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Smart working e nuove esigenze abitative: la chiave della rinascita dei borghi nel 2020
La rinascita dei piccoli borghi
Soprattutto con l'arrivo dell'estate, abbiamo assistito a un nuovo fenomeno, la casa vacanza non è più solamente l'alloggio delle ferie, ma è anche l'ufficio per chi può lavorare in smart working, un fenomeno questo che potrebbe dare una spinta decisiva alla rinascita di molti borghi italiani durante tutto l'anno. Tanto che lo smart village potrebbe essere il modello non solo del futuro, ma già del presente.
E molti piccoli comuni italiani si sono fatti trovare pronti alla sfida per ridefinire il proprio futuro e ripopolarsi attraendo lavoratori che possono svolgere le proprie mansioni da remoto. In Toscana, ad esempio, è nato il primo smart working village italiano a misura di lavoratore e famiglia. In uno dei borghi più belli d’Italia, Santa Fiora sul Monte Amiata, si può sfruttare la banda ultralarga beneficiando di un incentivo che copre il 50% del canone d’affitto.
Ma non si tratta di un'iniziativa isolata, in questo senso è arrivato anche il programma promosso dal Comune di Otranto, perla del Salento e comune più orientale della Penisola, che ha lanciato il progetto “smart working Otranto”. A Santo Stefano di Sessanio, un paesino abruzzese in provincia dell’Aquila, per attrarre abitanti vengono offerti alloggi in affitto a un prezzo simbolico e un contributo a fondo perduto per i nuovi residenti.
La nuova domanda abitativa
A beneficiare del cambio di scenario imposto dalla pandemia potrebbero essere anche le case prefabbricate. Ma più in generale, anche in Italia come nel resto del mondo, molti acquirenti stanno orientando le proprie attenzioni verso case lontane dalle grandi città, magari verso province meno care. E in Italia, come mostra questa mappa, non mancano province dove le case costano meno di 1000 euro al mq:
Tuttavia, non vi è una regola precisa, in ogni città Italiana l'andamento dei prezzi ha seguito variazioni a se stanti nel confronto tra centri e periferie (guarda la mappa). Che sia in una grande città o in provincia, che sia in centro o in periferia, in molti convengono che il quartiere più appetibile per il futuro sarà il quartiere dei 15 minuti.
Inoltre, grazie alle analisi di idealista/data, siamo in grado di quantificare se e dove le case con giardino in Italia abbiano subìto una variazione dei prezzi al mq da marzo (mese dello scoppio della pandemia a oggi, grazie a una mappa interattiva:
I prezzi medi delle case con giardino in Italia si attestano sui 1.508 euro al mq a novembre 2020, un dato che fa segnare un +0,8% rispetto ai rilevamenti di marzo 2020. Nello stesso periodo, invece, i prezzi medi delle case con terrazza in Italia si attestano sui 1.671 euro al mq a novembre 2020, +1,2% rispetto ai rilevamenti di marzo 2020 come mostra questa mappa
Ok all’ecobonus per immobili destinati alla vendita; no al sismabonus acquisti se le procedure autorizzatorie sono antecedenti al 1° gennaio 2017
Con l’istanza di interpello n. 433/2021, l’Agenzia delle Entrate chiarisce alcuni aspetti in merito alle detrazioni riguardanti gli interventi di riqualificazione energetica di immobili ed al sismabonus acquisti.
Il caso
Una società che opera nel settore delle costruzioni/ristrutturazioni si occupa di acquisto, vendita, permuta, costruzione e ristrutturazione in proprio e/o conto terzi di immobili a prevalente destinazione abitativa.
Il 6 dicembre 2017 ha acquistato un immobile il cui proprietario aveva ottenuto il permesso di costruire (rilasciato in data 2017) per poter realizzare la demolizione e ricostruzione di un edifico unifamiliare in n. 4 bifamiliari.
Attualmente il permesso di costruire in oggetto è nella piena titolarità della società istante, a seguito della procedura amministrativa di subentro.
L’istante precisa, inoltre, che:
al momento della stipula del contratto di compravendita a suo favore, la società venditrice aveva eseguito i soli lavori di demolizione dell’immobile;
le opere che andrà ad eseguire saranno rispondenti alle caratteristiche proprie degli interventi di ristrutturazione edilizia (di cui all’articolo 3 del dpr n. 380/2001), con miglioramento dal punto di vista energetico e sismico dell’intero edificio;
ultimati i lavori, intende stipulare gli atti di trasferimento delle unità immobiliari realizzate entro i 18 mesi dall’ultimazione dei lavori, in modo che gli acquirenti delle nuove unità immobiliari possano beneficiare del sismabonus acquisti (di cui all’arti. 16, comma 1-septies, del dl n. 63/2013).
Quesito
Alla luce di quanto esposto, la società chiede i seguenti chiarimenti al Fisco:
se per effetto del subentro nel permesso di costruire rilasciato nel 2017, possa avere accesso alle detrazioni riguardanti gli interventi di riqualificazione energetica di immobili (di cui ai commi da 344 a 348, dell’art. 1 della legge n. 296/2006 e dall’art. 14 del dl n. 63/2013);
se gli acquirenti delle unità immobiliari, tenuto conto che il Comune in questione si trova in zona sismica 3, possano usufruire del beneficiare del sismabonus, anche se l’asseverazione (di cui all’art. 3 del dm n.58/2017) non è stata presentata contestualmente alla richiesta del titolo abilitativo;
se gli acquirenti possano beneficiare della detrazione prevista al comma 3 dell’art. 16-bis del Tuir.
… si deve ritenere che la detrazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica, di cui all’articolo 1, commi da 344 a 347, della legge n. 296 del 2006 (e successive proroghe e modificazioni), spetti ai titolari di reddito d’impresa che effettuano gli interventi su immobili da essi posseduti o detenuti, a prescindere dalla qualificazione di detti immobili come “strumentali”, “beni merce” o “patrimoniali”.
Pertanto, al ricorrere di tutte le ulteriori condizioni previste dalla normativa in materia, per i suddetti interventi di riqualificazione energetica possono essere riconosciute le detrazioni (di cui ai commi da 344 a 348, dell’art. 1 della legge n. 296/2006 e dall’art. 14 del dl n. 63/2013), anche in relazione ad interventi su un immobile posseduto da una società, non utilizzato direttamente, ma destinato alla vendita.
In merito al secondo quesito, il Fisco fa presente che, come più volte precisato, la detrazione (di cui all’art. 16, comma 1-septies, del dl n. 63/2013, sismabonus acquisti) riguarda l’acquisto di immobili su cui sono stati effettuati interventi edilizi (mediante demolizione e ricostruzione di interi fabbricati, anche con variazione volumetrica rispetto all’edificio preesistente, nei limiti consentiti dalle disposizioni normative urbanistiche, che determinino il passaggio a una o a due classi inferiori di rischio sismico), eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare che provvedano, entro 18 mesi dalla data di conclusione dei lavori, alla successiva alienazione dell’immobile.
I beneficiari dell’agevolazione fiscale sono gli acquirenti delle nuove unità immobiliari; affinché gli acquirenti possano beneficiare della detrazione prevista è necessario, al ricorrere di tutte le altre condizioni normativamente previste, che:
le procedure autorizzatorie siano iniziate dopo il 1° gennaio 2017;
l’atto di acquisto degli immobili sia stipulato entro i termini di vigenza dell’agevolazione.
Nel caso in esame risulta che la presentazione dell’istanza finalizzata ad ottenere il permesso a costruire risulta avvenuta in data 2016 e rilasciato dal Comune nel 2017; pertanto, il contribuente ha iniziato le procedure autorizzatorie in data antecedente il 1° gennaio 2017.
Ne consegue che i soggetti, acquirenti delle unità immobiliari, non possono fruire del sismabonus acquisti.
Infine, per quanto concerne la detrazione d’imposta di cui all’articolo 16-bis, comma 3, del TUIR, il Fisco sostiene che l’acquirente di un immobile ristrutturato possa fruire (in presenza di tutti i presupposti), della detrazione IRPEF di cui all’articolo 16-bis, comma 3 del Tuir, anche nel caso in cui sul medesimo immobile la società cedente (che ha ristrutturato l’intero edificio di cui fa parte l’unità abitativa oggetto di cessione) benefici della detrazione, ai fini IRES, in materia di efficientamento energetico e di misure antisismiche di cui agli articoli 14 e 16 del decreto legge n. 63 del 2013.
Un edificio sostenibile a Chicago realizzato con pezzi prefabbricati e interni di design
Questo curioso condominio si trova su W Rice Street, una strada nel quartiere Ukrainian Village, uno dei più antichi di Chicago e il cui nome deriva dal fatto che era popolato da immigrati ucraini e di altri Paesi dell'est Europa alla fine del XIX secolo.
E' ancora oggi possibile sentire questa influenza, ci sono infatti tre importanti chiese ucraine, banche di proprietà ucraina, una scuola elementare in lingua ucraina, il Museo Nazionale dell'Ucraina, un Centro Culturale dell'Ucraina, l'Istituto di Arte Moderna dall'Ucraina, due organizzazioni giovanili e molti ristoranti, negozi e attività commerciali di proprietà ucraina.
La caratteristica più sorprendente dell'edificio progettato dallo studio Vladimir Radutny Architects nel 2016 è un rivestimento in acciaio ondulato interrotto da terrazze. La sostenibilità è un'altra delle sue caratteristiche, poiché sono state utilizzate strategie sia passive che attive per rendere questo progetto più efficiente dal punto di vista energetico.
La forma semplice dell'edificio ha permesso di prefabbricare ed erigere in modo efficiente la maggior parte degli elementi della struttura e della facciata, riducendo così gli sprechi in cantiere e il tempo di costruzione. La parete esterna è costituita da una robusta parete in muratura termica, che offre prestazioni complessive più elevate, e da uno schermo antipioggia in metallo, che permettere di riflettere il calore dall'esterno. In questo modo, il fabbisogno energetico dell'edificio è stato ridotto.
L'edificio è composto da otto appartamenti ed è stato progettato con l'obiettivo di massimizzare l'area edificabile e creare abitazioni che abbiano luce naturale e spazi esterni. "Composta da 4 duplex a configurazione singola con 4 unità a un piano sovrapposte, questa tipologia residenziale di 8 unità è una risposta progettuale all'esigenza del nostro cliente di massimizzare l'area edificabile del luogo", sottolineano sul sito web.
Ogni residenza è progettata con almeno tre orientamenti distinti e un'abbondanza di spazio esterno, massimizzando la luce del giorno e le brezze trasversali durante il giorno. L'aspetto esteriore di questo progetto è il risultato diretto della pianificazione interna strategica. Quattro duplex sono stati collocati nei due piani inferiori, ciascuno con terrazzo al piano terra. I due piani superiori sono divisi ciascuno per creare altri quattro appartamenti.
Vladimir Radutny Architects ha creato due rientranze nei piani superiori con terrazze e balconi per gli appartamenti del secondo e terzo piano, oltre a scale antincendio. Ciascuno dei duplex ha un soggiorno e una camera da letto principale con bagno al piano terra e due camere da letto aggiuntive al piano superiore, mentre gli appartamenti a un piano hanno due camere ciascuno. Insieme agli spazi esterni, tutti gli appartamenti hanno grandi finestre perforate attraverso il rivestimento in lamiera ondulata del blocco, che conferiscono all'edificio un aspetto esterno uniforme.
"Questo sviluppo edilizio contemporaneo cerca di segnare il suo posto nel tempo, esemplificando l'espressione dell'architettura per i suoi immediati dintorni, così come il contesto della grande città", concludono dallo studio. L'edificio è stato insignito del Premio AIA Chicago 2019 per l'eccellenza nel design. Il sito web evidenzia che "creare una connessione tra gli abitanti e il quartiere è una delle intenzioni chiave di questo progetto, la promozione della connessione visiva tra spazi pubblici e privati migliora le costruzioni della comunità e evidenzia il senso del luogo".
Case prefabbricate a Los Angeles, una soluzione per fronteggiare il problema abitativo
Los Angeles, in California, deve affrontare un grave problema abitativo per il quale non riesce a trovare una soluzione. Un problema presente da molti anni, a causa di un notevole aumento della popolazione e di una densità molto elevata, con un'offerta che cresce a un ritmo molto più lento della domanda.
Per alleviare questa situazione, pubblico e privato stanno cercando delle soluzioni. Tra queste c'è la nuova proposta di MALL, uno dei 14 studi che il Los Angeles Department of Building and Safety ha invitato a partecipare allo Standard Plan Program per rispondere alle esigenze di ADU (Accessory Housing Units) di Los Angeles a prezzi accessibili.
Nel tentativo di contribuire a rafforzare la disponibilità locale di case a prezzi accessibili, il progetto offrirà ai residenti una selezione di piani edilizi pre-approvati per case prefabbricate indipendenti a Los Angeles. L'idea è quella di semplificare il processo di autorizzazione e accelerare la costruzione di case in spazi ristretti, sfruttando anche cortili o giardini.
Lean-to ADU è il nome della proposta presentata da MALL, con un design che riflette l'influenza dei tipici capannoni americani, mentre reinterpreta due pilastri architettonici di Los Angeles: la casa in stucco e la facciata esagerata.
Fondamentalmente, Lean-to ADU offre un programma flessibile e conveniente. Progettata per rispettare i codici edilizi della città e ottenere sufficiente luce naturale e ventilazione incrociata indipendentemente dal suo orientamento, la casa di 48 m2 con una terrazza sul tetto di quasi 12 m2 può essere ruotata per adattarsi a vari lotti e paesaggi ed è costruita con materiali di costruzione e tecniche standard che possono essere facilmente adattate.
A partire da capannoni, stucchi e bungalow, Lean-to ADU offre un linguaggio visivo ibrido. La forma complessiva è uno stucco nero strutturato e un tetto in metallo, che si estende da 2,5 a 5 metri di altezza. In contrasto con l'esterno in bianco e nero, l'interno offre una tavolozza calda e morbida di compensato, piastrelle e tocchi di colore. Entrando dalla porta d'ingresso, gli spazi comuni si trovano sul lato sinistro e le aree private, con la camera da letto e l'area di lavoro, sono sulla destra. Un volume rettangolare al centro separa queste aree e ospita il bagno e i servizi.
La cucina presenta un bancone in piastrelle di marmo con armadietti gialli, verdi e bianchi. La luce naturale inonda l'interno attraverso due lucernari a soffitto e le finestre disposto in modo da offrire la giusta ventilazione e una vista sul cortile esterno.
Spagna, multa fino a 150mila euro per chi non vuole affittare casa a un inquilino LGTBI
La bozza della cosiddetta Trans Law è stata approvata dal Consiglio dei ministri spagnolo e inizierà ora il suo itar al Congresso. La norma prevede l'introduzione di uno dei reati di discriminazione contro la comunità LGTBI classificati come "molto gravi": negare l'affitto a una coppia omosessuale sarà multato fino a 150.000 euro.
La Trans Law, inoltre, inverte l'onere della prova e l'imputato accusato di discriminazione dovrà dimostrare la propria innocenza. Il disegno di legge prevede una serie di misure di tutela contro la discriminazione sessuale e di genere, per le quali è stato istituito un regime sanzionatorio esteso a tutti gli ambiti della vita, in particolare personale, educativo, lavorativo, sanitario, sportivo o del tempo libero.
Secondo il disegno di legge, se un proprietario riceve una sanzione per una denuncia di discriminazione, deve provare la sua innocenza, invertendo così l'onere della prova.
Il quotidiano El Mundo sottolinea che per il ministero dell'Uguaglianza spagnolo si tratta di una "questione fondamentale nel diritto antidiscriminazione", già contemplata in altre leggi già in vigore e che la sua origine è nella normativa europea. E il quotidiano fa un esempio, come la legge che regola l'intera giurisdizione contenziosa-amministrativa alla quale nel 2007 si aggiungeva che nel procedimento sulle "azioni discriminatorie" in ragione del sesso "spetterà all'imputato provare la assenza di discriminazione nei provvedimenti adottati”.
Abusi edilizi in Italia, dal 2004 al 2020 demoliti solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza
Legambiente ha fotografato la situazione degli abusi edilizi in Italia e ha ritratto un Paese spaccato in due. Il periodo preso in considerazione è quello che va dal 2004 al 2020, nel corso del quale sono stati demoliti solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza.
Nel dossier "Abbatti l’abuso", Legambiente ha evidenziato che, sulla base delle risposte complete date dai 1.819 comuni (su 7.909) al questionario, in Italia dal 2004, anno dell'ultimo condono, al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo. Secondo quanto sottolineato, tale dato è "trainato dall'attività degli enti locali delle regioni del Centro Nord".
Quella che emerge dal dossier è un'Italia spaccata in due. Se nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, Veneto e Friuli Venezia Giulia superano entrambe il 60%, seguite da Valle d'Aosta (56,3%), Provincia autonoma di Bolzano (47%), Lombardia (44,2%), Piemonte, Liguria e Toscana (40%), il Sud Italia, a parte la Basilicata con un 26% delle ordinanze di demolizioni eseguite, se la cava peggio.
In particolare, la Puglia si piazza in fondo alla classifica con un 4%, preceduta dalla Calabria (11,2%), dalla Campania (19,6%), dalla Sicilia (20,9%) e dal Lazio (22,6%). Secondo quanto evidenziato dal dossier di Legambiente, Puglia, Calabria e Sicilia sono "tra le regioni più segnate dalla presenza mafiosa" e le regioni, secondo l'ultimo rapporto Ecomafia, "dove vi si concentra il 43,4% degli illeciti nel ciclo del cemento registrati in Italia nel 2019". Ma di 14.485 ordinanze di demolizione emesse, "ne sono state eseguire appena 2.517, pari al 17,4%".
Tutti questi dati, secondo Legambiente, "dimostrano come in Italia l'abusivismo e il cemento illegale siano ancora una piaga da sanare". Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha affermato: "Procedere con gli abbattimenti è il migliore deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi edilizi. Il quadro che emerge dal nostro dossier conferma la necessità, non più procrastinabile, di avocare allo Stato il compito di riportare la legalità dove le amministrazioni locali non sono riuscite a farlo per decenni. Per questo, su proposta di Legambiente, lo scorso, anno è stata approvata una norma inserita nel Dl Semplificazioni che assegna alle prefetture la responsabilità di demolire stante l'inerzia prolungata dei Comuni; ma con la sconcertante circolare interpretativa della legge del Ministero dell'Interno ora ciò verrà meno andando a tradire il senso e l'obiettivo di quanto approvato in Parlamento. Per questo abbiamo elaborato un emendamento all'ultimo decreto Semplificazioni del governo Draghi con l'obiettivo di ricondurre a un'interpretazione autentica della disposizione, nel pieno rispetto della ratio legis, fugando ogni margine di dubbio circa la sua applicazione. Alla ministra Lamorgese e al Parlamento chiediamo di rivedere e correggere la nota interpretativa del ministero riaffermando il potere d'intervento dei Prefetti su tutte le ordinanze emesse dai Comuni. Per liberare il Paese dallo sfregio del cemento selvaggio e dall'abusivismo impunito serve un netto cambio di direzione che solo la classe politica può intraprendere, non sono ammessi più ritardi o passi falsi".
Cresce l’attenzione sul superbonus 110, in particolare dopo l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Semplificazioni 2021 (decreto legge 77 del 31 maggio 2021). Ma quali sono le novità e i possibili benefici? idealista/news ne ha parlato con il presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli.
In tema di superbonus 110, secondo quanto previsto dal decreto Semplificazioni 2021, “per favorire l’efficientamento energetico degli edifici sono semplificate le procedure per l’accesso al superbonus”. L’accesso al superbonus 110 per cento è inoltre “esteso agli interventi volti alla rimozione delle barriere architettoniche”. Ecco l’opinione del presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, secondo il quale si tratterà di un provvedimento positivo solo se sarà un grande progetto, realizzato con tempi giusti e risorse adeguate.
Con il decreto Semplificazioni sono state introdotte procedure più snelle per accedere al superbonus 110%. Cosa ne pensa?
“Il decreto Semplificazioni ha sicuramente sbloccato l’impasse più evidente, che era quella dell’asseverazione dello stato di legittimità dei fabbricati. Questo incentivo fiscale è caduto purtroppo in un momento storico molto particolare, in piena pandemia, con gli uffici in gran parte chiusi e con lo smart working, ma devo dire che è stata fatta una scelta molto opportuna. Stabilendo con il decreto Semplificazioni che gli interventi riferiti all’incentivo fiscale possono essere ricondotti alla manutenzione straordinaria, autorizzabili con la Cila, è stato sfoltito molto l’obbligo dell’asseverazione dello stato legittimo degli immobili, che rimane solo per i casi di demolizione e ricostruzione.
L’altra cosa di buon senso è l’avere richiesto anche nei casi di Cila il riferimento al titolo che ha autorizzato il fabbricato o al provvedimento che ne ha consentito la legittimazione ovvero è attestato che la costruzione è stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967. In questo modo sono stati esclusi di fatto tutti quei fabbricati abusivi che non hanno un titolo e comunque è stata salvaguardata l’edilizia storica.
Si tratta dunque di un intervento di grande equilibrio, che salvaguarda il superbonus dagli abusi, perché se non c’è un titolo da citare con il quale è stato autorizzato l’immobile non si può accedere all’agevolazione, che però sblocca tutte quelle situazioni per le quali la presenza di alcune difformità o di alcuni abusi non consentiva di fare la dichiarazione dello stato di fatto. In ogni caso, sulle eventuali difformità o sugli eventuali abusi parziali, le amministrazioni potranno procedere. Consentendo il superbonus con la Cila, non si vanno a sanare eventuali piccole difformità o piccoli abusi, che rimangono, ma che vengono completamente svincolati da questo tipo di situazione”.
Al momento l’estensione del superbonus non riguarda gli alberghi, ma interessa case di cura, ospedali, poliambulatori, collegi, ospizi e caserme. Qual è la sua opinione? Cambierà qualcosa?
“Per quanto riguarda gli alberghi, attualmente il decreto li esclude e prevede l’estensione agli ospedali, alle case di cura, agli ospizi. Penso che sia un primo passo, perché l’obiettivo deve essere – e io sono convinto sarà – l’intero patrimonio edilizio esistente. La sicurezza e l’efficientamento energetico devono riguardare tutto il patrimonio edilizio esistente, non solo una parte, quella residenziale.
Sono convinto che questa apertura, ventilata in sede di conversione, troverà sfogo, perché in questo momento storico l’edilizia turistica ricettiva è un elemento economico importantissimo. Se dopo la pandemia vogliamo puntare nuovamente su un turismo importante quale fonte economica, che faccia Pil e che consenta anche al turismo straniero di tornare in Italia, c’è bisogno di presentare immobili che abbiano un’elevata efficienza energetica e soprattutto un’elevata sicurezza”.
Bisogna aspettarsi quindi ulteriori novità?
“Penso che in questi due mesi – dal 31 maggio, quando il decreto Semplificazioni è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, alla fine di luglio, il termine entro il quale dovrà essere convertito in legge – arriveranno ulteriori novità.
L’effetto del decreto Semplificazioni ha cominciato a farsi sentire già solamente quando sono circolate le prime bozze, in cui si parlava di questo snellimento. L’interesse è schizzato ed è cresciuto il numero delle pratiche. Gli ultimi dati ufficiali del 18 maggio registrano un salto di 6/7mila pratiche in poche settimane, siamo arrivati già a 1 miliardo e 800 milioni di importi autorizzati e dichiarati, numeri che penso cresceranno con la conversione in legge. Dai primi di settembre immagino un aumento esponenziale, sia in termini di numeri che in termini di importi utilizzati. Ma l’altra misura fondamentale, indispensabile ed essenziale, è la proroga”.
Ci sono dunque aspetti del superbonus che possono essere ancora migliorati?
“Ho detto in precedenza che l’obiettivo dovrà essere l’intero patrimonio dell’edilizia esistente, perché più grandi sono i numeri, più positiva sarà l’operazione. Servono però tempi ragionevolmente idonei. Si parla della proroga al 2023, ma non sarà sufficiente. Io penso che il ragionamento più logico sia quello di rapportare questa progettualità ai tempi del Next Generation Eu e quindi a tutti i sei anni previsti.
Oggi abbiamo già 18 miliardi a disposizione, di cui ne abbiamo utilizzati 2. Penso che i 20 miliardi messi nel Pnrr possano fare salire questo stanziamento economico a circa 40 miliardi, con i quali potremo fare una bella progettualità. Con la dotazione completa – cioè quella delle risorse italiane già sul tavolo, quindi 18 miliardi, più quei 20 miliardi ipotizzati come destinazione del Recovery Plan – penso che si possano avere termini oggettivamente idonei, quindi quei sei anni del Next Generation, e risorse, perché con 40 miliardi riusciamo a fare un intervento assolutamente positivo di cui c’è molto bisogno.
Devo dire che, lo scorso anno, nell’emanare il decreto Rilancio il governo ha capito che questo poteva essere uno dei pochi interventi economici che poteva dare rilancio all’economia. Ricordiamo che la filiera dell’edilizia copre un’enorme vastità di interessi. Si tratta di una filiera importantissima. Non bisogna poi dimenticare l’obiettivo sociale. Pensiamo alla ricaduta sulle bollette delle famiglie e alla sicurezza. Bene dunque la misura iniziale, perché se non ci fosse stato il decreto Rilancio non avremmo nulla. Bene gli interventi che sono stati fatti per rifinanziare, mi riferisco alla legge di Bilancio 2021 e alla proroga ad oggi fino a tutto il 2022. Bene il decreto Semplificazioni.
Una cosa importante è anche l’aver esteso la possibilità per l’abbattimento delle barriere architettoniche, perché con l’ultimo decreto diventa trainante anche la sicurezza sismica e quindi gli interventi sulle barriere architettoniche, che compongono un po’ quel mosaico di cui parliamo da tanti anni: la qualità del costruito, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’efficientamento energetico, la sicurezza.
Alla fine, arriveremo a poter fare anche ragionamenti che portano a una rilettura in chiave sociale, perché la pandemia ha messo drammaticamente in evidenza situazioni delle quali non si era forse mai parlato. Pensiamo ad esempio alla difficoltà di vivere in un appartamentino di 60 mq in cui durante la pandemia hanno dovuto lavorare marito e moglie e fare la Dad magari due ragazzi. Il mercato immobiliare ha già messo in evidenza che oggi le persone chiedono, anziché un appartamento un po’ più grande, un appartamentino con una terrazza o con un giardino. C’è quindi tutto un ragionamento di carattere generale che si sta configurando, alla luce del quale servono tempi giusti e risorse giuste”.
Qual è, in conclusione, il suo giudizio?
“Il giudizio sul decreto Semplificazioni è assolutamente positivo, sono convinto che darà uno slancio molto importante. In Italia dobbiamo puntare a un grande progetto, che coinvolga il maggior numero di interventi e il maggior numero di risorse. Un progetto convergente sotto tutti i punti di vista: economico, della sicurezza, dell’efficientamento energetico, dell’abbattimento delle barriere architettoniche.
Serve anche una grandissima sinergia tra gli operatori. Noi, come Rete delle professioni tecniche, abbiamo fatto un grande lavoro con i Ministeri per dare un quadro complessivo e in progress di quelle che sono le necessità. C’è da lavorare ancora, ma con un quadro pandemico in via di miglioramento e con la conseguente piena operatività degli uffici la gestione degli interventi migliorerà. Serve buon senso. Ma soprattutto occorre sottolineare che questo sarà un provvedimento positivo, che darà risultati straordinari, solamente se sarà un grande progetto che verrà realizzato con tempi giusti e risorse adeguate”.