giovedì 17 aprile 2025
il 61% delle case è accessibile per chi ha i risparmi per un mutuo. La classifica delle città
giovedì 10 aprile 2025
Il peso dell’inflazione di febbraio 2025 sui rinnovi annuali d’affitto: i canoni per città
giovedì 3 aprile 2025
Il mercato immobiliare di lusso in Italia fotografato da Engel & Völkers e Nomisma: aumenta ancora la domanda
giovedì 27 marzo 2025
Deficit immobiliare: in Italia si producono fra 316mila e 459mila abitazioni meno del necessario
Sempre più spesso si sente parlare di crisi abitativa o, addirittura, emergenza abitativa in Italia. Ma come stanno realmente le cose? I numeri ci dicono che la situazione non è delle più rosee. Confrontando i dati relativi all’aumento delle famiglie con quelli che riguardano le nuove costruzioni si evidenzia un deficit di 459mila abitazioni in meno di quante ne servirebbero secondo le rilevazioni Istat. Scopriamo insieme qual è lo scenario più verosimile attualmente e cosa aspettarsi per il futuro.
- Perché si costruiscono poche case di nuova costruzione
- Lo scenario attuale
- La questione del deficit abitativo
- L’Italia nel contesto europeo
- Lo scenario futuro
- Scegli la tua casa di nuova costruzione
Perché si costruiscono poche case di nuova costruzione
Nonostante il mercato immobiliare italiano resti interessante per gli investitori anche internazionali, le transazioni riguardano solo in una parte minoritaria le nuove costruzioni. Molti sono infatti gli ostacoli che, nel nostro Paese, impediscono all’offerta immobiliare di adeguarsi all’effettiva domanda, ragione per cui il real estate nostrano sempre più spesso ripiega sulla riqualificazione o dirotta gli investimenti sul mercato dei servizi. Grazie agli studi di alcuni esperti cerchiamo di capire quali sono le ragioni della scarsità di case di nuova costruzione in Italia.
Lo scenario attuale
I dati ufficiali dell’Istat, per gli anni dal 2018 al 2022, indicano che, a fronte di un aumento delle famiglie di 683.285 unità, sono state ritirate concessioni edilizie per 224.105 nuove abitazioni. Tuttavia, un approfondimento del Cresme configurerebbe uno scenario diverso.
Secondo le elaborazioni del centro di ricerca e di analisi dell’istituto, infatti, nello stesso intervallo di tempo le nuove costruzioni di abitazioni sarebbero state 367.000. Le rilevazioni del Cresme, pertanto, individuerebbero il deficit abitativo nel periodo analizzato in 316.000 unità e non in 459.000 abitazioni come suggerirebbero i dati sui permessi di costruire forniti dall’Istat. Ne scaturisce una situazione in cui le nuove costruzioni soddisfano potenzialmente solo il 33,8% della nuova domanda se utilizziamo i dati sulla concessioni ritirate dell’Istat e il 53,8% se vengono presi in esame i dati del Cresme.
Nuove famiglie e produzione di nuove abitazioni in Italia
I dati analizzati si riferiscono al periodo che va tra il 2018 e il 2022
Per fare chiarezza e approfondire questo tema, abbiamo contattato Lorenzo Bellicini, Direttore Tecnico di Cresme Ricerche: “In Italia si registrano profonde differenze territoriali, sia per quanto riguarda i valori di mercato ma anche per quanto riguarda il governo del territorio, con fenomeni importanti di produzione abusiva, che si stanno comunque riducendo. Nella nostra stima, non consideriamo solo una componente di abusivismo, ma facciamo una proiezione di diversi fattori, considerando anche a volte le piccole amministrazioni locali non rispondono, ma questo non vuol dire che non si siano costruite nuove abitazioni”.
La questione del deficit abitativo
Per Bellicini, il tema della rilevazione del deficit abitativo meriterebbe un approfondimento minuzioso: “Ad oggi è possibile fare un’analisi del confronto tra quanto si produce e quanto crescono le famiglie, ma una vera e propria analisi del fabbisogno abitativo, necessita di conoscere anche il fabbisogno pregresso al periodo circoscritto che viene analizzato”.
Per il direttore tecnico di Cresme Ricerche, ci sarebbe bisogno di “uno scenario previsionale parta da situazione zero, che non c’è, messo in relazione con la domanda emergente (ovvero le nuove famiglie che si formano ogni anno). Ma è complicato definire il fabbisogno pregresso, non abbiamo più analisi censuaria come si faceva con puntualità nel passato, quando si confrontavano i dati anagrafici. Il nuovo modello lavora su dati catastali, risolve un problema sulla fonte demografica, ma restano ampi punti interrogativi sull’uso del patrimonio. Il grande dibattito, oggi, è quello sulle case non occupate, non sempre si tratta di case non occupate, perché magari sono adibite ad altri usi rispetto al residenziale”.
giovedì 20 marzo 2025
Percorsi di Sostenibilità e Competitività: un evento per le imprese modenesi
giovedì 13 marzo 2025
IL 2024 NEL MERCATO IMMOBILIARE: IL REPORT ANNUALE
Un anno di transizione dopo gli shock economici causati dalla pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione record e l’aumento dei tassi. È questa la fotografia del 2024 nel report annuale di idealista/data sul mercato residenziale, ora disponibile online. L’analisi esamina l’evoluzione dell’offerta, della domanda e dei prezzi degli immobili, sia in vendita che in affitto, con un focus sul contesto nazionale, provinciale e dei capoluoghi di provincia. I dati dell'anno appena trascorso delineano prospettive ottimistiche che alimentano la fiducia anche per il 2025. Ecco le principali evidenze emerse.
- Volumi di compravendite stabili
- Fiducia per affitti e vendite nel 2025
- I principali trend del 2024 nel report di idealista
- Contesto socioeconomico
- Compravendite
- I prezzi unitari
- Il segmento delle locazioni
- Canoni di locazione
- Rendimenti lordi
- Nuove costruzioni
Volumi di compravendite stabili
L'andamento delle compravendite nel 2024 riflette la resilienza del mercato immobiliare, con circa 500.000 transazioni registrate fino al terzo trimestre (dati OMI). Si prevede che l'anno si chiuda con circa 700.000 compravendite, mantenendo i livelli dell'anno precedente, accompagnato da un aumento dei prezzi di vendita del 2,2%.
“Grazie anche alla politica monetaria della Banca Centrale Europea, il 2025 si apre con segnali di fiducia”, commenta Vincenzo de Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista. “Il settore ha mostrato una buona tenuta nonostante le tante incognite economiche degli anni passati, e si sono registrati segnali positivi da alcuni indicatori, tra cui l’inflazione tornata sotto controllo nel 2024 e la riduzione dei tassi di interesse sui mutui.
Questo calo potrebbe stimolare la domanda di case da acquistare, offrendo alle famiglie maggiori opportunità di accesso al credito”.
Fiducia per affitti e vendite nel 2025
Il taglio dei tassi rimette molte famiglie in condizione di accedere al mutuo per l’acquisto della casa, lo dimostra anche l’incremento dell’indice della domanda cresciuta del 40% rispetto all’anno scorso. Questo potrebbe preludere a una crescita dei volumi di vendita nel corso del 2025, se le tendenze macroeconomiche dovessero essere confermate.
L’acquisto di casa da parte di famiglie che vivono in locazione sblocca lo stock nel mercato delle locazioni attenuando la pressione della domanda, che negli ultimi anni aveva determinato la crescita vertiginosa dei prezzi.
“Il mercato di vendita e quello dell’affitto sono due vasi comunicanti, - sottolinea de Tommaso. - Entrambi i settori si erano inceppati a causa dell'aumento dei tassi e della crescita dei canoni di affitto, dovuti alla contrazione dell’offerta post-Covid. Questo effetto a "tenaglia" aveva bloccato la normale rotazione del prodotto sul mercato, con gli inquilini che, a causa dei prezzi elevati, avevano preferito prolungare il soggiorno nell’abitazione locata in attesa di condizioni migliori per acquistare. Il taglio dei tassi di interesse operato dalla BCE a partire dall’estate ha ridato slancio al la domanda nel mercato delle compravendite.
Ciò ha comportato un allentamento della pressione sul segmento delle locazioni e, come conseguenza, un aumento dello stock in offerta e un rallentamento della crescita dei canoni”.
I principali trend del 2024 nel report di idealista
idealista ha analizzato i dati di compravendite e affitti nel 2024 alla luce del contesto macroeconomico a partire dai parametri raccolti attraverso gli annunci del portale immobiliare. Ecco le principali evidenze emerse.
Contesto socioeconomico
All’inizio del 2024, la popolazione italiana rilevata dall’ISTAT ammonta a 58.971.230 abitanti, segnando un lieve calo dello 0,04% rispetto allo stesso periodo del 2023. La diminuzione interessa in particolare molte province del Centro-Sud e delle Isole, mentre le province della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Trentino-Alto Adige registrano un incremento demografico. Milano continua la sua crescita sostenuta, segnando la maggiore variazione positiva tra i capoluoghi di provincia (1,0%).
Nel 2023, il PIL pro capite ha registrato un incremento del 6,6% rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione ha continuato la sua discesa, attestandosi al 7,7%, confermando così il trend positivo iniziato nel 2015. Il livello di disoccupazione rimane particolarmente basso nelle province del Centro-Nord, mentre aumenta progressivamente spostandosi verso il Sud del Paese.
Nella seconda metà del 2024, la Banca Centrale Europea ha avviato un graduale taglio dei tassi di interesse, favorito dal rallentamento dell’inflazione. Questo potrebbe incentivare una ripresa del mercato immobiliare, stimolando la domanda, soprattutto per coloro che intendono accedere a mutui con condizioni più vantaggiose. La riduzione dei tassi ha contribuito a una diminuzione del tasso di sforzo per i mutui, passato dal 21% al 18% nel corso dell’anno. Tuttavia, le famiglie che vivono in affitto continuano a sostenere un peso crescente, con lo sforzo salariale che a dicembre 2024 ha raggiunto il 30%.
Compravendite
A dicembre 2024, la domanda di acquisto di abitazioni a livello nazionale si è attestata a 1,4 punti, evidenziando una crescita significativa rispetto all’anno precedente. In occasione del Giubileo, Roma è diventata la città più richiesta tra i capoluoghi di provincia, raggiungendo i 4,2 punti. Il mercato immobiliare italiano continua ad attrarre investitori esteri, con l’11,9% delle visualizzazioni provenienti dagli Stati Uniti.
Nel 2023, le compravendite registrate dall’Agenzia delle Entrate hanno subito un calo del 9,7% rispetto al record del 2022, a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Nei primi tre trimestri del 2024, i volumi si sono mantenuti sugli stessi livelli del 2023, in attesa dei dati del quarto trimestre, che potrebbero segnalare una ripresa, grazie ai recenti tagli dei tassi.
I prezzi unitari
I prezzi delle abitazioni sono in aumento: il valore medio nazionale ha raggiunto i 1.880 euro/m2 a fine 2024, segnando una crescita annua del 2,2%. L’offerta di immobili in vendita è leggermente diminuita rispetto all’anno precedente, rappresentando il 2,5% dello stock catastale residenziale (contro il 2,6% di dicembre 2023). Milano si conferma la città con il prezzo più alto al metro quadro, superando i 5.000 €/mq, seguita da Bolzano, Venezia, Firenze e Bologna, che mantengono le posizioni del 2023.
Il segmento delle locazioni
Il mercato delle locazioni sembra aver raggiunto un punto di stabilizzazione dopo la crescita iniziata a metà 2021. A dicembre 2024, la domanda di affitti a livello nazionale si è attestata a 12,3 punti, registrando un calo dell’8% rispetto all’anno precedente. Anche in questo settore l’interesse degli investitori internazionali è elevato, con il 9,9% delle visualizzazioni provenienti dagli Stati Uniti.
Canoni di locazione
I canoni di locazione continuano a salire: a fine 2024, il costo medio nazionale ha raggiunto 13,9 €/mq/mese (circa 167 €/mq/anno), con un incremento dell’11% rispetto al 2023. L’offerta di immobili in affitto è rimasta stabile, rappresentando lo 0,21% dello stock catastale complessivo. Inoltre, il 26% delle abitazioni in affitto è destinato a contratti di locazione transitoria.
Rendimenti lordi
Il rendimento lordo del settore residenziale ha continuato a crescere, raggiungendo l’8,8% a dicembre 2024. Questo aumento è dovuto al fatto che i canoni di locazione stanno crescendo a un ritmo superiore rispetto ai prezzi degli immobili, anche a causa della scarsità dell’offerta.
Nuove costruzioni
Roma e Milano si confermano le città con il maggior numero di nuove costruzioni residenziali, mentre nel Sud del Paese l’attività edilizia rimane limitata. Il costo medio degli immobili di nuova costruzione in Italia si attesta a 3.060 €/mq.
giovedì 6 marzo 2025
BONUS AFFITTO 2025
Bonus affitto 2025, ecco gli importi e i requisiti per i lavoratori e gli studenti fuori sede: tutte le cifre Il bonus affitto 2025 prevede agevolazioni per studenti e lavoratori fuori sede, con detrazioni fiscali e contributi aggiuntivi per redditi bassi, incluse iniziative locali; novità per i neoassunti con bonus esentasse e rimborsi senza tassazione dal 2025 al 2027 Una delle maggiori difficoltà che affrontano studenti e lavoratori fuori sede è trovare un nuovo alloggio, a causa dei canoni molto elevati nelle varie città d’Italia. È importante, quindi, sapere che, a beneficio di coloro che - per motivi di studio o lavoro - hanno trasferito il proprio domicilio, è previsto un bonus affitto. Sebbene i requisiti per accedervi siano piuttosto rigidi, Comuni e Regioni possono erogare contributi aggiuntivi per sostenere i cittadini in difficoltà economiche. Bonus affitto per studenti fuori sede Il bonus affitto per gli studenti universitari fuori sede è finanziato dal Fondo per studenti fuori sede. Per richiederlo, è necessario appartenere a un nucleo familiare con un ISEE non superiore a 20.000 euro. L’importo massimo previsto è di 279,21 euro. Gli studenti che non soddisfano i requisiti possono beneficiare di una detrazione fiscale prevista dal comma 1 dell’art. 15 del T.U.I.R.. Tale detrazione si applica ai contratti di locazione stipulati da studenti universitari e richiede che il domicilio sia a una distanza minima di 100 chilometri dal Comune di residenza. L’agevolazione è pari al 19% dell’importo massimo deducibile, fissato in 2.633 euro, per un massimo di 500 euro. Per redditi familiari fino a 120.000 euro la detrazione è totale, mentre per redditi compresi tra 120.000 e 240.000 euro è parziale. Bonus affitto per lavoratori fuori sede I lavoratori possono beneficiare di due opzioni di agevolazione. La prima, regolata dal comma 1-bis dell’art. 16 del T.U.I.R., prevede una detrazione per chi trasferisce la residenza a oltre 100 chilometri dal proprio Comune, purché in una Regione diversa. L’importo massimo è di 991,60 euro per redditi fino a 15.493,71 euro, mentre per redditi tra 15.493,71 e 30.987,41 euro la detrazione si riduce a 495,80 euro. La seconda opzione è stata introdotta dalla Manovra 2025 e rientra nel pacchetto di interventi in materia di fringe benefit. In particolare, i lavoratori neoassunti a tempo indeterminato - tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025 - possono beneficiare di un bonus affitto, purché abbiano trasferito la propria residenza a una distanza minima di 100 chilometri per motivi di lavoro. Ilvantaggio di tale bonus è che esso è esente da imposizione fiscale. Per accedervi, però, il lavoratore non deve aver percepito più di 35.000 euro nel 2024. Inoltre, la Manovra prevede che, dal 2025 al 2027, i rimborsi per canoni di locazione dell’abitazione principale e per interessi sul mutuo, entro il limite di 1.000 euro (2.000 euro per dipendenti con figli), non concorreranno alla formazione del reddito, in deroga al TUIR. Iniziative locali per il sostegno agli affitti Anche alcuni Comuni e Regioni offrono contributi per il pagamento degli affitti ai cittadini in difficoltà economica. Ad esempio, il Comune di Roma mette a disposizione un sostegno massimo di 1.000 euro annui. Gli importi e i criteri di accesso possono variare tra le diverse amministrazioni. Si consiglia di consultare i siti istituzionali o di rivolgersi agli sportelli comunali e regionali per informazioni dettagliate.
giovedì 27 febbraio 2025
BONUS GIOVANI 2025
Cos’è il bonus prima casa under 36?
Il Bonus prima casa under 36, allo scopo di favorire l’autonomia abitativa dei giovani di età non superiore a 36 anni con un ISEE non superiore a 40.000 euro, prevede fino al 31.12.27 l'accesso agevolato al Fondo di garanzia dei mutui per la prima casa nella misura dell'80%.Il bonus racchiudeva inoltre una serie di sgravi fiscali - scaduti però il 31.12.24 - applicati sull’acquisto dell’immobile “prima casa” e delle relative pertinenze (box e/o cantine). Comportavano in pratica l’esenzione dalle imposte ipotecaria e catastale, più la possibilità di usufruire sulla dichiarazione dei redditi di un credito pari all'eventuale IVA versata sull'acquisto.
Bonus prima casa under 36: quali sono le agevolazioni?
Il Bonus prima casa under 36 comprende fino al 31 dicembre 2027 l’accesso al credito pubblico (Fondo di garanzia per la prima casa) per l’acquisto dell'immobile "prima casa".Dal 1° gennaio 2025 non comprende più i benefici fiscali sulla tassazione applicata all’acquisto (rimasti validi fino al 31.12.24).
L'accesso al credito
Su questo primo fronte le agevolazioni riguardano il cosiddetto Fondo di Garanzia per la prima casa, che in realtà esiste già dal 2013. Nel caso però degli under 36, rispetto alla misura canonica del 50%, la garanzia statale viene elevata all'80% in presenza dei requisiti (sia ISEE che anagrafici) che esponiamo al paragrafo successivo.Le agevolazioni fiscali
Il secondo fronte era invece quello delle agevolazioni di natura fiscale sulle imposte legate agli atti di acquisto della prima casa, rimaste in vigore fino al 31.12.24*, ovvero:- l’esenzione dall’imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e castale;
- la riduzione del 50% sugli onorari notarili;
- il credito d'imposta (sugli atti soggetti ad IVA) pari all'IVA corrisposta, credito che poi poteva essere portato in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute sugli atti e sulle denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito, ovvero poteva essere utilizzato in diminuzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche dovute in base alla dichiarazione da presentare successivamente alla data dell’acquisto.
* Il Decreto Milleproroghe 2024 aveva prolungato la validità dei benefici sopraelencati sugli acquisti di prime case rogitati entro il 31 dicembre 2024, a patto che gli acquirenti avessero comunque registrato un preliminare d'acquisto entro la data del 31 dicembre 2023.
Bonus prima casa under 36: quali sono i requisiti?
Per poter usufruire delle garanzie speciali pari all'80% prorogate dalle Legge di Bilancio 2025 fino al 31 dicembre 2027 (cosiddetto Fondo di garanzia) ai fini del mutuo sull’acquisto della prima casa, l’acquirente, o entrambi i componenti della coppia che costituisce il nucleo, devono avere i seguenti requisiti:- un’età inferiore ai 36 anni: cioè non deve ancora averli compiuti 36 nell’anno in cui richiede l’agevolazione;
- un ISEE in corso di validità non superiore a 40.000 euro (contatta CAF ACLI per la tua elaborazione ISEE).
In più, la Legge di Bilancio 2024 ha allargato la platea dei potenziali beneficiari del Fondo includendo anche i nuclei cosiddetti "fragili" con:
- tre figli di età inferiore a 21 anni + ISEE non superiore a 40.000 euro annui (per i quali è prevista una garanzia pari all'80%);
- quattro figli di età inferiore a 21 anni + ISEE non superiore a 45.000 euro annui (per i quali è prevista una garanzia pari all'85%);
- cinque o più figli di età inferiore a 21 anni + ISEE non superiore a 50.000 euro annui (per i quali è prevista una garanzia pari al 90%).
giovedì 20 febbraio 2025
BONUS CASA 2025
I bonus casa cambiano volto nel 2025. La legge di Bilancio, che è stata approvata in via definitiva sabato 28 dicembre 2024 ed è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 31 dicembre 2024 n. 305, ha cambiato il sistema dei bonus edilizi per l'anno in corso e ha di fatto ridotto le possibilità di ristrutturare la propria abitazione beneficiando delle agevolazioni fiscali.
Bonus casa 2025, cosa succede
Sul fronte dei bonus edilizi 2025 si assiste alla proroga per il bonus ristrutturazione, il bonus mobili, l'ecobonus (e le agevolazioni mutui per i giovani under 36), anche se ad essere favoriti saranno gli interventi sulla prima casa, mentre la seconda casa si dovrà "accontentare" di minori agevolazioni. Ma vediamo tutte le novità sulle detrazioni per la casa nel 2025.
Che bonus ci sono per la casa nel 2025?
La legge di Bilancio 2025 ha introdotto la proroga per:
- il bonus ristrutturazione;
- il bonus mobili;
- l'ecobonus;
- le agevolazioni mutui under 36;
- il sismabonus.
È stato poi introdotto il nuovo bonus per l’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza.
Bonus ristrutturazione 2025
Per quanto riguarda il bonus casa per gli interventi di ristrutturazione edilizia, nella legge di Bilancio è arrivata la proroga per il 2025.
Bonus ristrutturazione 2025, ultime notizie
L'agevolazione è stata prorogata nell'anno in corso, ma con importanti novità per quanto riguarda le aliquote e la distinzione tra prima e seconda casa.
Nello specifico, nel 2025 sarà possibile beneficiare per la prima casa del bonus ristrutturazione con aliquota al 50% e tetto di spesa di 96mila euro. In base a quanto attualmente previsto, nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%.
Bonus ristrutturazione seconda casa 2025
Le cose cambiano per la seconda casa. Beneficiare del bonus ristrutturazione per un immobile diverso dall’abitazione principale vorrà dire infatti usufruire di un’aliquota ridotta al 36%, che nel 2025 e nel 2026 scenderà al 30%. Il tetto di spesa rimane a 96mila euro.
Dal 2028 al 2033 per gli interventi su prima e seconda casa l’aliquota sarà del 30% e il tetto di spesa scenderà a 48.000 euro.
In attesa della guida dell'Agenzia delle Entrate, il bonus ristrutturazione per il 2025 si applica ai lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia per le singole unità immobiliari. Per le parti comuni degli edifici residenziali è oggetto di agevolazione anche la manutenzione ordinaria.
Una precisazione importante riguarda i tetti di spesa. Per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, infatti, l’ammontare complessivo delle spese detraibili sarà calcolato tenendo conto del numero di figli e della presenza di figli con disabilità.
Bonus casa 2025: cosa succederà all'ecobonus
Nella legge di Bilancio 2025 è arrivata anche la proroga per l'ecobonus. Anche in questo caso c'è una differenza tra prima e seconda casa.
Bonus casa 2025 prima casa
Nello specifico, per le prime case l’ecobonus avrà un’aliquota del 50%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%.
Bonus casa 2025 seconda casa
Per le abitazioni diverse dalla prima casa e per gli immobili non residenziali l’aliquota sarà del 36%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 30%.
La novità del tetto di spesa vale anche per l’ecobonus. Quindi, come per il bonus ristrutturazione, per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, infatti, l’ammontare complessivo delle spese detraibili sarà calcolato tenendo conto del numero di figli e della presenza di figli con disabilità.
Bonus casa 2025 per la caldaia
Nonostante la normativa prevista dalla direttiva case green, il 2025 ha portato lo stop del bonus caldaia per l'acquisto e l'installazione di impianti a gas.
Dal 2025, dunque, non sarà più possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50 o del 65% per la sostituzione degli impianti di climatizzazione con caldaie a combustibili fossili. L’obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo di sistemi più ecologici, come quelli ibridi o l’elettrificazione del riscaldamento. Lo stop alle detrazioni fiscali per le caldaie a gas accoglie quanto disposto dalla cosiddetta direttiva case green pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue l’8 maggio 2024 ed entrata in vigore il 28 maggio.
Sismabonus nel 2025
La legge di Bilancio 2025 ha prorogato e rimodulato le aliquote del sismabonus. In particolare, l’agevolazione fiscale è stata estesa al triennio 2025-2027 con aliquota al 50% per la prima casa e al 36% per le altre abitazioni; al 36% per le abitazioni principali e al 30% negli altri casi nel biennio 2026-2027. Il tetto di spesa è di 96.000 euro.
venerdì 14 febbraio 2025
AMORE A PRIMA VISTA? COME CAPIRE SE E' LA CASA GIUSTA PER TE
È possibile innamorarsi… di una casa? Ecco a cosa fare attenzione durante una visita immobiliare per capire da subito se è davvero quella giusta.
Si sa, Febbraio è il mese degli innamorati: c’è chi, proprio in questo periodo, spera di trovare l’anima gemella con cui trascorrere tutta la vita e chi, invece, l’ha già incontrata da tempo e approfitta di San Valentino per festeggiare.
Ma c’è anche chi aspetta di provare al più presto un tipo di amore a prima vista ben diverso: quello per la casa perfetta.
Proprio così.
Esattamente come accade con le persone, anche con le case può scattare il colpo di fulmine, un vero e proprio amore a prima visita immobiliare.
Si dice che bastino soltanto 90 secondi, giusto un minuto e mezzo, per intuire se quella che stai visitando è la casa perfetta per te.
La prima impressione è quella che conta?
Sì, spesso nella ricerca della casa perfetta è la prima impressione quella decisiva.
Se già dall’esterno l’immobile ti piace, ti incuriosisce, e senti che qualcosa ti spinge ad entrare, è molto probabile che abbia qualcosa di speciale per te. Una volta aperta la porta poi, è in quel momento che arrivano le conferme.
Varcata la soglia, qualsiasi dettaglio o sensazione, per quanto piccoli, potrebbero determinare o meno l’acquisto.
Certamente ciò che vedi e apprezzi con gli occhi è importante, ma a fare la differenza è l’immaginazione, cioè la capacità di immedesimarti all’interno della casa.
La presenza di mobili e arredamento facilitano questo processo, rendendo meglio l’idea degli spazi e le loro potenzialità, ma l’innamoramento può avvenire anche di fronte a una stanza vuota, che appare ai tuoi occhi come una pagina bianca da scrivere a tuo piacere.
Questo vale ancor di più quando si visita un immobile da ristrutturare: è possibile innamorarsi anche di un rudere o di un appartamento in pessime condizioni?
Sì! È proprio ciò che succede quando l'acquirente riesce a vedere oltre a ciò che la vista effettivamente percepisce, ad intuire ciò che la casa diventerà dopo i lavori adatti, senza fermarsi alle apparenze.
Ad esempio, nella mente di un appassionato di libri un angolo libero vicino alla finestra si trasforma facilmente in un angolo lettura o, per un amante del bricolage, una stanza in più appare subito come il laboratorio ideale in cui sperimentare nuove idee.
Qualsiasi cosa, anche la più inaspettata, può far scattare la scintilla e far prevalere così il nostro lato emozionale su quello razionale.
L’importante ruolo delle emozioni
L’istinto e le emozioni giocano un ruolo veramente importante nel determinare o meno l’acquisto.
Può capitare che, anche se un immobile non rispetta del tutto quelle che sono le caratteristiche definite inizialmente (come la metratura, il numero di stanze o la vicinanza al centro), siano le emozioni a guidarti nella scelta definitiva fino a farti rivalutare ciò che, fino a qualche momento prima, consideravi essenziale.
Ascolta attentamente le sensazioni che provi una volta entrato: ti senti già a casa? O in qualche modo sei a disagio? Già ti immagini a pranzare con la tua famiglia intorno al tavolo? Non vedi l’ora di farla vedere ai tuoi amici?
Le risposte che darai a domande come queste potrebbero accompagnarti dritto al rogito.
Dare retta alle emozioni sarà più facile se avrai la certezza di avere a tua disposizione i consigli di un professionista che ti permetteranno di valutare i pro e i contro di ogni soluzione e fare la scelta migliore.