giovedì 20 novembre 2025
La Bce lascia invariati i tassi di interesse: contesto ancora favorevole per i mutui
La Bce ha confermato nella riunione del 30 ottobre i tassi di interesse
In particolare il tasso sui depositi è rimasto al 2%, di quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e di quello sui prestiti marginali al 2,40%. I commenti di idealista/mutui e degli esperti finanziari sulle eventuali ripercussioni sul mercato dei mutui casa in Italia.
La Bce lascia i tassi invariati
"Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, - si legge nella nota relativa. - L’inflazione resta prossima all’obiettivo del 2% a medio termine e la valutazione delle prospettive di inflazione condotta dal Consiglio direttivo si conferma pressoché invariata. L’economia ha continuato a crescere malgrado il difficile contesto mondiale. Il vigore del mercato del lavoro, la solidità dei bilanci del settore privato e le passate riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo rimangono fattori importanti alla base della capacità di tenuta dell’economia. Tuttavia le prospettive sono ancora incerte, soprattutto a causa delle attuali controversie commerciali e tensioni geopolitiche a livello mondiale.
Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, il Consiglio direttivo seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi a esse associati, considerati i nuovi dati economici e finanziari, nonché della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi".
Tassi Bce e mutui casa: il commento di idealista/mutui
"Il comitato esecutivo della BCE – questa volta riunitosi presso la sede fiorentina di Banca di Italia, anziché nel consueto palazzo di Francoforte – sembra mantenere un approccio di “attesa e osservazione”, di fronte a segnali contrastanti, - spiega Fabio Femiani, responsabile mutui di idealista.it: - da un lato una crescita debole e un’inflazione sotto controllo, dall’altro l’incertezza legata a possibili nuove spinte inflazionistiche dovute alle tensioni commerciali globali e al livello del dato sull’occupazione".
Quali saranno le conseguenze sul mercato dei mutui? "Per quanto riguarda il mercato dei mutui, - risponde Femiani, - i tassi attuali restano relativamente contenuti (se paragonati ai picchi del 2023 e della prima parte del 2024), sostenuti dalla qualità dei portafogli crediti iscritti negli attivi bancari degli ultimi anni e dalla forte concorrenza tra gli istituti. Oggi è possibile ottenere un mutuo a tasso fisso al di sotto del 3% in caso di acquisto immobile green, mentre i tassi variabili – per la stessa tipologia di finanziamento – risultano addirittura più convenienti, collocandosi nell’intorno del 2,5%, grazie all’allentamento delle politiche monetarie dei mesi scorsi.
Si tratta senza dubbio di un contesto favorevole per chi sta cercando un mutuo, sia per l’acquisto della casa sia per surrogare quello già in essere presso un’altra banca.
Quali le prospettive per i prossimi mesi? "Guardando avanti, ci aspettiamo un mercato ancora selettivo, ma più dinamico: se la BCE dovesse effettivamente procedere con un ulteriore taglio dei tassi nel 2026, potremmo vedere un rilancio graduale della domanda di mutui e un ritorno dell’interesse per i tassi variabili, oggi tornati su livelli più sostenibili. In sintesi, il momento non è ancora “euforico”, ma decisamente migliore rispetto a un anno fa: chi valuta un nuovo mutuo o una rinegoziazione può trovare oggi un equilibrio tra stabilità e costo del denaro che sembrava impensabile solo dodici mesi fa", conclude Femiani.
Nessun taglio tassi dalla Bce, quanto costano i mutui
"Il mancato taglio dei tassi di interesse rappresenta una notizia negativa per milioni di famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile, - afferma il Codacons, commentando la decisione odierna della Bce.- Si tratta del quarto mancato calo consecutivo, dopo il trend di ribassi avviato a giugno 2024 – spiega il Codacons – Una decisione quella della Bce che arriva proprio quando in Italia si assiste ad un rialzo dei tassi sui finanziamenti praticati alle famiglie. I tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie sono passati dal 3,50% dello scorso gennaio al 3,67% di agosto (dati Bankitalia), con un incremento del +0,17% da inizio 2025, pari ad un maggior esborso da +180 euro all’anno su un mutuo da 150mila euro a 30 anni - analizza il Codacons – Il mancato taglio da parte della Bce potrebbe influire negativamente sull’andamento del mercato, e accelerare la crescita dei tassi con conseguenze dirette sulle tasche di milioni di italiani".
Tassi Bce, i pareri degli esperti
"Il mantenimento dei tassi di interesse da parte della Bce segnala fiducia nell'efficacia della propria politica, - sottolinea Irene Lauro, Eurozone Economist di Schroders. - La crescita del Pil è migliorata allo 0,2% nel terzo trimestre e i dati PMI di ottobre indicano un momentum più forte per l'ultimo trimestre, in linea con la nostra previsione secondo cui la crescita dell'Eurozona sta finalmente guadagnando slancio. L'incertezza politica in Francia potrebbe pesare sull'economia del Paese, ma altrove le prospettive stanno migliorando e suggeriscono che la politica monetaria sta avendo un effetto sull'economia reale. Il forte rimbalzo dell'attività nel settore dei servizi indica che i consumatori stanno spendendo di più, mentre anche il settore manifatturiero è destinato a registrare una ripresa, sostenuto dai maggiori stimoli fiscali tedeschi grazie all'aumento degli ordini nel settore della difesa. Restiamo fiduciosi che la crescita si rafforzerà nel corso del prossimo anno, a sostegno della decisione della Bce di mantenere i tassi invariati fino al 2026. Tuttavia, se l'inflazione dovesse risultare inferiore alle attuali proiezioni, la Bce potrebbe seguire l'approccio di gestione del rischio della Fed e procedere a un taglio preventivo dei tassi. Per ora, le prospettive per l'eurozona sono cambiate in positivo, un cambiamento gradito dopo mesi di stagnazione".
giovedì 13 novembre 2025
idealista: il mercato delle case usate torna a crescere a ottobre (0,7%). Scopri i prezzi nella tua città
Il mercato immobiliare italiano mostra una crescita moderata nel mese di ottobre, con un incremento dello 0,7% nel prezzo delle abitazioni usate. Il valore medio nazionale si attesta ora a 1.828 euro al metro quadro, stando ai dati rilevati da idealista, portale immobiliare N.1 in Italia.
Capoluoghi
Nel mese di ottobre, il 66% dei capoluoghi italiani ha registrato un aumento dei valori immobiliari. Gli incrementi più significativi si sono verificati a Padova (4,3%), Bergamo (4,1%) e Trieste (3,3%).
I prezzi delle case a ottobre 2025 per capoluogo
Altri 38 centri hanno registrato aumenti superiori alla media mensile dello 0,7%, con variazioni comprese tra il 3,1% di Belluno e lo 0,9% di Milano. Latina, Torino, Pesaro, Cagliari, Grosseto e Perugia mostrano una variazione dello 0,7%, in linea con l’andamento nazionale. Incrementi di entità inferiore si osservano in 20 città, dallo 0,6% di Cosenza allo 0,1% di La Spezia.
Tra i principali mercati, oltre a Milano, durante il mese di ottobre aumentano Napoli (1,5%), Venezia (1,2%), Torino (0,7%), Bologna (0,5%), Palermo (0,3%) e Roma (0,2%), mentre Firenze registra un calo dello 0,6%.
Sette capoluoghi, fra cui Monza, mantengono valori stabili, mentre 29 città subiscono una contrazione dei prezzi, con i ribassi più marcati concentrati a Vibo Valentia (-2%), Viterbo (-1,7%) e Caserta (-1,6%).
Dal punto di vista del prezzo al metro quadrato, Milano si conferma anche a ottobre la città più costosa per l’acquisto di una casa, con un valore medio di 5.188 euro/m², raggiungendo il suo massimo storico dalla prima rilevazione di idealista nel 2012. Seguono Venezia (4.792 euro/m²), Bolzano (4.692 euro/m²) e Firenze (4.514 euro/m²), tutte con valori superiori ai 4.000 euro.
Prezzi superiori alla media nazionale di 1.828 euro/m² si registrano in altri 42 capoluoghi, tra cui Bologna (3.651 euro/m²), Roma (3.237 euro/m²), Napoli (2.798 euro/m²) e Torino (1.980 euro/m²).
All’estremo opposto, Caltanissetta risulta il capoluogo più economico per le compravendite, con un prezzo di 673 euro/m², seguita da Ragusa (717 euro/m²) e Biella (766 euro/m²).
Province
A livello provinciale, il trend di crescita dei prezzi immobiliari rispecchia quello dei capoluoghi, con aumenti diffusi nella maggior parte delle aree: 77 province hanno infatti registrato incrementi nel mese di ottobre.
I prezzi delle case a ottobre 2025 per provincia
Le variazioni più marcate si rilevano a Trieste (3,4%), Verbano-Cusio-Ossola (2,2%) e Padova (2%). Anche l’hinterland di Milano mostra un rialzo dell’1,1%, mentre la provincia di Roma segna un calo dello 0,6%. Trento, Imperia, Rieti, Pistoia e Foggia mantengono valori stabili rispetto al mese precedente, mentre Sondrio e Nuoro (entrambe -1,3%) guidano il gruppo delle 24 province in calo.
Bolzano si conferma la provincia più cara d’Italia, con un prezzo medio di 4.558 euro/m², seguita da Milano (3.443 euro/m²), Lucca (3.110 euro/m²) e Savona (3.081 euro/m²). In altre 28 province i valori immobiliari restano superiori alla media nazionale, con prezzi compresi tra i 2.905 euro di Firenze e i 1.872 euro di Treviso.
Le province più convenienti per l’acquisto di un’abitazione restano Biella (634 euro/m²), Caltanissetta (654 euro/m²) e Isernia (694 euro/m²).
Regioni
A ottobre, fatta eccezione per Abruzzo (-0,7%) e Valle d’Aosta (-0,5%), che registrano cali, e per Umbria e Sicilia, stabili rispetto ad agosto, tutte le regioni mostrano aumenti.
I prezzi delle case a ottobre 2025 per regione
Gli incrementi più consistenti del periodo riguardano Lombardia (1,2%), Emilia-Romagna, Toscana e Campania, che crescono tutte dello 0,8%. Sardegna e Veneto (0,7%) presentano variazioni in linea con la media nazionale. Gli altri aumenti si collocano al di sotto della media del periodo, con variazioni che vanno dallo 0,5% di Lazio e Friuli-Venezia Giulia allo 0,1% di Trentino-Alto Adige e Basilicata.
Il Trentino-Alto Adige registra i prezzi medi più elevati in Italia, con un valore di 3.162 euro/m², seguito da Liguria (2.477 euro/m²), Valle d’Aosta (2.467 euro/m²) e Toscana (2.387 euro/m²). Anche Lombardia (2.267 euro/m²), Lazio (2.113 euro/m²) ed Emilia-Romagna (1.867 euro/m²) superano la media nazionale di 1.828 euro/m².
Le altre regioni si collocano al di sotto di questa soglia, con valori che spaziano dai 1.816 euro del Veneto ai 914 euro della Calabria, la regione più economica per acquistare casa in Italia.
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