domenica 5 febbraio 2023

Superbonus 90/110%: crediti pagabili e non pagabili

 

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Superbonus 90/110%: crediti pagabili e non pagabili

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Superbonus 110%/90% e nuovi dubbi sui crediti pagabili e non pagabili: proviamo a fare chiarezza

E io pago!

Siamo nel 1903, quando l’avarissimo barone Antonio Peletti interpretato da Antonio De Curtis, meglio conosciuto come Totò, ereditò dal padre una cassetta piena di monete preziose e gioielli di valore inestimabile. Nel testamento, il defunto aveva espresso la volontà di devolvere metà del patrimonio al comune, affinché fosse costruita una scuola e l’altra metà a suo nipote, ossia il figlio di Antonio: Gastone.

Alzi la mano chi non ha visto almeno una volta il film tratto dall’omonima commedia  “47 morto che parla” di Petrolini.

La famosa espressione “e io pago” è sempre più spesso pronunciata da committenti, intimoriti dal blocco dei crediti, o da imprese e tecnici che si ritrovano il cassetto fiscale pieno di crediti senza poterli monetizzare.

Ecco dunque che la speranza collettiva è quella di uno sblocco definitivo dei crediti fiscali. In questo articolo vediamo in cosa consistono i crediti pagabili e non pagabili, più volte citate negli ultimi giorni come questione cruciale per lo sblocco del Superbonus e della cessione del credito.

Prima di entrare nello specifico , ti suggerisco uno strumento di notevole aiuto per la gestione della pratica Superbonus che potrai usare gratuitamente per 30 giorni, ed una guida sui bonus edilizia. Questo strumento ti consentirà di fare:

  • check list Superbonus 110 e gestione documentale;
  • piani di sicurezza;
  • compilazione automatica dei documenti;
  • archiviazione e condivisione sul cloud;
  • ecc.

Superbonus secondo Eurostat

Per svelare questo arcano mistero legato ai crediti pagabili o non pagabili dobbiamo fare un piccolo passo indietro nel tempo, nel maggio 2020 quando fu emanato il dl 34/2020 (decreto rilancio) che aveva l’obiettivo di rilanciare il nostro Paese nel periodo post Covid. L’Istat incaricò l’Eurostat (Unione statistico dell’Unione Europea) di formulare dei pareri per evidenziare i problemi legati alla contabilità dei crediti fiscali trasferirti a terzi. L’Eurostat classificò il Superbonus come credito “non pagabile”, mentre quello dell’industria 4.0 come “credito pagabile”.

Vediamo insieme la differenza di crediti pagabili e crediti non pagabili.

Crediti pagabili e non pagabili

In linea di principio sono considerati pagabili i crediti che saranno con ragionevole certezza integralmente fruiti dal beneficiario, tramite un rimborso o con la possibilità di utilizzarli in compensazione con le somme dovute, anche negli anni successivi. Questi debiti creano un incremento del debito pubblico, essendo registrati come spese vere e proprie.

crediti non pagabili sono quelli che vengono registrati nel bilancio dello Stato come riduzione delle entrate e vengono utilizzati per scontare le tasse.

Sintetizzando, per considerare pagabili i crediti, occorre considerare 3 criteri fondamentali:

  • utilizzo dei crediti anche per gli anni successivi;
  • cedibilità dei crediti;
  • possibilità di compensare i criteri con qualsiasi tipo di imposta o di contributo sociale.

I dubbi dell’Istat sui crediti da Superbonus

I crediti da Superbonus si troverebbero al confine. L’Istat, per provare a sciogliere i dubbi, ha richiesto all’ente sovranazionale Eurostat un parere per la corretta classificazione nella contabilità nazionale.

Ma lo stesso Istituto europeo si trova in difficoltà perché la fattispecie dei trasferimenti multipli di un credito fiscale non è disciplinata dalle regole del Sistema europeo dei conti.

Il dubbio riguarda la classificazione del Superbonus come un credito pagabile o non pagabile, ossia:

  • un sussidio vero e proprio per i contribuenti e in tal caso si tratterebbe di un credito pagabile (che aumenta le spese dello Stato);
  • una riduzione delle entrate fiscali (strumento non pagabile che diminuisce gli introiti delle Stato).

Anche il Piano di transizione 4.0, ha reso necessarie interpretazioni. Essendo in quel caso possibile usufruire della detrazione anche in anni successivi (numero potenzialmente illimitato di anni), sembrerebbe più evidente la natura di credito pagabile.

Nel caso del Superbonus, la questione è un po’ più complessa, anche perché non è possibile portare in avanti il credito non utilizzato in uno specifico anno.

Proviamo a fare un esempio semplice: Tizio ha realizzato dei lavori nel 2022 per una somma complessiva di 100.000 euro, usufruendo del Superbonus 110%. Ha maturato un credito pari a 110.000 euro da suddividere in 4 anni; se la spesa è avvenuta all’anno 0, avrà nei quattro anni successivi il seguente credito, da utilizzare in compensazione Irpef o da cedere a terzi come credito d’imposta da utilizzare con la stessa tempistica:

  • anno 1: 27.500 euro;
  • anno 2: 27.500 euro;
  • anno 3: 27.500 euro;
  • anno 4: 27.500 euro;

Secondo le regole canoniche, lo Stato avrà un debito pari 27.500 € non pagabile in ciascuno dei 4 anni.

Il fatto che il credito possa essere ceduto (tra l’altro con un numero limitato di cessioni), in linea di principio, non dovrebbe cambiare il meccanismo di iscrizione in Bilancio.

Debito pubblico

Secondo Istat, Ragioneria generale dello Stato, Ufficio legislativo del Ministero e dell’economia e Eurostat, se tali crediti fiscali ad oggi definiti “non pagabili” venissero trasformati come “pagabili”, si avrebbe un’istantanea lievitazione del debito pubblico di 100 miliardi di euro.

 

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