giovedì 17 aprile 2025

il 61% delle case è accessibile per chi ha i risparmi per un mutuo. La classifica delle città

Secondo Idealista, il 61,4% delle abitazioni pubblicate sul portale risulta accessibile alle famiglie italiane, in quanto rientra nei limiti di una rata mensile sostenibile di 844 euro, cifra considerata adeguata in base al reddito netto e ai risparmi necessari per ottenere un mutuo. Questo dato si riferisce al quarto trimestre del 2024. La situazione cambia sensibilmente nelle grandi città, dove l’accesso al mercato è più complesso. Per esempio, una famiglia media milanese può permettersi solo il 31% delle abitazioni disponibili sul mercato. In questo contesto, una famiglia che cerca di acquistare un trilocale a Milano avrebbe bisogno di disporre di 126 euro in più al mese per far fronte ai costi. Infatti, mentre la famiglia media può sostenere una rata di circa 1.380 euro, il mercato ne richiede mediamente 1.528, creando una differenza di 148 euro mensili per un tasso di sforzo del 33,2%. Tuttavia, Milano non è il capoluogo con l’indice di sostenibilità finanziaria più basso, infatti il capoluogo meneghino è preceduto da Firenze (27%), Rimini (24%), Bolzano (18%) e Venezia è il capoluogo meno sostenibile per i suoi residenti, con solo il 10% degli immobili sono finanziariamente accessibili per una famiglia con reddito medio della città. Questo è il risultato di un mercato orientato principalmente verso acquirenti stranieri e famiglie benestanti. Nella lista delle 10 città meno sostenibili dal punto di vista immobiliare, figurano Napoli con il 39%, Roma con il 40% e Verona con il 42%. Inoltre, altri 29 capoluoghi presentano una percentuale di abitazioni accessibili a una rata sostenibile inferiore alla media nazionale del 61%, con valori che vanno dal 43% di Como al 60% di Forlì-Cesena. Bari, con il 61%, si allinea alla media nazionale. Infine, 66 mercati cittadini superano la soglia della sostenibilità media, con picchi superiori al novanta per cento a Chieti (93%), Terni (93%), Vibo Valentia (92%), Enna (92%), Rovigo (92%), Cosenza, Catanzaro e Vercelli tutte al 91% che si distinguono come le città con le rate del mutuo più accessibili per le famiglie residenti. Per accedere al mercato è necessario l’acconto Sebbene sembri esserci una grande offerta disponibile a un prezzo sostenibile per l'economia di una famiglia con reddito medio, la realtà mostra il grande ostacolo da superare per poter accedere a una casa di proprietà: i risparmi necessari per ottenere il finanziamento e per il pagamento delle imposte richieste dall'operazione. Per poter accedere al mercato immobiliare, è fondamentale disporre di un acconto per l’acquisto della casa. In generale l'acconto corrisponde al 20% del costo dell'immobile. Se si ha la disponibilità economica per questo acconto, l'accesso diventa possibile in diverse città italiane. Tuttavia, l'accesso è condizionato dalla disponibilità di risparmi: in Italia, chi ha accumulato almeno 43.000 euro di risparmi è generalmente in grado di entrare nel mercato immobiliare. Prendendo in considerazione il caso di un trilocale a Milano, però, una famiglia avrebbe bisogno di disporre di 126 euro in più al mese per far fronte ai costi. Infatti, la famiglia media può permettersi di pagare circa 1.380 euro al mese per il mutuo, mentre il mercato ne richiede mediamente 1.528, generando una differenza di 148 euro, che rappresenta un ulteriore sforzo economico. Risparmi necessari: distanze tra Nord e Sud Le città italiane si dividono tra quelle dove è più facile accedere al mercato e quelle dove le difficoltà sono maggiori. Al di sotto della media di 43.000 euro di risparmi, troviamo 50 capoluoghi e 72 province, mentre sopra questa soglia, 45 capoluoghi e 34 province, offrono un’accessibilità solo a patto di risparmi maggiori. Tra i capoluoghi, Milano (126.807 euro), Bolzano (114.809 euro) e Venezia (96.552 euro) sono le città dove sono richiesti i risparmi più elevati per accedere al mercato immobiliare. Roma si colloca al nono posto con un importo di 74.217 euro, mentre Napoli, con 66.147 euro, si posiziona all'undicesimo posto del ranking. Immobili in vendita a prezzi accessibili per capoluogo Capoluoghi % immobili sostenibili quota risparmi (euro) rata media mutuo (euro) rata sostenibile mutuo (euro) tasso di sforzo Agrigento 88% 22.531 272 804 10,1% Alessandria 89% 19.770 238 829 8,6% Ancona 79% 36.958 445 1.006 13,3% Aosta 67% 49.055 591 932 19,0% Arezzo 56% 45.230 545 932 17,6% Ascoli Piceno 80% 34.543 416 917 13,6% Asti 76% 22.451 271 815 10,0% Avellino 82% 33.929 409 1.023 12,0% Bari 61% 56.297 679 930 21,9% Barletta 46% 41.154 496 616 24,2% Belluno 77% 50.725 611 1.110 16,5% Benevento 87% 29 346 877 11,8% Bergamo 56% 68.557 826 1.213 20,4% Biella 89% 15.016 181 912 6,0% Bologna 47% 81.344 980 1.170 25,1% Bolzano-Bozen 18% 114.809 1.384 1.177 35,3% Brescia 52% 59.186 713 1.019 21,0% Brindisi 84% 31.222 376 774 14,6% Cagliari 48% 65.212 786 963 24,5% Caltanissetta 90% 16.901 204 750 8,1% I capoluoghi che necessitano di un acconto superiore alla media italiana di 43.040 euro si trovano principalmente al Centro e Nord Italia, ad eccezione di Napoli, Salerno (63.845 euro), Bari (56.297 euro) e Matera (44.193 euro). Al contrario, le città più accessibili risultano essere Alessandria (19.770 euro), Ragusa (19.333 euro), Caltanissetta (16.901 euro) e Biella, con una quota capitale di soli 15.016 euro per accedere al mercato della compravendita. Analisi dei Mercati Provinciali A livello provinciale, la sostenibilità della rata del mutuo risulta superiore alla media italiana del 61% in ben 72 delle 106 aree monitorate. Le province con la maggior percentuale di abitazioni accessibili a una rata sostenibile per i risparmiatori sono Isernia e Rovigo (90%), seguite da Biella (89%) ed Enna (87%). Prezzo abitazione tipo Mediana prezzi unitati (€/mq) e prezzi (€) di abitazioni di tre locali attivi sul portale idealista nel trimestre di riferimento. Considerando un numero medio di componenti familiari di 2,2, secondo gli ultimi dati pubblicati in merito dall'ISTAT, il trilocale può essere considerato il taglio minimo per soddisfare le esigenze abitative di una famiglia così formata. Reddito familiare netto e tasso di sforzo per famiglia (%), segmento compravendita Il tasso di sforzo misura il peso dell'abitazione sul potere d'acquisto della famiglia. In particolare, stima la percentuale di reddito familiare annuo dedicata all'acquisto di una casa, mediante leva finanziaria, con un mutuo trentennale, un tasso di interesse in linea con l’aggiornamento mensile dalla BCE e un LTV iniziale dell'80%. I prezzi di vendita provengono direttamente dalla fonte dati idealista, che ha a disposizione i prezzi per ogni città. I dati sul reddito familiare netto sono aggiornati al 2021 e sono frutto di una rielaborazione di idealista/data sulla base di dati ISTAT. Stock (offerta) Numero di annunci attivi nel trimestre analizzato (terzo trimestre 2024). Domanda Indicatore che misura la pressione della domanda sull'offerta attraverso il numero medio di leads (contatti o interazioni) generati dagli annunci pubblicati. Sono stati presi in considerazione solo i comuni delle città metropolitane con uno stock maggiore a 10 immobili. Dislocamento della domanda Misura la percentuale di abitazioni disponibili per le quali è possibile accedere ad una rata del mutuo "sostenibile" nei comuni ricadenti nell'area di influenza dei capoluoghi delle aree metropolitane analizzate. È calcolata tenendo in conto il costo della rata ragionevole del mutuo nel capoluogo di provincia.

giovedì 10 aprile 2025

Il peso dell’inflazione di febbraio 2025 sui rinnovi annuali d’affitto: i canoni per città

L’Istat ha diffuso i dati relativi all’inflazione di febbraio 2025 da cui emerge un +1,6% su base annua per l’indice dei prezzi al consumo. Per quanto riguarda l’indice FOI, invece, l’aumento rilevato è dell’1,5% rispetto a febbraio 2024. Un dato, quest’ultimo, che impatta sul portafoglio degli inquilini che hanno il rinnovo annuale dell’affitto, per i quali scatterà un aumento del canone di locazione. In Italia, in media, si pagheranno circa 12 euro in più al mese (e 144 euro all’anno). Scopriamo quanto aumentano gli affitti a seconda della città di residenza. L’aumento dell’inflazione incide significativamente sulle finanze delle famiglie italiane, in maniera particolare su quelle che hanno l’adeguamento annuale del canone di locazione annuale (per i contratti 4+4). Gli aumenti più consistenti si registrano a Milano, dove gli affitti mensili aumenteranno di circa 30 euro al mese rispetto allo stesso periodo del 2024. Per gli inquilini romani, invece, l’incremento mensile sarà di circa 18 euro. È lo scenario che emerge da un’analisi di idealista, portale leader per sviluppo tecnologico in Italia, che ha calcolato quanto inciderà l’aumento dell’inflazione sull’adeguamento dei contratti di locazione di un trilocale in base all’Indice dei prezzi al consumo aggiornato e pubblicato dall’Istat. L'aumento dell'inflazione incide direttamente sui contratti di locazione legati all’indice FOI, ovvero quelli che prevedono la formula di durata 4+4. Quanto aumentano gli affitti nei capoluoghi italiani con l'inflazione I dati sono eleborati sulla media dei canoni di locazione di un trilocale rivalutati con l'indice FOI di febbraio 2025 Capoluogo Canone aggiornato (€/mese) Aggiornamento FOI 1,5% (€/mese) Canone mediano di un trilocale a febbraio '24 (€/mese) Milano 2.005 30 1.975 Firenze 1.649 24 1.625 Bolzano-Bozen 1.320 19 1.300 Como 1.320 19 1.300 Venezia 1.320 19 1.300 Massa 1.269 19 1.250 Roma 1.218 18 1.200 Bergamo 1.117 17 1.100 Bologna 1.117 17 1.100 Monza 1.117 17 1.100 Padova 1.117 17 1.100 Napoli 1.066 16 1.050 Cagliari 1.015 15 1.000 Olbia 1.015 15 1.000 Varese 1.015 15 1.000 Brescia 964 14 950 Salerno 964 14 950 Parma 939 14 925 Bari 914 13 900 Lecco 914 13 900 Il report si concentra sull’analisi della media dei canoni di locazione richiesti negli annunci di trilocali in affitto pubblicati su idealista. Il taglio immobiliare analizzato dallo studio è stato individuato in quanto risulta essere quello più richiesto dalle famiglie, la categoria su cui l’aumento dell’inflazione pesa maggiormente. In Italia, l’affitto per una casa con tre locali, secondo quanto rilevato a febbraio 2024, era di 795 euro al mese. Con l’adeguamento annuale calcolato con l’indice di inflazione FOI di febbraio 2025, gli inquilini che dovranno fare i conti con il rinnovo del canone dovranno pagare circa 12 euro in più al mese in media (144 euro all’anno). A seconda della città presa in esame (il report si è concentrato esclusivamente sui capoluoghi e non sulle province per via di una base dati molto più consistente) lo scenario muta considerevolmente. A Milano ci sono gli inquilini che subiranno gli aumenti più evidenti dei canoni di locazione (+30 euro al mese e 360 euro in più all’anno). Un dato quasi scontato, visto che il capoluogo lombardo, da tantissimo tempo, rappresenta anche la città con la media degli affitti più cara d’Italia. Aumentano di circa 24 euro al mese (288 euro all’anno) gli affitti per gli inquilini che hanno il rinnovo annuale del canone di locazione residenti a e Firenze. Aumenti di circa 19 euro mensili (228 euro annui) per chi vive a Bolzano, Como e Venezia. Mentre il rialzo si attesta intorno ai 18 euro mensili per i canoni di locazione a Roma (216 euro all’anno in media). A Bologna l’aumento del canone mensile sarà di 17 euro al mese (come a Bergamo e Padova), mentre a Napoli sarà di circa 16 euro e a Cagliari di 15 euro mensili. Più in generale, gli impatti minori sugli aumenti dei canoni d’affitto (non oltre i 6 euro mensili) si rilevano ad Asti, Biella, Caltanissetta e Vibo Valentia.

giovedì 3 aprile 2025

Il mercato immobiliare di lusso in Italia fotografato da Engel & Völkers e Nomisma: aumenta ancora la domanda

È dinamico il mercato immobiliare di lusso in Italia, caratterizzato da una crescita stabile dei prezzi e da un aumento della domanda. Interessati a questo segmento sono tanto gli acquirenti nazionali che quelli internazionali, questi ultimi soprattutto europei e statunitensi e particolarmente presenti al Centro. Se infatti l’acquisto della prima casa traina il mercato di pregio al Nord (50%), con Milano che raggiunge picchi di oltre 22.000 euro al mq, gli investitori crescono al Sud e gli acquirenti stranieri al Centro. A evidenziarlo è il “Market Report Italia 2025” di Engel & Völkers Italia realizzato in collaborazione con Nomisma e presentato a Roma.Parlando a idealista/news, Muhannad Al Salhi, ceo di Engel & Völkers Italia, ha sottolineato: “La domanda di immobili di pregio è in crescita, mentre l’offerta scarseggia. L’interesse è sempre più alto. E questo, secondo me, per l’Italia, rappresenta un’opportunità molto importante che dobbiamo cogliere al meglio”. Il ceo di Engel & Völkers Italia ha poi ricordato che “il mercato del pregio è un mercato che segue determinate dinamiche, legate al bello, al ritorno dell’investimento, all’urbanistica e proprio all’incontro tra offerta e domanda”. Un dato interessante emerso dal report è quello che vede una quota sostanziosa di acquirenti stranieri al Centro. Ma, ponendo attenzione proprio sugli acquirenti internazionali, c’è qualcosa che si può fare per rendere ancora più appetibile l’investimento nel Nostro Paese? A tal proposito, a idealista/news, Muhannad Al Salhi ha detto: “Se andiamo a studiare i mercati immobiliari europei, vediamo che la percentuale di investitori stranieri in Italia è minore rispetti ad altri mercati. Una delle motivazioni di questo risiede nella mancanza di trasparenza. Noi, essendo presenti in cinque continenti e in trentacinque Paesi e posizionandoci su un mercato di pregio, garantiamo sempre un contatto in grado di accompagnare e mostrare gli immobili che abbiamo in tutto il mondo e offriamo all’acquirente un complesso di informazioni complete. Di conseguenza, l’esperienza è molto lineare. C’è però tanto da fare. Bisogna creare sempre di più una partnership tra le autorità e i player, cercando di lavorare in un’ottica di crescita e di miglioramento del contesto socio-economico. Credo che oggi si sappia che questa è una situazione su cui tutti dobbiamo lavorare e credo che l’intento inizi a essere comune. Se infatti vediamo i numeri del ‘Market Report Italia’, notiamo che c’è una crescita degli investimenti stranieri. Questo significa che stiamo andando in quella direzione e dobbiamo farlo ancora di più”. Prezzi e domanda, le previsioni per il 2025 L’outlook del network Engel & Völkers per il 2025 indica un consolidamento del mercato di pregio, con un incremento medio dei prezzi quasi ovunque sul territorio nazionale e con un andamento più stazionario in alcune località. La domanda di immobili di alta qualità, già forte, continuerà a crescere e sarà caratterizzata da una particolare attenzione nei confronti dell’efficienza energetica e della presenza di spazi esterni. Nelle grandi città, l’interesse per le zone meno centrali, ma ben collegate, potrebbe registrare un aumento, trainato dalle nuove infrastrutture e dagli sviluppi urbanistici. Prima casa, seconda casa e investimento: come si divide l’Italia? Il report di Engel & Völkers Italia dedicato al mercato immobiliare di lusso e realizzato in collaborazione con Nomisma ha poi evidenziato un aspetto interessante: in che modo si suddivide sul territorio la domanda per l’acquisto della prima casa, della seconda casa e per investimento. In base a quanto emerso, nel 2024, al Nord la domanda per l’acquisto della prima casa ha rappresentato circa il 50% delle compravendite di pregio, seguita dalle seconde case (35%) e dall’acquisto per investimento (15%). Il Centro Italia registra la quota prima casa al 35%, la quota seconde casa al 45% e la domanda per investimento al 20%. Nel Sud e nelle Isole, invece, gli acquisti prima casa registrano una quota del 30% del mercato, la domanda seconda casa registra una quota del 42% e la domanda per investimento una quota del 28%. Da notare poi che gli acquirenti internazionali prediligono il Centro Italia, con una quota pari al 60% delle compravendite. Al Nord rappresentano solo il 30% circa del mercato e al Sud e nelle Isole il 35%. Cosa accade nel Nord Italia Nel Nord Italia, in particolare nel Nord-Ovest, Milano si conferma il fulcro del mercato di pregio italiano. Aree come Brera e il Quadrilatero raggiungono valori di oltre 22.000 euro al mq per abitazioni ristrutturate al nuovo, con una media di 15.000 euro al mq nelle zone centrali. A Porta Romana e Porta Venezia, i prezzi variano tra 8.000 e 12.000 euro al mq. Da segnalare poi le località di lusso della Liguria, come Portofino e Santa Margherita Ligure, con prezzi che superano i 19.000 euro al mq e raggiungono punte di 25.000 euro al mq per le proprietà con vista mare. E la Valle d'Aosta, dove Courmayeur e Cervinia attraggono una clientela internazionale con prezzi medi che oscillano tra 8.000 e 14.000 euro al mq, e top price che arrivano fino a 16.000 euro al mq. Parlando sempre del Nord Italia, gli acquirenti internazionali risultano essere particolarmente interessati al Lago Maggiore e al Lago d’Orta. Gli immobili accesso lago raggiungono prezzi da 8.000 euro al mq a 10.000 euro al mq a seconda del livello di ristrutturazione. Da non dimenticare il Lago di Como, punto di riferimento per chi cerca una residenza di pregio, dove i prezzi per le abitazioni ristrutturate variano da 4.000 a 10.000 euro al mq, a seconda della posizione. Il Lago Maggiore e il Lago d’Iseo registrano invece prezzi che oscillano tra i 2.400 e i 4.400 euro al mq e anche qui si evidenzia una forte presenza di acquirenti internazionali. Il Lago di Garda, infine, registra quotazioni fino a 6.300 euro al mq. Spostandosi nel Nord-Est, Venezia registra valori tra 7.000 e 12.000 euro al mq per immobili in centro storico, mentre Cortina d’Ampezzo mantiene quotazioni elevate con prezzi che oscillano tra 18.000 e 24.000 euro al mq. Madonna di Campiglio continua a rappresentare un mercato sicuro per chi investe in seconde case di pregio, con prezzi medi tra 10.000 e 18.000 euro al mq nelle zone più esclusive. Il mercato di Bologna è infine stabile in un range tra 4.500 e 5.500 euro al mq. La situazione nel Centro Italia Esaminando il Centro Italia, secondo quanto emerso dal report, Roma conferma la domanda sostenuta di residenze nelle zone di maggior pregio: centro storico, Prati, Parioli, Pinciano, Eur. In queste zone i prezzi medi per le abitazioni ristrutturate raggiungono i 7.500 euro al mq, con picchi che superano i 10.000 euro al mq per immobili di particolare pregio, e con tempi di assorbimento estremamente rapidi. Una città del Centro Italia particolarmente interessante per gli investitori è Firenze. In particolare, il centro storico del capoluogo toscano è ideale per chi cerca una residenza di pregio con prezzi degli immobili ristrutturati tra i 4.200 e i 5.500 euro al mq, ma con proprietà di lusso che raggiungono i 10.000 euro al mq. Spostandosi dal centro, il Lungarno Vespucci è una zona molto desiderata per la vicinanza al centro e la vista panoramica sul fiume, con prezzi che oscillano tra 3.500 e 4.200 euro al mq. Di grande interesse sempre nel Centro Italia ci sono poi le colline del Chianti, dove le ville storiche possono raggiungere gli 8.000 euro al mq, e le aree rurali della Toscana e dell’Umbria, che attirano investitori esteri con prezzi tra 2.500 e 5.000 euro al mq per casali ristrutturati. Il mercato del Sud Italia e delle Isole Guardando al Sud Italia e alle Isole, Porto Cervo, Porto Rotondo e Capri sono le località più prestigiose e i più interessati per gli acquirenti stranieri. In Campania, a Capri, le proprietà con vista sui Faraglioni raggiungono i 13.000-14.000 euro al mq. Sulla Costiera Amalfitana, Ravello e Positano hanno prezzi tra 6.000 e 10.000 euro al mq, mentre Sorrento arriva fino a 8.000 euro al mq. A Napoli, le zone di Chiaia, Posillipo e Vomero hanno i valori immobiliari più alti, con prezzi medi di 7.500, 7.000 e 6.500 euro al mq rispettivamente. Il centro storico, Patrimonio Unesco, è attraente per investimenti, con prezzi tra 4.000 e 5.000 euro al mq. In Puglia, a Bari, i quartieri di Murat e Umbertino sono tra i più ricercati, con prezzi tra 3.800 e 4.200 euro al mq per residenze ristrutturate. Ostuni e la Valle d’Itria stanno registrando buone performance, con prezzi tra 5.000 e 6.000 euro al mq, attirando principalmente acquirenti stranieri. Il Salento, con Lecce, Nardò e Otranto, attira domanda straniera grazie alle sue caratteristiche architettoniche uniche, con prezzi che oscillano tra 1.000 e 5.000 euro al mq. In Sicilia, Mondello a Palermo è ambita con prezzi fino a 4.000 euro al mq. A Catania, le zone della Scogliera, Lungomare e Tivoli hanno prezzi tra 2.800 e 3.800 euro al mq. A Taormina, i prezzi superano i 5.200 euro al mq, mentre a Cefalù variano tra 3.000 e 4.500 euro al mq. Panarea, nelle Isole Eolie, ha prezzi medi oltre i 7.000 euro al mq e una domanda trainata dagli investimenti degli acquirenti internazionali. In Sardegna, Porto Cervo e Porto Rotondo sono le località più prestigiose, con prezzi tra 26.000 e 32.000 euro al mq. Nei dintorni di Olbia le proprietà di maggior pregio raggiungono anche i 15.000 euro al mq attraendo investitori stranieri. Uno sguardo a compravendite e prezzi del mercato residenziale italiano Secondo quanto sottolineato dal “Market Report Italia 2025” di Engel & Völkers Italia e Nomisma, il settore immobiliare italiano riporta segnali di vitalità dopo un periodo di rallentamento causato dalla contrazione del credito, “a fine 2024 il mercato residenziale italiano ha interrotto il trend di calo delle compravendite. Dapprima, i risultati del secondo e terzo trimestre, con un leggero incremento tendenziale (+1,2% e +2,7% rispettivamente), ha parzialmente compensato il risultato negativo del primo trimestre (-7,2%), consentendo ai primi nove mesi di registrare una flessione minima (-1,1%). In seguito, il quarto trimestre ha confermato la ripresa tendenziale (+7,6%), contribuendo ad un consuntivo di anno leggermente positivo +1,3%. La congiuntura di mercato si posiziona comunque tra i massimi del decennio, con l’eccezione dei due anni record 2021-2022, caratterizzati dal rimbalzo post-pandemia e da livelli dei tassi d’interesse straordinariamente vantaggiosi. Nelle previsioni elaborate da Nomisma nello scorso dicembre, si stima che il 2024 si sia chiuso con una sostanziale stabilità delle transazioni residenziali (circa 707mila; -0,3% annuo), grazie alla dinamica positiva iniziata nel secondo trimestre, che ha compensato quasi per intero il dato negativo del primo trimestre. La tendenza dovrebbe poi consolidarsi per tutto il triennio successivo, con un volume di scambi che si attende al di sopra della soglia delle 700mila unità”. E sul fonte prezzi che cosa sta accadendo? Sempre secondo quanto riportato dal “Market Report Italia 2025”, “il ritrovato dinamismo del mercato fa sì che anche i prezzi delle abitazioni sperimentino una fase espansiva. Nonostante il rallentamento della crescita registrato nella seconda metà dell’anno, nel 2024 i tredici maggiori mercati italiani hanno nel complesso ben performato (+17%), con una previsione per il 2025 di un ulteriore aumento dell’1,3%. Tuttavia, l’intensità dell’incremento non sarà ancora tale da compensare l’incremento dell’indice dei prezzi al consumo, ragion per cui, in termini reali, i prezzi delle abitazioni sconteranno ulteriori flessioni, comunque inferiori al punto percentuale annuo. Se si analizzano i grandi mercati italiani, il quadro si presenta molto eterogeneo: nel 2024 Milano ha registrato un incremento dello 0,9%, Roma dell’1,4% e Venezia dell’1,7%. Solo Torino sconta una leggera flessione (-0,5%), mentre Napoli ha messo a segno una crescita del 2,9%”.

giovedì 27 marzo 2025

Deficit immobiliare: in Italia si producono fra 316mila e 459mila abitazioni meno del necessario

 


Sempre più spesso si sente parlare di crisi abitativa o, addirittura, emergenza abitativa in Italia. Ma come stanno realmente le cose? I numeri ci dicono che la situazione non è delle più rosee. Confrontando i dati relativi all’aumento delle famiglie con quelli che riguardano le nuove costruzioni si evidenzia un deficit di 459mila abitazioni in meno di quante ne servirebbero secondo le rilevazioni Istat. Scopriamo insieme qual è lo scenario più verosimile attualmente e cosa aspettarsi per il futuro.

  1. Perché si costruiscono poche case di nuova costruzione
  2. Lo scenario attuale
  3. La questione del deficit abitativo
  4. L’Italia nel contesto europeo
  5. Lo scenario futuro
  6. Scegli la tua casa di nuova costruzione

Perché si costruiscono poche case di nuova costruzione

Nonostante il mercato immobiliare italiano resti interessante per gli investitori anche internazionali, le transazioni riguardano solo in una parte minoritaria le nuove costruzioni. Molti sono infatti gli ostacoli che, nel nostro Paese, impediscono all’offerta immobiliare di adeguarsi all’effettiva domanda, ragione per cui il real estate nostrano sempre più spesso ripiega sulla riqualificazione o dirotta gli investimenti sul mercato dei servizi. Grazie agli studi di alcuni esperti cerchiamo di capire quali sono le ragioni della scarsità di case di nuova costruzione in Italia.

Lo scenario attuale

dati ufficiali dell’Istat, per gli anni dal 2018 al 2022, indicano che, a fronte di un aumento delle famiglie di 683.285 unità, sono state ritirate concessioni edilizie per 224.105 nuove abitazioni. Tuttavia, un approfondimento del Cresme configurerebbe uno scenario diverso. 

Secondo le elaborazioni del centro di ricerca e di analisi dell’istituto, infatti, nello stesso intervallo di tempo le nuove costruzioni di abitazioni sarebbero state 367.000. Le rilevazioni del Cresme, pertanto, individuerebbero il deficit abitativo nel periodo analizzato in 316.000 unità e non in 459.000 abitazioni come suggerirebbero i dati sui permessi di costruire forniti dall’Istat. Ne scaturisce una situazione in cui le nuove costruzioni soddisfano potenzialmente solo il 33,8% della nuova domanda se utilizziamo i dati sulla concessioni ritirate dell’Istat e il 53,8% se vengono presi in esame i dati del Cresme.

Nuove famiglie e produzione di nuove abitazioni in Italia

I dati analizzati si riferiscono al periodo che va tra il 2018 e il 2022

683.285
224.105
367.300
Nuove famiglie
Nuovi permessi di costruire (ISTAT)
Nuove abitazioni (stime CRESME)

Per fare chiarezza e approfondire questo tema, abbiamo contattato Lorenzo Bellicini, Direttore Tecnico di Cresme Ricerche: “In Italia si registrano profonde differenze territoriali, sia per quanto riguarda i valori di mercato ma anche per quanto riguarda il governo del territorio, con fenomeni importanti di produzione abusiva, che si stanno comunque riducendo. Nella nostra stima, non consideriamo solo una componente di abusivismo, ma facciamo una proiezione di diversi fattori, considerando anche a volte le piccole amministrazioni locali non rispondono, ma questo non vuol dire che non si siano costruite nuove abitazioni”.

La questione del deficit abitativo

Per Bellicini, il tema della rilevazione del deficit abitativo meriterebbe un approfondimento minuzioso: “Ad oggi è possibile fare un’analisi del confronto tra quanto si produce e quanto crescono le famiglie, ma una vera e propria analisi del fabbisogno abitativo, necessita di conoscere anche il fabbisogno pregresso al periodo circoscritto che viene analizzato”. 

Per il direttore tecnico di Cresme Ricerche, ci sarebbe bisogno di “uno scenario previsionale parta da situazione zero, che non c’è, messo in relazione con la domanda emergente (ovvero le nuove famiglie che si formano ogni anno). Ma è complicato definire il fabbisogno pregresso, non abbiamo più analisi censuaria come si faceva con puntualità nel passato, quando si confrontavano i dati anagrafici. Il nuovo modello lavora su dati catastali, risolve un problema sulla fonte demografica, ma restano ampi punti interrogativi sull’uso del patrimonio. Il grande dibattito, oggi, è quello sulle case non occupate, non sempre si tratta di case non occupate, perché magari sono adibite ad altri usi rispetto al residenziale”.


giovedì 20 marzo 2025

Percorsi di Sostenibilità e Competitività: un evento per le imprese modenesi

Percorsi di Sostenibilità e Competitività: un evento per le imprese modenesi +1,5% la variazione annuale dell'indice ISTAT del mese di febbraio 2025 Indice Nazionale ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (senza tabacchi) Mese febbraio 2025 Il numero indice per il mese di febbraio 2025 (base 2015=100) è pari a: 121,1 Principali variazioni rispetto al mese di febbraio 2025: variazione mensile per il periodo gennaio 2025 - febbraio 2025 = +0,2% variazione annuale per il periodo febbraio 2024 - febbraio 2025 = +1,5% variazione biennale per il periodo febbraio 2023 - febbraio 2025 = +2,2% Prossimo comunicato relativo all'indice di marzo 2025: mercoledì 16 aprile 2025 Percorsi di Sostenibilità e Competitività, un evento per le imprese modenesi Il 26 marzo 2025 (ore 16:00 - 18:00) La Camera di Commercio di Modena, attraverso il Punto Impresa Digitale (PID), organizza un incontro dedicato alla sostenibilità, in collaborazione con l'Associazione per la Responsabilità Sociale d’Impresa. L'evento, rivolto alle imprese modenesi dei settori manifattura, moda e servizi, sarà un’occasione per confrontarsi su progetti ed esperienze, dando voce alle aziende che vogliono investire in un futuro più sostenibile. Gestione energetica sostenibile: strategie e opportunità Unioncamere e le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna, nell'ambito del progetto Transizione Energetica, organizzano un evento online gratuito sull'analisi energetica e la valutazione delle emissioni lungo l'intera catena del valore, martedì 25 marzo (ore 11 - 13). Short Master in internazionalizzazione d'Impresa, dal 29 maggio al 10 luglio 2025 NIBI, la Business School di Promos Italia presenta lo Short Master in Internazionalizzazione d'Impresa, un percorso formativo dedicato all'esplorazione e alla comprensione dei principali aspetti necessari per gestire efficacemente i processi di internazionalizzazione di una piccola e media impresa nei mercati globali. Lo Short Master prevede un programma di 52 ore di formazione in live streaming, suddivise in 13 moduli didattici da 4 ore ciascuno. Le singole sessioni in live streaming sono basate su un approccio operativo che prevede un'alternanza di approfondimenti teorici, analisi di casi e interazione con i docenti.

giovedì 13 marzo 2025

IL 2024 NEL MERCATO IMMOBILIARE: IL REPORT ANNUALE

 


Un anno di transizione dopo gli shock economici causati dalla pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione record e l’aumento dei tassi. È questa la fotografia del 2024 nel report annuale di idealista/data sul mercato residenziale, ora disponibile online. L’analisi esamina l’evoluzione dell’offerta, della domanda e dei prezzi degli immobili, sia in vendita che in affitto, con un focus sul contesto nazionale, provinciale e dei capoluoghi di provincia. I dati dell'anno appena trascorso delineano prospettive ottimistiche che alimentano la fiducia anche per il 2025. Ecco le principali evidenze emerse.

  1. Volumi di compravendite stabili 
  2. Fiducia per affitti e vendite nel 2025
  3. I principali trend del 2024 nel report di idealista
    1. Contesto socioeconomico 
    2. Compravendite
    3. I prezzi unitari
    4. Il segmento delle locazioni
    5. Canoni di locazione
    6. Rendimenti lordi 
    7. Nuove costruzioni

Volumi di compravendite stabili 

L'andamento delle compravendite nel 2024 riflette la resilienza del mercato immobiliare, con circa 500.000 transazioni registrate fino al terzo trimestre (dati OMI). Si prevede che l'anno si chiuda con circa 700.000 compravendite, mantenendo i livelli dell'anno precedente, accompagnato da un aumento dei prezzi di vendita del 2,2%.

“Grazie anche alla politica monetaria della Banca Centrale Europea, il 2025 si apre con segnali di fiducia”, commenta Vincenzo de Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista“Il settore ha mostrato una buona tenuta nonostante le tante incognite economiche degli anni passati, e si sono registrati segnali positivi da alcuni indicatori, tra cui l’inflazione tornata sotto controllo nel 2024 e la riduzione dei tassi di interesse sui mutui. 

Questo calo potrebbe stimolare la domanda di case da acquistare, offrendo alle famiglie maggiori opportunità di accesso al credito”.

Fiducia per affitti e vendite nel 2025

Il taglio dei tassi rimette molte famiglie in condizione di accedere al mutuo per l’acquisto della casa, lo dimostra anche l’incremento dell’indice della domanda cresciuta del 40% rispetto all’anno scorso. Questo potrebbe preludere a una crescita dei volumi di vendita nel corso del 2025, se le tendenze macroeconomiche dovessero essere confermate. 

L’acquisto di casa da parte di famiglie che vivono in locazione sblocca lo stock nel mercato delle locazioni attenuando la pressione della domanda, che negli ultimi anni aveva determinato la crescita vertiginosa dei prezzi. 

Il mercato di vendita e quello dell’affitto sono due vasi comunicanti, - sottolinea de Tommaso. - Entrambi i settori si erano inceppati a causa dell'aumento dei tassi e della crescita dei canoni di affitto, dovuti alla contrazione dell’offerta post-Covid. Questo effetto a "tenaglia" aveva bloccato la normale rotazione del prodotto sul mercato, con gli inquilini che, a causa dei prezzi elevati, avevano preferito prolungare il soggiorno nell’abitazione locata in attesa di condizioni migliori per acquistare. Il taglio dei tassi di interesse operato dalla BCE a partire dall’estate ha ridato slancio al la domanda nel mercato delle compravendite. 

Ciò ha comportato un allentamento della pressione sul segmento delle locazioni e, come conseguenza, un aumento dello stock in offerta e un rallentamento della crescita dei canoni”.

I principali trend del 2024 nel report di idealista

idealista ha analizzato i dati di compravendite e affitti nel 2024 alla luce del contesto macroeconomico a partire dai parametri raccolti attraverso gli annunci del portale immobiliare. Ecco le principali evidenze emerse.

Contesto socioeconomico 

All’inizio del 2024, la popolazione italiana rilevata dall’ISTAT ammonta a 58.971.230 abitanti, segnando un lieve calo dello 0,04% rispetto allo stesso periodo del 2023. La diminuzione interessa in particolare molte province del Centro-Sud e delle Isole, mentre le province della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Trentino-Alto Adige registrano un incremento demografico. Milano continua la sua crescita sostenuta, segnando la maggiore variazione positiva tra i capoluoghi di provincia (1,0%).

Nel 2023, il PIL pro capite ha registrato un incremento del 6,6% rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione ha continuato la sua discesa, attestandosi al 7,7%, confermando così il trend positivo iniziato nel 2015. Il livello di disoccupazione rimane particolarmente basso nelle province del Centro-Nord, mentre aumenta progressivamente spostandosi verso il Sud del Paese.

Nella seconda metà del 2024, la Banca Centrale Europea ha avviato un graduale taglio dei tassi di interesse, favorito dal rallentamento dell’inflazione. Questo potrebbe incentivare una ripresa del mercato immobiliare, stimolando la domanda, soprattutto per coloro che intendono accedere a mutui con condizioni più vantaggiose. La riduzione dei tassi ha contribuito a una diminuzione del tasso di sforzo per i mutui, passato dal 21% al 18% nel corso dell’anno. Tuttavia, le famiglie che vivono in affitto continuano a sostenere un peso crescente, con lo sforzo salariale che a dicembre 2024 ha raggiunto il 30%.

Compravendite

A dicembre 2024, la domanda di acquisto di abitazioni a livello nazionale si è attestata a 1,4 punti, evidenziando una crescita significativa rispetto all’anno precedente. In occasione del Giubileo, Roma è diventata la città più richiesta tra i capoluoghi di provincia, raggiungendo i 4,2 punti. Il mercato immobiliare italiano continua ad attrarre investitori esteri, con l’11,9% delle visualizzazioni provenienti dagli Stati Uniti. 

Nel 2023, le compravendite registrate dall’Agenzia delle Entrate hanno subito un calo del 9,7% rispetto al record del 2022, a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Nei primi tre trimestri del 2024, i volumi si sono mantenuti sugli stessi livelli del 2023, in attesa dei dati del quarto trimestre, che potrebbero segnalare una ripresa, grazie ai recenti tagli dei tassi.

I prezzi unitari

I prezzi delle abitazioni sono in aumento: il valore medio nazionale ha raggiunto i 1.880 euro/m2 a fine 2024, segnando una crescita annua del 2,2%. L’offerta di immobili in vendita è leggermente diminuita rispetto all’anno precedente, rappresentando il 2,5% dello stock catastale residenziale (contro il 2,6% di dicembre 2023). Milano si conferma la città con il prezzo più alto al metro quadro, superando i 5.000 €/mq, seguita da Bolzano, Venezia, Firenze e Bologna, che mantengono le posizioni del 2023.

Il segmento delle locazioni

Il mercato delle locazioni sembra aver raggiunto un punto di stabilizzazione dopo la crescita iniziata a metà 2021. A dicembre 2024, la domanda di affitti a livello nazionale si è attestata a 12,3 punti, registrando un calo dell’8% rispetto all’anno precedente. Anche in questo settore l’interesse degli investitori internazionali è elevato, con il 9,9% delle visualizzazioni provenienti dagli Stati Uniti.

Canoni di locazione

I canoni di locazione continuano a salire: a fine 2024, il costo medio nazionale ha raggiunto 13,9 €/mq/mese (circa 167 €/mq/anno), con un incremento dell’11% rispetto al 2023. L’offerta di immobili in affitto è rimasta stabile, rappresentando lo 0,21% dello stock catastale complessivo. Inoltre, il 26% delle abitazioni in affitto è destinato a contratti di locazione transitoria.

Rendimenti lordi 

Il rendimento lordo del settore residenziale ha continuato a crescere, raggiungendo l’8,8% a dicembre 2024. Questo aumento è dovuto al fatto che i canoni di locazione stanno crescendo a un ritmo superiore rispetto ai prezzi degli immobili, anche a causa della scarsità dell’offerta.

Nuove costruzioni

Roma e Milano si confermano le città con il maggior numero di nuove costruzioni residenziali, mentre nel Sud del Paese l’attività edilizia rimane limitata. Il costo medio degli immobili di nuova costruzione in Italia si attesta a 3.060 €/mq.

giovedì 6 marzo 2025

BONUS AFFITTO 2025

 


Bonus affitto 2025, ecco gli importi e i requisiti per i lavoratori e gli studenti fuori sede: tutte le cifre Il bonus affitto 2025 prevede agevolazioni per studenti e lavoratori fuori sede, con detrazioni fiscali e contributi aggiuntivi per redditi bassi, incluse iniziative locali; novità per i neoassunti con bonus esentasse e rimborsi senza tassazione dal 2025 al 2027 Una delle maggiori difficoltà che affrontano studenti e lavoratori fuori sede è trovare un nuovo alloggio, a causa dei canoni molto elevati nelle varie città d’Italia. È importante, quindi, sapere che, a beneficio di coloro che - per motivi di studio o lavoro - hanno trasferito il proprio domicilio, è previsto un bonus affitto. Sebbene i requisiti per accedervi siano piuttosto rigidi, Comuni e Regioni possono erogare contributi aggiuntivi per sostenere i cittadini in difficoltà economiche. Bonus affitto per studenti fuori sede Il bonus affitto per gli studenti universitari fuori sede è finanziato dal Fondo per studenti fuori sede. Per richiederlo, è necessario appartenere a un nucleo familiare con un ISEE non superiore a 20.000 euro. L’importo massimo previsto è di 279,21 euro. Gli studenti che non soddisfano i requisiti possono beneficiare di una detrazione fiscale prevista dal comma 1 dell’art. 15 del T.U.I.R.. Tale detrazione si applica ai contratti di locazione stipulati da studenti universitari e richiede che il domicilio sia a una distanza minima di 100 chilometri dal Comune di residenza. L’agevolazione è pari al 19% dell’importo massimo deducibile, fissato in 2.633 euro, per un massimo di 500 euro. Per redditi familiari fino a 120.000 euro la detrazione è totale, mentre per redditi compresi tra 120.000 e 240.000 euro è parziale. Bonus affitto per lavoratori fuori sede I lavoratori possono beneficiare di due opzioni di agevolazione. La prima, regolata dal comma 1-bis dell’art. 16 del T.U.I.R., prevede una detrazione per chi trasferisce la residenza a oltre 100 chilometri dal proprio Comune, purché in una Regione diversa. L’importo massimo è di 991,60 euro per redditi fino a 15.493,71 euro, mentre per redditi tra 15.493,71 e 30.987,41 euro la detrazione si riduce a 495,80 euro. La seconda opzione è stata introdotta dalla Manovra 2025 e rientra nel pacchetto di interventi in materia di fringe benefit. In particolare, i lavoratori neoassunti a tempo indeterminato - tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025 - possono beneficiare di un bonus affitto, purché abbiano trasferito la propria residenza a una distanza minima di 100 chilometri per motivi di lavoro. Ilvantaggio di tale bonus è che esso è esente da imposizione fiscale. Per accedervi, però, il lavoratore non deve aver percepito più di 35.000 euro nel 2024. Inoltre, la Manovra prevede che, dal 2025 al 2027, i rimborsi per canoni di locazione dell’abitazione principale e per interessi sul mutuo, entro il limite di 1.000 euro (2.000 euro per dipendenti con figli), non concorreranno alla formazione del reddito, in deroga al TUIR. Iniziative locali per il sostegno agli affitti Anche alcuni Comuni e Regioni offrono contributi per il pagamento degli affitti ai cittadini in difficoltà economica. Ad esempio, il Comune di Roma mette a disposizione un sostegno massimo di 1.000 euro annui. Gli importi e i criteri di accesso possono variare tra le diverse amministrazioni. Si consiglia di consultare i siti istituzionali o di rivolgersi agli sportelli comunali e regionali per informazioni dettagliate.

giovedì 27 febbraio 2025

BONUS GIOVANI 2025

 

Cos’è il bonus prima casa under 36?

Il Bonus prima casa under 36, allo scopo di favorire l’autonomia abitativa dei giovani di età non superiore a 36 anni con un ISEE non superiore a 40.000 euro, prevede fino al 31.12.27 l'accesso agevolato al Fondo di garanzia dei mutui per la prima casa nella misura dell'80%.

Il bonus racchiudeva inoltre una serie di sgravi fiscali - scaduti però il 31.12.24 - applicati sull’acquisto dell’immobile “prima casa” e delle relative pertinenze (box e/o cantine). Comportavano in pratica l’esenzione dalle imposte ipotecaria e catastale, più la possibilità di usufruire sulla dichiarazione dei redditi  di un credito pari all'eventuale IVA versata sull'acquisto.

Bonus prima casa under 36: quali sono le agevolazioni?

Il Bonus prima casa under 36 comprende fino al 31 dicembre 2027 l’accesso al credito pubblico (Fondo di garanzia per la prima casa) per l’acquisto dell'immobile "prima casa".

Dal 1° gennaio 2025 non comprende più i benefici fiscali sulla tassazione applicata all’acquisto (rimasti validi fino al 31.12.24).

 

L'accesso al credito

Su questo primo fronte le agevolazioni riguardano il cosiddetto Fondo di Garanzia per la prima casa, che in realtà esiste già dal 2013. Nel caso però degli under 36, rispetto alla misura canonica del 50%, la garanzia statale viene elevata all'80% in presenza dei requisiti (sia ISEE che anagrafici) che esponiamo al paragrafo successivo.

Le agevolazioni fiscali

Il secondo fronte era invece quello delle agevolazioni di natura fiscale sulle imposte legate agli atti di acquisto della prima casa, rimaste in vigore fino al 31.12.24*, ovvero:

  • l’esenzione dall’imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e castale;
  • la riduzione del 50% sugli onorari notarili;
  • il credito d'imposta (sugli atti soggetti ad IVA) pari all'IVA corrisposta, credito che poi poteva essere portato in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute sugli atti e sulle denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito, ovvero poteva essere utilizzato in diminuzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche dovute in base alla dichiarazione da presentare successivamente alla data dell’acquisto.

Il Decreto Milleproroghe 2024 aveva prolungato la validità dei benefici sopraelencati sugli acquisti di prime case rogitati entro il 31 dicembre 2024, a patto che gli acquirenti avessero comunque registrato un preliminare d'acquisto entro la data del 31 dicembre 2023.

Bonus prima casa under 36: quali sono i requisiti?

Per poter usufruire delle garanzie speciali pari all'80% prorogate dalle Legge di Bilancio 2025 fino al 31 dicembre 2027 (cosiddetto Fondo di garanzia) ai fini del mutuo sull’acquisto della prima casa, l’acquirente, o entrambi i componenti della coppia che costituisce il nucleo, devono avere i seguenti requisiti:
  • un’età inferiore ai 36 anni: cioè non deve ancora averli compiuti 36 nell’anno in cui richiede l’agevolazione;
  • un ISEE in corso di validità non superiore a 40.000 euro (contatta CAF ACLI per la tua elaborazione ISEE).

In più, la Legge di Bilancio 2024 ha allargato la platea dei potenziali beneficiari del Fondo includendo anche i nuclei cosiddetti "fragili" con:
  • tre figli di età inferiore a 21 anni + ISEE non superiore a 40.000 euro annui (per i quali è prevista una garanzia pari all'80%);
  • quattro figli di età inferiore a 21 anni + ISEE non superiore a 45.000 euro annui (per i quali è prevista una garanzia pari all'85%);
  • cinque o più figli di età inferiore a 21 anni + ISEE non superiore a 50.000 euro annui (per i quali è prevista una garanzia pari al 90%).


giovedì 20 febbraio 2025

BONUS CASA 2025

 

bonus casa cambiano volto nel 2025La legge di Bilancio, che è stata approvata in via definitiva sabato 28 dicembre 2024 ed è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 31 dicembre 2024 n. 305, ha cambiato il sistema dei bonus edilizi per l'anno in corso e ha di fatto ridotto le possibilità di ristrutturare la propria abitazione beneficiando delle agevolazioni fiscali.

Bonus casa 2025, cosa succede

Sul fronte dei bonus edilizi 2025 si assiste alla proroga per il bonus ristrutturazione, il bonus mobili, l'ecobonus (e le agevolazioni mutui per i giovani under 36), anche se ad essere favoriti saranno gli interventi sulla prima casa, mentre la seconda casa si dovrà "accontentare" di minori agevolazioni. Ma vediamo tutte le novità sulle detrazioni per la casa nel 2025.

Che bonus ci sono per la casa nel 2025?

La legge di Bilancio 2025 ha introdotto la proroga per: 

  • il bonus ristrutturazione;
  • il bonus mobili;
  • l'ecobonus;
  • le agevolazioni mutui under 36;
  • il sismabonus.

È stato poi introdotto il nuovo bonus per l’acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza.

Bonus ristrutturazione 2025

Per quanto riguarda il bonus casa per gli interventi di ristrutturazione edilizia, nella legge di Bilancio è arrivata la proroga per il 2025.

Bonus ristrutturazione 2025, ultime notizie

L'agevolazione è stata prorogata nell'anno in corso, ma con importanti novità per quanto riguarda le aliquote e la distinzione tra prima e seconda casa.

Nello specifico, nel 2025 sarà possibile beneficiare per la prima casa del bonus ristrutturazione con aliquota al 50% e tetto di spesa di 96mila euro. In base a quanto attualmente previsto, nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%. 

Bonus ristrutturazione seconda casa 2025

Le cose cambiano per la seconda casa. Beneficiare del bonus ristrutturazione per un immobile diverso dall’abitazione principale vorrà dire infatti usufruire di un’aliquota ridotta al 36%, che nel 2025 e nel 2026 scenderà al 30%. Il tetto di spesa rimane a 96mila euro.

Dal 2028 al 2033 per gli interventi su prima e seconda casa l’aliquota sarà del 30% e il tetto di spesa scenderà a 48.000 euro.

In attesa della guida dell'Agenzia delle Entrate, il bonus ristrutturazione per il 2025 si applica ai lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia per le singole unità immobiliari. Per le parti comuni degli edifici residenziali è oggetto di agevolazione anche la manutenzione ordinaria.

Una precisazione importante riguarda i tetti di spesa. Per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, infatti, l’ammontare complessivo delle spese detraibili sarà calcolato tenendo conto del numero di figli e della presenza di figli con disabilità. 

Bonus casa 2025: cosa succederà all'ecobonus

Nella legge di Bilancio 2025 è arrivata anche la proroga per l'ecobonus. Anche in questo caso c'è una differenza tra prima e seconda casa. 

Bonus casa 2025 prima casa

Nello specifico, per le prime case l’ecobonus avrà un’aliquota del 50%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%.

Bonus casa 2025 seconda casa

Per le abitazioni diverse dalla prima casa e per gli immobili non residenziali l’aliquota sarà del 36%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 30%.

La novità del tetto di spesa vale anche per l’ecobonus. Quindi, come per il bonus ristrutturazione, per i soggetti con reddito superiore a 75.000 euro, infatti, l’ammontare complessivo delle spese detraibili sarà calcolato tenendo conto del numero di figli e della presenza di figli con disabilità.  

Bonus casa 2025 per la caldaia

Nonostante la normativa prevista dalla direttiva case green, il 2025 ha portato lo stop del bonus caldaia per l'acquisto e l'installazione di impianti a gas.

Dal 2025, dunque, non sarà più possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50 o del 65% per la sostituzione degli impianti di climatizzazione con caldaie a combustibili fossili. L’obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo di sistemi più ecologici, come quelli ibridi o l’elettrificazione del riscaldamento. Lo stop alle detrazioni fiscali per le caldaie a gas accoglie quanto disposto dalla cosiddetta direttiva case green pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue l’8 maggio 2024 ed entrata in vigore il 28 maggio.

Sismabonus nel 2025

La legge di Bilancio 2025 ha prorogato e rimodulato le aliquote del sismabonus. In particolare, l’agevolazione fiscale è stata estesa al triennio 2025-2027 con aliquota al 50% per la prima casa e al 36% per le altre abitazioni; al 36% per le abitazioni principali e al 30% negli altri casi nel biennio 2026-2027. Il tetto di spesa è di 96.000 euro.


venerdì 14 febbraio 2025

AMORE A PRIMA VISTA? COME CAPIRE SE E' LA CASA GIUSTA PER TE


È possibile innamorarsi… di una casa? Ecco a cosa fare attenzione durante una visita immobiliare per capire da subito se è davvero quella giusta.

Si sa, Febbraio è il mese degli innamorati: c’è chi, proprio in questo periodo, spera di trovare l’anima gemella con cui trascorrere tutta la vita e chi, invece, l’ha già incontrata da tempo e approfitta di San Valentino per festeggiare.

Ma c’è anche chi aspetta di provare al più presto un tipo di amore a prima vista ben diverso: quello per la casa perfetta.

Proprio così.

Esattamente come accade con le persone, anche con le case può scattare il colpo di fulmine, un vero e proprio amore a prima visita immobiliare.

Si dice che bastino soltanto 90 secondi, giusto un minuto e mezzo, per intuire se quella che stai visitando è la casa perfetta per te.

La prima impressione è quella che conta?

Sì, spesso nella ricerca della casa perfetta è la prima impressione quella decisiva.

Se già dall’esterno l’immobile ti piace, ti incuriosisce, e senti che qualcosa ti spinge ad entrare, è molto probabile che abbia qualcosa di speciale per te. Una volta aperta la porta poi, è in quel momento che arrivano le conferme.

Varcata la soglia, qualsiasi dettaglio o sensazione, per quanto piccoli, potrebbero determinare o meno l’acquisto.

Certamente ciò che vedi e apprezzi con gli occhi è importante, ma a fare la differenza è l’immaginazione, cioè la capacità di immedesimarti all’interno della casa.

La presenza di mobili e arredamento facilitano questo processo, rendendo meglio l’idea degli spazi e le loro potenzialità, ma l’innamoramento può avvenire anche di fronte a una stanza vuota, che appare ai tuoi occhi come una pagina bianca da scrivere a tuo piacere.

Questo vale ancor di più quando si visita un immobile da ristrutturare: è possibile innamorarsi anche di un rudere o di un appartamento in pessime condizioni?

Sì! È proprio ciò che succede quando l'acquirente riesce a vedere oltre a ciò che la vista effettivamente percepisce, ad intuire ciò che la casa diventerà dopo i lavori adatti, senza fermarsi alle apparenze.

Ad esempio, nella mente di un appassionato di libri un angolo libero vicino alla finestra si trasforma facilmente in un angolo lettura o, per un amante del bricolage, una stanza in più appare subito come il laboratorio ideale in cui sperimentare nuove idee.

Qualsiasi cosa, anche la più inaspettata, può far scattare la scintilla e far prevalere così il nostro lato emozionale su quello razionale.

L’importante ruolo delle emozioni


L’istinto e le emozioni giocano un ruolo veramente importante nel determinare o meno l’acquisto.

Può capitare che, anche se un immobile non rispetta del tutto quelle che sono le caratteristiche definite inizialmente (come la metratura, il numero di stanze o la vicinanza al centro), siano le emozioni a guidarti nella scelta definitiva fino a farti rivalutare ciò che, fino a qualche momento prima, consideravi essenziale.

Ascolta attentamente le sensazioni che provi una volta entrato: ti senti già a casa? O in qualche modo sei a disagio? Già ti immagini a pranzare con la tua famiglia intorno al tavolo? Non vedi l’ora di farla vedere ai tuoi amici?

Le risposte che darai a domande come queste potrebbero accompagnarti dritto al rogito.

Dare retta alle emozioni sarà più facile se avrai la certezza di avere a tua disposizione i consigli di un professionista che ti permetteranno di valutare i pro e i contro di ogni soluzione e fare la scelta migliore.