La startup che fissa il prezzo di casa con un algoritmo e garantisce la vendita in 30 giorni
Una startup che, in 30 giorni, compra un immobile determinando il prezzo tramite un algoritmo. Si tratta di Casavo e idealista/news ha intervistato Giorgio Tinacci, founder e Ceo.
È la prima piattaforma di instant buying italiana, per ora è presente solo su Milano e Roma ma promette di espandersi nel resto d’Italia prima di tentare l’ingresso nel mercato del Sud Europa. Vediamo, assieme al suo fondatore, come funziona Casavo.
Cos’è Casavo e come funziona?
“Casavo è una piattaforma di instant buying, un modello di business coniato in mercati anglo americani, applicato al settore immobiliare. Questo modello funziona molto semplicemente, un utente che sta cercando di vendere un immobile può visitare il nostro sito e inserire direttamente i dati necessari per richiedere un’offerta d’acquisto. Dopo una prima perizia formuliamo un’offerta, mediamente più bassa dell’8% rispetto al costo di mercato, basata sui dati processati da un nostro algoritmo. Dopodiché ci riserviamo 5 giorni di tempo per ulteriori verifiche e, se non ci sono anomalie sull’immobile, la nostra offerta diventa vincolante e il cliente viene liquidato in circa 30 giorni”.
Su cosa si basa l’algoritmo che determina il prezzo dell’offerta?
“Ci sono due fonti dati principali: il nostro database interno, dove vengono inseriti tutti dati di immobili che vediamo e valutiamo; l’altra è fornita dai prezzi che appaiono sui siti di annunci immobiliari come idealista. Le altre variabili che vengono tenute in considerazione ovviamente sono le caratteristiche dell’immobile, la metratura, lo stato, la posizione e l’esposizione, il livello di servizi”.
Come è nata e come si è sviluppata l’idea?
“Ho fondato la startup a fine 2017, ho visto i trend dai modelli Usa e la mia tesi imprenditoriale si basava sul fatto che questo modello avesse addirittura più senso nei mercati del Sud Europa, soprattutto in Spagna e Italia.
Un’azienda di instant buying offre un servizio direttamente al consumatore e in Italia, secondo i dati di Bankitalia, il 92% degli asset residenziali sono in mano alle famiglie. Quindi la domanda potenziale è molto estesa. A questo va aggiunto che mediamente ci vogliono 6-7 mesi prima di riuscire a vendere un immobile, mentre in altri mercati, penso a Londra, ne bastano 1 o 2. Il nostro modello garantisce di vendere l’immobile in tempi rapidi e tramite modalità del tutto trasparenti”.
Agenzia immobiliare, società immobiliare o crowdfunding. Cos’è Casavo?
“Di fatto rappresentiamo una nuova categoria di mercato, siamo una società di investimento immobiliare che, però, non fa quello che fa la classica società immobiliare. E non apparteniamo nemmeno al mondo del crowdfunding, la nostra raccolta di capitale deriva da investitori istituzionali.
La startup è stata finanziata principalmente da gruppi di venture capital, con aumenti di capitale ogni 12 – 18 mesi, ai quali si sono aggiunti anche alcuni investitori industriali affini al settore. Ormai c’è una tesi di investimento forte sul proptech, che sta avendo sempre più successo”.
Come funziona il processo di acquisto e di vendita?
“Non abbiamo una struttura commerciale, collaboriamo con le agenzie anche per rivendere gli immobili, affidiamo loro i mandati a vendere una volta acquisiti gli immobili. Ci incarichiamo direttamente degli investimenti in brochure e marketing per supportare l’agenzia, oltre a investire per la ristrutturazione dell’immobile. Finora abbiamo fatto più di 50 operazioni e abbiamo investito più di 11 milioni”.
Qual è il taglio di immobile che trattate di più?
“Prendiamo tutto il mercato, non ci limitiamo. Quello che è certo è che nelle zone dove il pricing è di livello medio alto, a seconda del tipo di immobile, valutiamo se ha più senso magari ristrutturare e frazionare appartamento in più unità”.
A che punto è il mercato dell’instant buying immobiliare e quali sono i vostri piani di espansione?
“Negli Sati Uniti continua a crescere cresce tantissimo, ci sono 3-4 player che valgono più di un miliardo, anche se è nato da appena 3-4 anni. In Europa, invece, è ancora un modello prematuro, qualcuno piccolo lo sta facendo, noi siamo i primi a livello continentale.
Parlando di espansione geografica, per ora preferiamo concentrarci in Italia, operiamo già a Milano e Roma. Ad aprile vorremmo iniziare a Torino e Firenze per poi arrivare nei prossimi mesi o a inizio anno prossimo in altre città italiane. Successivamente, vorremmo diventare la piattaforma di riferimento in Europa, ma non nel 2019”.
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