lunedì 5 maggio 2014

Affitti in nero: stop agli sconti per l'inquilino che denuncia


La Consulta cancella le super-sanzioni contro i proprietari che affittano
abitazioni in nero. La possibilità per l’inquilino di denunciare il
proprietario, ottenendo un canone scontato, non esiste più. Ed è come
se non fosse mai esistita.
Con la Sentenza n. 50 depositata il 14/03/2014 la Corte
Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 3,
commi 8 e 9, del D. Leg.vo 14/03/2011, n. 23 (Disposizioni in materia
di federalismo Fiscale Municipale) specificamente quei commi che
regolavano la questione degli affitti in nero dando la possibilità
agli inquilini che denunciavano l’irregolarità di ottenere sostanziali
vantaggi.
Per gli inquilini che erano in affitto senza contratto era infatti prevista la possibilità di registrare unilateralmente il
contratto di locazione denunciando così il proprietario ed ottenendo in cambio il diritto ad un canone con sostanziale
sconto. Il contratto derivante da quella operazione era «quattro più quattro», quindi poteva durare potenzialmente
fino a otto anni, e il canone subiva un decurtamento che poteva arrivare fino all'80%: una vera manna dal cielo per
gli affittuari contro i proprietari di casa che affittavano in nero il proprio immobile.
Questa piccola rivoluzione in materia di affitti viene ora cancellata con un colpo di spugna dalla sentenza di cui si
discute che, tra l’altro, prevede anche la retroattività. Finiranno, quindi, nel nulla anche i contratti che sono stati
registrati dagli inquilini e dai funzionari del Fisco a partire dal 06/06/2011. Le super-sanzioni, infatti, sono scattate 60
giorni dopo l'entrata in vigore del decreto, che era il 07/04/2011. In pratica, i proprietari potranno chiedere agli
inquilini di liberare l'abitazione, perché il contratto cadrà insieme alla norma di legge che lo prevedeva. Ma
bisognerà anche regolare il periodo in cui il conduttore ha occupato l’alloggio: se è vero che il canone di legge non
esiste più, il proprietario ha diritto a un’indennità per l’arricchimento senza causa, e alla fine potrebbe essere il
giudice a risolvere la questione. Il rischio-caos è concreto.
Una bocciatura questa della Corte Costituzionale che censura l’eccesso di delega da parte del Governo nel
confezionare una norma su richiesta del Parlamento che doveva occuparsi di federalismo fiscale.
Secondo la Consulta le sanzioni previste dal D. Leg.vo n. 23 del 2011 erano spropositate rispetto a quella che era la
violazione fiscale nella quale si andava ad incorrere non registrando un contratto di affitto: una violazione perpetrata
ai danni dei proprietari di immobili che si vedevano applicare una sanzione ritenuta eccessiva.
Da oggi quindi, stop alla possibilità per l’inquilino di denuncia; certo è che ora ci si dovrà adoperare per trovare una
soluzione alla problematica degli affitti in nero, fenomeno peraltro molto diffuso in Italia.
Il testo della sentenza è consultabile nel box Fonti Collegate.



A cura di:
Anna Petricca

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