mercoledì 7 luglio 2021

Abusi edilizi in Italia, dal 2004 al 2020 demoliti solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza

 

Abusi edilizi in Italia, dal 2004 al 2020 demoliti solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza

Gtres

Legambiente ha fotografato la situazione degli abusi edilizi in Italia e ha ritratto un Paese spaccato in due. Il periodo preso in considerazione è quello che va dal 2004 al 2020, nel corso del quale sono stati demoliti solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza.

Nel dossier "Abbatti l’abuso", Legambiente ha evidenziato che, sulla base delle risposte complete date dai 1.819 comuni (su 7.909) al questionario, in Italia dal 2004, anno dell'ultimo condono, al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo. Secondo quanto sottolineato, tale dato è "trainato dall'attività degli enti locali delle regioni del Centro Nord". 

Quella che emerge dal dossier è un'Italia spaccata in due. Se nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, Veneto e Friuli Venezia Giulia superano entrambe il 60%, seguite da Valle d'Aosta (56,3%), Provincia autonoma di Bolzano (47%), Lombardia (44,2%), Piemonte, Liguria e Toscana (40%), il Sud Italia, a parte la Basilicata con un 26% delle ordinanze di demolizioni eseguite, se la cava peggio.

In particolare, la Puglia si piazza in fondo alla classifica con un 4%, preceduta dalla Calabria (11,2%), dalla Campania (19,6%), dalla Sicilia (20,9%) e dal Lazio (22,6%). Secondo quanto evidenziato dal dossier di Legambiente, Puglia, Calabria e Sicilia sono "tra le regioni più segnate dalla presenza mafiosa" e le regioni, secondo l'ultimo rapporto Ecomafia, "dove vi si concentra il 43,4% degli illeciti nel ciclo del cemento registrati in Italia nel 2019". Ma di 14.485 ordinanze di demolizione emesse, "ne sono state eseguire appena 2.517, pari al 17,4%". 

Tutti questi dati, secondo Legambiente, "dimostrano come in Italia l'abusivismo e il cemento illegale siano ancora una piaga da sanare". Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha affermato: "Procedere con gli abbattimenti è il migliore deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi edilizi. Il quadro che emerge dal nostro dossier conferma la necessità, non più procrastinabile, di avocare allo Stato il compito di riportare la legalità dove le amministrazioni locali non sono riuscite a farlo per decenni. Per questo, su proposta di Legambiente, lo scorso, anno è stata approvata una norma inserita nel Dl Semplificazioni che assegna alle prefetture la responsabilità di demolire stante l'inerzia prolungata dei Comuni; ma con la sconcertante circolare interpretativa della legge del Ministero dell'Interno ora ciò verrà meno andando a tradire il senso e l'obiettivo di quanto approvato in Parlamento. Per questo abbiamo elaborato un emendamento all'ultimo decreto Semplificazioni del governo Draghi con l'obiettivo di ricondurre a un'interpretazione autentica della disposizione, nel pieno rispetto della ratio legis, fugando ogni margine di dubbio circa la sua applicazione. Alla ministra Lamorgese e al Parlamento chiediamo di rivedere e correggere la nota interpretativa del ministero riaffermando il potere d'intervento dei Prefetti su tutte le ordinanze emesse dai Comuni. Per liberare il Paese dallo sfregio del cemento selvaggio e dall'abusivismo impunito serve un netto cambio di direzione che solo la classe politica può intraprendere, non sono ammessi più ritardi o passi falsi".

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