giovedì 27 marzo 2025

Deficit immobiliare: in Italia si producono fra 316mila e 459mila abitazioni meno del necessario

 


Sempre più spesso si sente parlare di crisi abitativa o, addirittura, emergenza abitativa in Italia. Ma come stanno realmente le cose? I numeri ci dicono che la situazione non è delle più rosee. Confrontando i dati relativi all’aumento delle famiglie con quelli che riguardano le nuove costruzioni si evidenzia un deficit di 459mila abitazioni in meno di quante ne servirebbero secondo le rilevazioni Istat. Scopriamo insieme qual è lo scenario più verosimile attualmente e cosa aspettarsi per il futuro.

  1. Perché si costruiscono poche case di nuova costruzione
  2. Lo scenario attuale
  3. La questione del deficit abitativo
  4. L’Italia nel contesto europeo
  5. Lo scenario futuro
  6. Scegli la tua casa di nuova costruzione

Perché si costruiscono poche case di nuova costruzione

Nonostante il mercato immobiliare italiano resti interessante per gli investitori anche internazionali, le transazioni riguardano solo in una parte minoritaria le nuove costruzioni. Molti sono infatti gli ostacoli che, nel nostro Paese, impediscono all’offerta immobiliare di adeguarsi all’effettiva domanda, ragione per cui il real estate nostrano sempre più spesso ripiega sulla riqualificazione o dirotta gli investimenti sul mercato dei servizi. Grazie agli studi di alcuni esperti cerchiamo di capire quali sono le ragioni della scarsità di case di nuova costruzione in Italia.

Lo scenario attuale

dati ufficiali dell’Istat, per gli anni dal 2018 al 2022, indicano che, a fronte di un aumento delle famiglie di 683.285 unità, sono state ritirate concessioni edilizie per 224.105 nuove abitazioni. Tuttavia, un approfondimento del Cresme configurerebbe uno scenario diverso. 

Secondo le elaborazioni del centro di ricerca e di analisi dell’istituto, infatti, nello stesso intervallo di tempo le nuove costruzioni di abitazioni sarebbero state 367.000. Le rilevazioni del Cresme, pertanto, individuerebbero il deficit abitativo nel periodo analizzato in 316.000 unità e non in 459.000 abitazioni come suggerirebbero i dati sui permessi di costruire forniti dall’Istat. Ne scaturisce una situazione in cui le nuove costruzioni soddisfano potenzialmente solo il 33,8% della nuova domanda se utilizziamo i dati sulla concessioni ritirate dell’Istat e il 53,8% se vengono presi in esame i dati del Cresme.

Nuove famiglie e produzione di nuove abitazioni in Italia

I dati analizzati si riferiscono al periodo che va tra il 2018 e il 2022

683.285
224.105
367.300
Nuove famiglie
Nuovi permessi di costruire (ISTAT)
Nuove abitazioni (stime CRESME)

Per fare chiarezza e approfondire questo tema, abbiamo contattato Lorenzo Bellicini, Direttore Tecnico di Cresme Ricerche: “In Italia si registrano profonde differenze territoriali, sia per quanto riguarda i valori di mercato ma anche per quanto riguarda il governo del territorio, con fenomeni importanti di produzione abusiva, che si stanno comunque riducendo. Nella nostra stima, non consideriamo solo una componente di abusivismo, ma facciamo una proiezione di diversi fattori, considerando anche a volte le piccole amministrazioni locali non rispondono, ma questo non vuol dire che non si siano costruite nuove abitazioni”.

La questione del deficit abitativo

Per Bellicini, il tema della rilevazione del deficit abitativo meriterebbe un approfondimento minuzioso: “Ad oggi è possibile fare un’analisi del confronto tra quanto si produce e quanto crescono le famiglie, ma una vera e propria analisi del fabbisogno abitativo, necessita di conoscere anche il fabbisogno pregresso al periodo circoscritto che viene analizzato”. 

Per il direttore tecnico di Cresme Ricerche, ci sarebbe bisogno di “uno scenario previsionale parta da situazione zero, che non c’è, messo in relazione con la domanda emergente (ovvero le nuove famiglie che si formano ogni anno). Ma è complicato definire il fabbisogno pregresso, non abbiamo più analisi censuaria come si faceva con puntualità nel passato, quando si confrontavano i dati anagrafici. Il nuovo modello lavora su dati catastali, risolve un problema sulla fonte demografica, ma restano ampi punti interrogativi sull’uso del patrimonio. Il grande dibattito, oggi, è quello sulle case non occupate, non sempre si tratta di case non occupate, perché magari sono adibite ad altri usi rispetto al residenziale”.


giovedì 20 marzo 2025

Percorsi di Sostenibilità e Competitività: un evento per le imprese modenesi

Percorsi di Sostenibilità e Competitività: un evento per le imprese modenesi +1,5% la variazione annuale dell'indice ISTAT del mese di febbraio 2025 Indice Nazionale ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (senza tabacchi) Mese febbraio 2025 Il numero indice per il mese di febbraio 2025 (base 2015=100) è pari a: 121,1 Principali variazioni rispetto al mese di febbraio 2025: variazione mensile per il periodo gennaio 2025 - febbraio 2025 = +0,2% variazione annuale per il periodo febbraio 2024 - febbraio 2025 = +1,5% variazione biennale per il periodo febbraio 2023 - febbraio 2025 = +2,2% Prossimo comunicato relativo all'indice di marzo 2025: mercoledì 16 aprile 2025 Percorsi di Sostenibilità e Competitività, un evento per le imprese modenesi Il 26 marzo 2025 (ore 16:00 - 18:00) La Camera di Commercio di Modena, attraverso il Punto Impresa Digitale (PID), organizza un incontro dedicato alla sostenibilità, in collaborazione con l'Associazione per la Responsabilità Sociale d’Impresa. L'evento, rivolto alle imprese modenesi dei settori manifattura, moda e servizi, sarà un’occasione per confrontarsi su progetti ed esperienze, dando voce alle aziende che vogliono investire in un futuro più sostenibile. Gestione energetica sostenibile: strategie e opportunità Unioncamere e le Camere di commercio dell'Emilia-Romagna, nell'ambito del progetto Transizione Energetica, organizzano un evento online gratuito sull'analisi energetica e la valutazione delle emissioni lungo l'intera catena del valore, martedì 25 marzo (ore 11 - 13). Short Master in internazionalizzazione d'Impresa, dal 29 maggio al 10 luglio 2025 NIBI, la Business School di Promos Italia presenta lo Short Master in Internazionalizzazione d'Impresa, un percorso formativo dedicato all'esplorazione e alla comprensione dei principali aspetti necessari per gestire efficacemente i processi di internazionalizzazione di una piccola e media impresa nei mercati globali. Lo Short Master prevede un programma di 52 ore di formazione in live streaming, suddivise in 13 moduli didattici da 4 ore ciascuno. Le singole sessioni in live streaming sono basate su un approccio operativo che prevede un'alternanza di approfondimenti teorici, analisi di casi e interazione con i docenti.

giovedì 13 marzo 2025

IL 2024 NEL MERCATO IMMOBILIARE: IL REPORT ANNUALE

 


Un anno di transizione dopo gli shock economici causati dalla pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione record e l’aumento dei tassi. È questa la fotografia del 2024 nel report annuale di idealista/data sul mercato residenziale, ora disponibile online. L’analisi esamina l’evoluzione dell’offerta, della domanda e dei prezzi degli immobili, sia in vendita che in affitto, con un focus sul contesto nazionale, provinciale e dei capoluoghi di provincia. I dati dell'anno appena trascorso delineano prospettive ottimistiche che alimentano la fiducia anche per il 2025. Ecco le principali evidenze emerse.

  1. Volumi di compravendite stabili 
  2. Fiducia per affitti e vendite nel 2025
  3. I principali trend del 2024 nel report di idealista
    1. Contesto socioeconomico 
    2. Compravendite
    3. I prezzi unitari
    4. Il segmento delle locazioni
    5. Canoni di locazione
    6. Rendimenti lordi 
    7. Nuove costruzioni

Volumi di compravendite stabili 

L'andamento delle compravendite nel 2024 riflette la resilienza del mercato immobiliare, con circa 500.000 transazioni registrate fino al terzo trimestre (dati OMI). Si prevede che l'anno si chiuda con circa 700.000 compravendite, mantenendo i livelli dell'anno precedente, accompagnato da un aumento dei prezzi di vendita del 2,2%.

“Grazie anche alla politica monetaria della Banca Centrale Europea, il 2025 si apre con segnali di fiducia”, commenta Vincenzo de Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista“Il settore ha mostrato una buona tenuta nonostante le tante incognite economiche degli anni passati, e si sono registrati segnali positivi da alcuni indicatori, tra cui l’inflazione tornata sotto controllo nel 2024 e la riduzione dei tassi di interesse sui mutui. 

Questo calo potrebbe stimolare la domanda di case da acquistare, offrendo alle famiglie maggiori opportunità di accesso al credito”.

Fiducia per affitti e vendite nel 2025

Il taglio dei tassi rimette molte famiglie in condizione di accedere al mutuo per l’acquisto della casa, lo dimostra anche l’incremento dell’indice della domanda cresciuta del 40% rispetto all’anno scorso. Questo potrebbe preludere a una crescita dei volumi di vendita nel corso del 2025, se le tendenze macroeconomiche dovessero essere confermate. 

L’acquisto di casa da parte di famiglie che vivono in locazione sblocca lo stock nel mercato delle locazioni attenuando la pressione della domanda, che negli ultimi anni aveva determinato la crescita vertiginosa dei prezzi. 

Il mercato di vendita e quello dell’affitto sono due vasi comunicanti, - sottolinea de Tommaso. - Entrambi i settori si erano inceppati a causa dell'aumento dei tassi e della crescita dei canoni di affitto, dovuti alla contrazione dell’offerta post-Covid. Questo effetto a "tenaglia" aveva bloccato la normale rotazione del prodotto sul mercato, con gli inquilini che, a causa dei prezzi elevati, avevano preferito prolungare il soggiorno nell’abitazione locata in attesa di condizioni migliori per acquistare. Il taglio dei tassi di interesse operato dalla BCE a partire dall’estate ha ridato slancio al la domanda nel mercato delle compravendite. 

Ciò ha comportato un allentamento della pressione sul segmento delle locazioni e, come conseguenza, un aumento dello stock in offerta e un rallentamento della crescita dei canoni”.

I principali trend del 2024 nel report di idealista

idealista ha analizzato i dati di compravendite e affitti nel 2024 alla luce del contesto macroeconomico a partire dai parametri raccolti attraverso gli annunci del portale immobiliare. Ecco le principali evidenze emerse.

Contesto socioeconomico 

All’inizio del 2024, la popolazione italiana rilevata dall’ISTAT ammonta a 58.971.230 abitanti, segnando un lieve calo dello 0,04% rispetto allo stesso periodo del 2023. La diminuzione interessa in particolare molte province del Centro-Sud e delle Isole, mentre le province della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Trentino-Alto Adige registrano un incremento demografico. Milano continua la sua crescita sostenuta, segnando la maggiore variazione positiva tra i capoluoghi di provincia (1,0%).

Nel 2023, il PIL pro capite ha registrato un incremento del 6,6% rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione ha continuato la sua discesa, attestandosi al 7,7%, confermando così il trend positivo iniziato nel 2015. Il livello di disoccupazione rimane particolarmente basso nelle province del Centro-Nord, mentre aumenta progressivamente spostandosi verso il Sud del Paese.

Nella seconda metà del 2024, la Banca Centrale Europea ha avviato un graduale taglio dei tassi di interesse, favorito dal rallentamento dell’inflazione. Questo potrebbe incentivare una ripresa del mercato immobiliare, stimolando la domanda, soprattutto per coloro che intendono accedere a mutui con condizioni più vantaggiose. La riduzione dei tassi ha contribuito a una diminuzione del tasso di sforzo per i mutui, passato dal 21% al 18% nel corso dell’anno. Tuttavia, le famiglie che vivono in affitto continuano a sostenere un peso crescente, con lo sforzo salariale che a dicembre 2024 ha raggiunto il 30%.

Compravendite

A dicembre 2024, la domanda di acquisto di abitazioni a livello nazionale si è attestata a 1,4 punti, evidenziando una crescita significativa rispetto all’anno precedente. In occasione del Giubileo, Roma è diventata la città più richiesta tra i capoluoghi di provincia, raggiungendo i 4,2 punti. Il mercato immobiliare italiano continua ad attrarre investitori esteri, con l’11,9% delle visualizzazioni provenienti dagli Stati Uniti. 

Nel 2023, le compravendite registrate dall’Agenzia delle Entrate hanno subito un calo del 9,7% rispetto al record del 2022, a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Nei primi tre trimestri del 2024, i volumi si sono mantenuti sugli stessi livelli del 2023, in attesa dei dati del quarto trimestre, che potrebbero segnalare una ripresa, grazie ai recenti tagli dei tassi.

I prezzi unitari

I prezzi delle abitazioni sono in aumento: il valore medio nazionale ha raggiunto i 1.880 euro/m2 a fine 2024, segnando una crescita annua del 2,2%. L’offerta di immobili in vendita è leggermente diminuita rispetto all’anno precedente, rappresentando il 2,5% dello stock catastale residenziale (contro il 2,6% di dicembre 2023). Milano si conferma la città con il prezzo più alto al metro quadro, superando i 5.000 €/mq, seguita da Bolzano, Venezia, Firenze e Bologna, che mantengono le posizioni del 2023.

Il segmento delle locazioni

Il mercato delle locazioni sembra aver raggiunto un punto di stabilizzazione dopo la crescita iniziata a metà 2021. A dicembre 2024, la domanda di affitti a livello nazionale si è attestata a 12,3 punti, registrando un calo dell’8% rispetto all’anno precedente. Anche in questo settore l’interesse degli investitori internazionali è elevato, con il 9,9% delle visualizzazioni provenienti dagli Stati Uniti.

Canoni di locazione

I canoni di locazione continuano a salire: a fine 2024, il costo medio nazionale ha raggiunto 13,9 €/mq/mese (circa 167 €/mq/anno), con un incremento dell’11% rispetto al 2023. L’offerta di immobili in affitto è rimasta stabile, rappresentando lo 0,21% dello stock catastale complessivo. Inoltre, il 26% delle abitazioni in affitto è destinato a contratti di locazione transitoria.

Rendimenti lordi 

Il rendimento lordo del settore residenziale ha continuato a crescere, raggiungendo l’8,8% a dicembre 2024. Questo aumento è dovuto al fatto che i canoni di locazione stanno crescendo a un ritmo superiore rispetto ai prezzi degli immobili, anche a causa della scarsità dell’offerta.

Nuove costruzioni

Roma e Milano si confermano le città con il maggior numero di nuove costruzioni residenziali, mentre nel Sud del Paese l’attività edilizia rimane limitata. Il costo medio degli immobili di nuova costruzione in Italia si attesta a 3.060 €/mq.

giovedì 6 marzo 2025

BONUS AFFITTO 2025

 


Bonus affitto 2025, ecco gli importi e i requisiti per i lavoratori e gli studenti fuori sede: tutte le cifre Il bonus affitto 2025 prevede agevolazioni per studenti e lavoratori fuori sede, con detrazioni fiscali e contributi aggiuntivi per redditi bassi, incluse iniziative locali; novità per i neoassunti con bonus esentasse e rimborsi senza tassazione dal 2025 al 2027 Una delle maggiori difficoltà che affrontano studenti e lavoratori fuori sede è trovare un nuovo alloggio, a causa dei canoni molto elevati nelle varie città d’Italia. È importante, quindi, sapere che, a beneficio di coloro che - per motivi di studio o lavoro - hanno trasferito il proprio domicilio, è previsto un bonus affitto. Sebbene i requisiti per accedervi siano piuttosto rigidi, Comuni e Regioni possono erogare contributi aggiuntivi per sostenere i cittadini in difficoltà economiche. Bonus affitto per studenti fuori sede Il bonus affitto per gli studenti universitari fuori sede è finanziato dal Fondo per studenti fuori sede. Per richiederlo, è necessario appartenere a un nucleo familiare con un ISEE non superiore a 20.000 euro. L’importo massimo previsto è di 279,21 euro. Gli studenti che non soddisfano i requisiti possono beneficiare di una detrazione fiscale prevista dal comma 1 dell’art. 15 del T.U.I.R.. Tale detrazione si applica ai contratti di locazione stipulati da studenti universitari e richiede che il domicilio sia a una distanza minima di 100 chilometri dal Comune di residenza. L’agevolazione è pari al 19% dell’importo massimo deducibile, fissato in 2.633 euro, per un massimo di 500 euro. Per redditi familiari fino a 120.000 euro la detrazione è totale, mentre per redditi compresi tra 120.000 e 240.000 euro è parziale. Bonus affitto per lavoratori fuori sede I lavoratori possono beneficiare di due opzioni di agevolazione. La prima, regolata dal comma 1-bis dell’art. 16 del T.U.I.R., prevede una detrazione per chi trasferisce la residenza a oltre 100 chilometri dal proprio Comune, purché in una Regione diversa. L’importo massimo è di 991,60 euro per redditi fino a 15.493,71 euro, mentre per redditi tra 15.493,71 e 30.987,41 euro la detrazione si riduce a 495,80 euro. La seconda opzione è stata introdotta dalla Manovra 2025 e rientra nel pacchetto di interventi in materia di fringe benefit. In particolare, i lavoratori neoassunti a tempo indeterminato - tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025 - possono beneficiare di un bonus affitto, purché abbiano trasferito la propria residenza a una distanza minima di 100 chilometri per motivi di lavoro. Ilvantaggio di tale bonus è che esso è esente da imposizione fiscale. Per accedervi, però, il lavoratore non deve aver percepito più di 35.000 euro nel 2024. Inoltre, la Manovra prevede che, dal 2025 al 2027, i rimborsi per canoni di locazione dell’abitazione principale e per interessi sul mutuo, entro il limite di 1.000 euro (2.000 euro per dipendenti con figli), non concorreranno alla formazione del reddito, in deroga al TUIR. Iniziative locali per il sostegno agli affitti Anche alcuni Comuni e Regioni offrono contributi per il pagamento degli affitti ai cittadini in difficoltà economica. Ad esempio, il Comune di Roma mette a disposizione un sostegno massimo di 1.000 euro annui. Gli importi e i criteri di accesso possono variare tra le diverse amministrazioni. Si consiglia di consultare i siti istituzionali o di rivolgersi agli sportelli comunali e regionali per informazioni dettagliate.