertito nella legge n. 55/2019, verosimilmente con l’intento di superare i problemi avanzati dall’Unione europea con l’apertura della procedura di infrazione n. 2018/2273 riguardante varie disposizioni del Codice, tra cui anche talune inerenti al subappalto.

Lo stesso decreto Sblocca cantieri ha poi inciso su un’altra previsione dell’art. 105, ovvero il comma 6, disponendo la sospensione fino al 31 dicembre 2020 dell’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori per gli appalti di importo superiore alle soglie UE.

La finalità della più stringente norma nazionale rispetto a quella prevista dal legislatore comunitario, è sempre stata, come è noto e come risulta dalla riproposizione del limite quantitativo nelle normative sugli appalti che si sono succedute dal 1990 fino al nuovo Codice del 2016, quella della tutela degli interessi generali di primaria importanza della sostenibilità sociale, dell’ordine e della sicurezza pubblica, in un contesto, quello del subappalto, in cui i maggiori rischi di infiltrazione criminale e di condizionamento dell’appalto si associano a minori capacità di controllo e verifica dei soggetti effettivamente coinvolti nell’esecuzione delle commesse.

Le proposte di modifica avanzate dall’ANAC

Auspicando una opportuna compensazione tra le esigenze di flessibilità imprenditoriale, riconosciute a livello europeo, e le esigenze nazionali di sicurezza pubblica, l’Autorità ha prospettato varie possibili soluzioni relativamente ai profili critici emersi in sede UE.

Le proposte dell’Autorità si sviluppano su una duplice direttrice:

  • di breve periodo, al fine di consentire nell’immediato, attraverso un intervento del legislatore mirato e puntuale, di superare una visione eccessivamente critica del subappalto e puntare ad un ampliamento della concorrenza in modo da consentire alle PMI di partecipare in maniera più diffusa e meno gravosa al mercato dei contratti pubblici;
  • di lungo periodo, attraverso un intervento volto a migliorare e/o potenziare l’applicazione della digitalizzazione alle procedure di gara in un’ottica di semplificazione e garanzia di maggiore trasparenza.

L’obiettivo finale è il superamento di una visione caratterizzata dalla presenza di divieti e di soglie per affermare un sistema caratterizzato da semplificazione, concorrenza e trasparenza senza trascurare e limitare l’effettività dei controlli.

La nota di ANCE

Per il Presidente di ANCE (l’associazione dei costruttori) ci sono troppe norme in ordine sparso, ogni stazione appaltante applica ormai una disciplina diversa e così risulta per le imprese impossibile organizzare il lavoro.

Il subappalto è ormai vittima di una visione asfittica e priva di strategia, con gravi ripercussioni economiche e sociali

denuncia il Presidente AnceGabriele Buia, ed ancora:

le norme sono peraltro in netto contrasto con la disciplina europea tant’è che ci sono già due sentenze che mettono in mora l’Italia sul subappalto a cui però nessuno finora ha dato seguito. Come se il nostro senso di appartenenza all’Europa fosse a fasi alterne, solo quando ci fa comodo. 

A farne le spese sono soprattutto gli operatori economici, sottolinea Buia, che non riescono più a comprendere come organizzare la propria azienda.

Per il Presidente Ance, è arrivato dunque il momento che il MIT mantenga gli impegni assunti e che convochi al più presto un tavolo sul subappalto per definire un nuovo quadro normativo solido, trasparente ed efficiente che contribuisca all’avvio dei cantieri.

Fonte biblus

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