giovedì 9 maggio 2013

Il mercato dei mutui in Italia nel III° trimestre 2012

Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 5.376,86 milioni di euro nel terzo trimestre del 2012. Rispetto allo stesso trimestre del 2011 si registra una contrazione delle erogazioni del -48,12% per un controvalore di -4.987,34 mln di euro. E’ quanto emerge dai dati riportati nel Bollettino Statistico IV-2012 pubblicato da Banca d’Italia nel mese di gennaio 2013. L’andamento delle erogazioni trimestrali, in raffronto ai periodi precedenti, conferma la tendenza alla contrazione già rilevata nel corso dei cinque trimestri precedenti, incrementando e rafforzando un trend ribassista già iniziato con le rilevazioni del secondo trimestre 2010. I volumi restano influenzati principalmente da una domanda di credito praticamente dimezzata, fortemente condizionata dal calo della fiducia dei consumatori, e da una maggiore attenzione al rischio di credito da parte degli enti eroganti. I costi di approvvigionamento sui mercati interbancari hanno inoltre comportato un aumento del costo prodotto che ulteriormente influenza l’accesso al credito. Oltre che dalla sfavorevole congiuntura socio economica che sta caratterizzando comunque tutta l’Area Euro, è da tenere in considerazione che i volumi erogati sono anche in parte influenzati dal continuo rallentamento delle operazioni di sostituzione e surroga che, con gli attuali spread, non risultano sempre convenienti. Secondo l’Ufficio Studi Tecnocasa, le operazioni di surroga hanno rappresentano nei primi nove mesi dell’anno 2012 poco meno del 1% dei volumi erogati, mentre esattamente un anno prima si attestavano a quasi il 6%.
Guardando ai numeri degli ultimi dodici mesi (analizzando quindi i dati erogati da ottobre 2011 a settembre 2012) riscontriamo che sono stati erogati alle famiglie italiane finanziamenti per l’acquisto della casa per un controvalore di  29.752,74 mln di euro. Il saldo annuo, se confrontato con il medesimo periodo rilevato un anno fa, segna dunque una calo dei volumi pari al -43,84% con -23.229,79 mln di euro erogati in meno. Rispetto all’osservazione sui 12 mesi dello scorso trimestre il calo è stato pari a -14,36%.


Come in precedenza accennato si registra un forte calo della domanda di mutui ipotecari. Secondo CRIF e il suo sistema informativo EURISC, nell’intero 2012, le richieste di finanziamento mutui da parte delle famiglie, hanno registrato un calo quantificabile nel -42%.

Importo medio di mutuo

Attraverso la base dati interna all’Ufficio Studi Tecnocasa è stata analizzata la tendenza rispetto alla quantificazione media dell’importo di mutuo. Tale indicatore è da intendersi riferito alle media delle operazioni erogate nei dodici mesi antecedenti la data di rilevazione. Nel terzo trimestre del 2012, a livello nazionale, è stato rilevato un calo del ticket medio di mutuo rispetto a quanto era stato rilevato durante il precedente trimestre. Il ticket medio nazionale si è attestato a circa 121.300€. Rispetto a quanto rilevato nel secondo trimestre 2012 (124.000€) si è dunque riscontrata una minore quota media erogata per singolo finanziamento. La differenza è pari a circa -2.700€ (-2,18%). Di seguito il dettaglio del ticket medio per tutte le macroaree.

TICKET MEDIO DI MUTUO - media ponderata a 12 mesi

MACROAREAIII° trim. 2012II° trim. 2012var %
TOTALE ITALIA121.300,00124.000,00-2,18%
ITALIA NORD-OCCIDENTALE121.500,00124.100,00-2,10%
ITALIA NORD-ORIENTALE124.300,00128.500,00-3,27%
ITALIA CENTRALE128.200,00132.100,00-2,95%
ITALIA MERIDIONALE111.700,00110.900,000,72%
ITALIA INSULARE111.300,00117.700,00-5,44%
Il ticket medio di mutuo visto a livello regionale continua ad essere per ragioni socio economiche difforme sul territorio nazionale. La regione con il valore più alto è risultata essere la Valle D’Aosta con un ticket medio pari a 137.300 euro, tuttavia calato del -3,17% rispetto al trimestre precedente. Il Ticket medio più basso è stato registrato in Basilicata dove il mutuo medio è risultato essere di 85.000 euro appena, in linea con il II trimestre  2012. Tendenzialmente i valori medi più elevati si confermano nelle regioni del centro e del nord e quelli più bassi nelle regioni Meridionali e Insulari.

I tassi d’interesse

Le dinamiche economico finanziarie che hanno influenzato l’Area Euro a partire dall’agosto 2011 hanno spinto la Banca Centrale Europea a ritoccare più volte al ribasso il Tasso di Riferimento BCE. Gli interventi da parte di quest’ultima hanno avuto inizio a partire dal novembre 2011 con un taglio di -25bps, per ripetersi nel successivo mese di dicembre 2011 con altri -25bps, e si sono, per ora, conclusi lo scorso mese di luglio 2012 con ancora -25bps. In meno di nove mesi, l’indice è stato così dimezzato allo scopo di ridare fiato all’economia del vecchio continente. Come di consueto il tasso euribor (3 mesi) ha seguito la tendenza degli interventi della BCE: dai massimi degli ultimi due anni, 1,60% nel luglio 2011, ha iniziato una parabola discendente che lo ha portato rapidamente alla sua quotazione media mensile minima di sempre nello scorso mese di dicembre 2012 quando ha fatto registrare una quotazione di 0,18%. L’eurirs (20 anni) ha iniziato una nuova fase ribassista nel mese di aprile 2011, allora l’indice quotava 4,05%, arrivando a scendere al suo minimo nel giugno 2012 quando ha fatto registrare una quotazione di 2,13%. Da segnalare che, contrariamente all’euribor, l’eurirs negli ultimi sei mesi rilevati ha fatto registrare un piccolo rimbalzo al rialzo passando a quotare 2,35% di media nel mese di gennaio 2013.


Stando alle dinamiche dei tassi di fine gennaio 2013, ipotizzando di dover sottoscrivere un nuovo mutuo ipotecario dell’importo di 120.000 euro per una durata di 20 anni, ad uno spread medio indicativo di mercato pari a 3,20 bps, se scegliessimo un mutuo a tasso fisso, sosterremmo una rata mensile di 829 euro. Se optassimo invece per un mutuo a tasso variabile, avremmo un risparmio pari a 139 euro mensili, in quanto la rata ammonterebbe a 689 euro. Nella seconda metà del 2011 la convenienza della rata a favore del tasso variabile si stava assottigliando fino ad arrivare agli 88 euro nell’ottobre 2011. Con i primi mesi del 2012 è invece iniziata una nuova fase di crescita della forbice con una risalita della differenza di rata a favore del tasso variabile.
 
*Nota metodologica: si porta in evidenza che dal quarto trimestre 2008, la Banca d’Italia ha modificato il criterio di aggregazione della base dati. Nell’aggregato “Acquisto Immobili – Abitazioni Famiglie consumatrici” vengono inseriti i finanziamenti “oltre l’anno”e non più i finanziamenti “oltre i 18 mesi”. Tale variazione metodologica non è stata presa in considerazione ai fini dell’analisi.

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